CAMPAGNA CONTRO IL MASSACRO DEGLI AGNELLI PASQUALI

Ogni anno milioni di agnelli pagano con una morte atroce il prezzo di assurde tradizioni. Dopo averli separati dalla propria madre, vengono in massa caricati su dei camion e trasportati verso il mattatoio. Il viaggio sarà lungo ed estenuante, e spesso fatale per molti agnellini, costretti alla fame, alla sete, al freddo e alla mancanza di riposo, schiacciati l'uno contro l'altro. Giunti al macello, vengono sgozzati e fatti morire lentamente dissanguati. Tre minuti di pura agonia e questo perchè la carne possa essere più bianca, tenera ed appetibile. Ormai il rito del consumo di carne di agnello a Pasqua ha anche perso il suo valore religioso e viene perpetuato come pura tradizione culinaria. Ma a chi ancora crede che dietro al mangiare l'agnello in questo giorno di festa ci sia una forte valenza religiosa, consiglio di leggere il libro "Questa è la mia parola. Alfa e Omega. Il Vangelo di Gesù", il quale presenta il nuovo Vangelo rivelato nel 1989 che contiene molti esempi sul comportamento di Gesù verso la natura e gli animali, e molte spiegazioni che Egli diede ai Suoi apostoli e discepoli, per esempio, riguardo al cibarsi di carne, o sul miracolo della moltiplicazione del pane e dei pesci. E' di seguito riportata la parte relativa alla cena tenuta coi Suoi apostoli: "Né gli apostoli, né i discepoli ordinarono di macellare un agnello. Eppure, sia a Me che agli apostoli ed ai discepoli furono servite parti di un agnello, presentatoci come dono d'amore. […] Istruii così i Miei: l'uomo non dovrebbe uccidere intenzionalmente alcun animale e tanto meno consumare la carne degli animali che sono stati uccisi per cibarsene. […] E' diverso se l'uomo consuma la carne per avidità oppure come ringraziamento verso l'ospite per la sua premura" (pp. 784-785). In molti vangeli apocrifi ritrovati dopo il 1800, sono riportati diversi esempi che dimostrano che Gesù di Nazareth amava la natura, gli animali, ogni forma di vita, e che "Egli comandò ai Suoi discepoli di non mangiare più carne, spiegando che gli animali sono creature in grado di percepire come noi, e che sono vivificate dallo stesso alito divino che dona la vita anche all'uomo. Come tali, vanno considerati i nostri fratelli minori" (dalla rivista tedesca "Das Friedensreich").
Il consumo di carne resta tuttavia un qualcosa che concerne i gusti e la sensibilità dell'essere umano, e va oltre ogni religione e tradizione popolare. Apriamo però la nostra mente e i nostri cuori almeno in questo giorno di festa. Non contribuiamo al massacro di innocenti agnelli. Quest'anno a Pasqua scegli il rispetto per la vita!

(A.D.D.A. Associazione per la Difesa dei Diritti degli Animali)

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