CONTRO LA VIOLENZA DEL CAPITALE…

La pericolosa deriva repressiva delle politiche del governo, concretizzatasi con la vile aggressione da parte delle forze dell'ordine che ha colpito gli operai dello stabilimento FIAT di Melfi, costituisce l'ennesima provocazione ed offesa nei confronti del movimento operaio, in particolare di quello del Mezzogiorno. Questi operai, che da giorni attuano blocchi e presidi, contestano la vergognosa intesa  tra la FIAT, la Fim e la Uilm, senza la "firma" della Fiom, sui diversi trattamenti salariali tra dipendenti del Nord e del Sud, l'assegnazione dei turni notturni, i carichi di lavoro ed i provvedimenti disciplinari (migliaia ogni anno!). Questa protesta, oltre ad essere assolutamente legittima e non-violenta, è largamente condivisa dai 5000 lavoratori dello stabilimento, vittime dell'attacco finalizzato all'ingresso in fabbrica di sole poche decine di crumiri.
La vicenda si inserisce in un quadro più ampio di lotte che, partendo dalle acciaierie di Terni e dalla vertenza Alitalia, passando per la resistenza contro il termovalorizzatore ad Acerra e contro il deposito di scorie radioattive a Scansano Ionico, porta alla ribalta le masse meridionali, e che ha visto impegnati nella lotta anche gli operai torresi, prima dell'ICE, poi dell'Ilva Pali Dalmine ed infine della Metalfer, per la difesa del posto di lavoro.
E' dunque dovere dell'intera sinistra condannare l'aggressività del governo, la politica dell'azienda e l'ambiguità di una parte del sindacato, nei fatti per niente rappresentativo delle esigenze degli operai, sostenendo
senza se e senza ma la vertenza della Fiom e dei sindacati di base.
La crisi della FIAT va avanti oramai da troppi anni, e nonostante il lauto assistenzialismo in favore della sola famiglia Agnelli, la situazione per i lavoratori non è mai cambiata. Occorre, quindi, radicalizzare la lotta affinché si riporti l'uomo e non il profitto al centro della politica e dell'economia.

…SOLO LA LOTTA PAGA!!!

Home page