Torre Annunziata

A chi oggi ci chiede cosa siamo noi, del circolo di Rifondazione Comunista di Torre Annunziata, rispondiamo in modo netto e chiaro che non siamo nostalgici e nemmeno ex, nè ortodossi e neppure "innovatori", nè abiuranti nè continuatori: siamo insomma un insieme di vecchie e nuove energie, di uomini e donne, di giovani e meno giovani, non racchiusi nel settarismo di un'ideologia, ma portatori di ideali forti e di pratiche politiche che trovano le loro radici nel movimento comunista sviluppatosi dall'Ottocento in poi e risoltosi anche in esperienze di governo dai risvolti gravi e drammatici, che ne hanno determinato il momentaneo arretramento, ma che non ripongono nel trasformismo più abietto la loro istanze, bensì in quelle più alte, quelle che hanno caratterizzato la nascita ed il diffondersi del movimento comunista stesso. L'uguaglianza di fronte ai bisogni nella libertà di ognuno è il motore della nostra azione, mentre la Giustizia Sociale rimane l'obiettivo perseguito affinchè non vi siano più nè ricchi nè poveri nella società umana.
Siamo nati, anche a Torre, nel 1991 dalla scissione del PDS, allora nato da un'operazione, la più trasformista del XX secolo, di ridefinizione del ruolo del fu PCI nel nuovo mondo unipolare, un ruolo che prevedeva, come poi è successo, la sua subalternità ai partiti borghesi e moderati. Un partito, insomma, che da classista diviene interclassista, e che lega la classe lavoratrice, in modo subalterno, alle sorti dell'imprenditoria produttivistica, finanziaria e mercantile, creatice, ma anche vittima della nuova fase di competizione globale e mondiale. Un tradimento nel vero senso della parola!
Nati come movimento in contrapposizione a tale trasformismo, avemmo a Torre un'immediata adesione di un centinaio di compagni provenienti prevalentemente dal defunto PCI, ma anche da altre esperienze maturate nell'ambito della nuova sinistra. Il nostro fu un circolo territoriale-ponte, nel senso che da noi si formarone le prime cellule degli organismi dirigenti dei futuri circoli vicinori, come quello del boschese, di Torre del Greco e di Pompei. Vi aderirono i compagni politicamente più coerenti e determinati, ma si avvicinarono anche coloro che, esterni al PCI, avevano vissuto il comunismo come un'eterna rivoluzione o come avvento di un determinismo messianico (il compagno Paganiello, il prof. Caruso, il compagno Salvatore). Il nostro spirito era invece ispirato alla teoria della prassi,al "che fare?", all'uomo faber, e subito ci tuffammo nell'agone politico nostrano.
Il primo segretario-coordinatore cittadino fu il compagno Pasquale Guarriera, che dopo poco tempo lasciò l'incarico ed il movimento perchè dissidente sulla sua trasformazione a partito. Allora ne divenni io il segretario, e quell'incarico, tranne per un periodo, il più nero per il circolo, quello della sua occupazione da parte dei cosiddetti disoccupati organizzati tra il '95 ed il '97, ho mantenuto, forse immeritatamente, fino ad oggi.
La petizione pubblica per lo scioglimento del Consiglio Comunale per infiltrazioni camorristiche, che ebbe un certo successo, fu la nostra prima battaglia politica vinta, in quanto la cosa avvenne subito dopo, e vi fu il commissariamento straordinario del Comune, durato circa tre anni. Ci battemmo anche contro i referendum proposti da Segni per il maggioritario, ottenendo un risultato per il "No" molto al di sopra della media nazionale. Numerose furono anche le battaglie condotte all'interno del Consiglio Comunale, eletto dopo la parentesi commissariale, in cui portammo due compagni: Michele D'Apuzzo e Vincenzo De Caro, quest'ultimo poi espulso e passato con i "comunisti" di Cossutta nella scissione del '99. Nel frattempo, per cause naturali, perdemmo diversi compagni (indimenticabili sono Mario Capitale e Francesco De Rosa, detto Ciccio), altri ne perdemmo a seguito della deindustrializzazione cittadina, voluta dai governi e non sufficientemente combattuta dai sindacati e dalle forze politiche locali della "Prima Repubblica". Nel contempo ci arricchimmo di altre forze provenienti prevalentemente dal mondo giovanile (i fratelli Giuseppe e Roberto Longobardi, Susy Caso, Raffaele Polimeno, ecc...) e dal mondo intellettuale (il prof. Nicodemo Gambardella, l'architetto Giovanni Cirillo ed il pediatra Giovanni Magliulo, che attualmente ricopre l'incarico di assessore nel governo cittadino di centro-sinistra).
Oggi il circolo è formato prevalentemente da compagni "storici", come il sottoscritto ed i compagni Iacono, Mauriello, Proverbio, Amura, e da giovani oltre quelli già menzionati, come Raiola, la compagna Coppola ed altre/i. E' chiaro che non ho nominato tutte/i, ma quello che esce da questo quadro e su cui occorre lavorare fortemente, è la frattura generazionale causata dalla mancanza cospicua di quella fascia intermedia formata dai lavoratori in servizio. Il perchè, nonostante tutto, questi continuano a chiedere la rappresentanza politica ai DS ed agli altri partiti moderati, rimane il quesito da sciogliere ed il terreno su cui lavorare alacremente.
Sarà questa l'ennesima sfida che lanceremo ai moderati accasati in ogni forza politica: ricondurre il mondo del lavoro dipendente e non, alla propria casa-madre: la nostra!

                                                                         Il segretario
                                                                 CARLO DI CRISTO

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