Una politica di stato alleata del cancro

L'embargo degli Stati Uniti d'America spesso non permette che i bambini cubani malati di cancro possano ricevere le cure necessarie.
Ogni anno a Cuba, si riportano 300 nuovi casi di bambini con diversi tipi di cancro, molti dei quali non possono essere sottoposti al ciclo completo della terapia a causa della carenza di medicinali che si producono solo negli Stati Uniti e ai quali Cuba non puó accedere per via del blocco economico.
Il dottor Jesús di los Santos Renó, primario del reparto di Pediatria Oncologica dell'Istituto Nazionale di Oncologia e Radiologia (INOR), ha confessato al Granma Internacional che quest'anno la situazione dei farmaci per la cura di alcuni tumori solidi del sistema nervoso cerebrale, è stata critica, oltre ai problemi con i farmaci contro la leucemia e i linfomi.
"L'acquisto dei citostatici, vitali per la sopravvivenza di questi bambini, è stato seriamente danneggiato dalle multinazionali nordamericane che hanno comprato i laboratori farmaceutici con cui Cuba aveva firmato dei contratti", come si segnala nella relazione presentata quest'anno al Segretario Generale delle Nazioni Unite sulla necessitá di porre fine al blocco economico.
Il primario di Pediatria e Oncologia dell'INOR ha continuato dicendo che "si sono dovuti interrompere cicli di trattamento" e questo "non garantisce il buon esito del controllo della malattia".
L'80% dei nuovi casi che si registrano annualmente sono leucemie ed il resto tumori solidi. Renó ha spiegato che solo i ricoverati nel reparto di pediatria oncologica dell'INOR "oscillano tra i 50 ed i 60 pazienti al mese". Il nostro reparto possiede 30 letti (24 ospedalieri, 4 di terapia intensiva e 2 per il trattamento ambulatoriale).
Il dottor Renó ha una profonda conoscenza della sua professione. Uomo di grande sensibilitá umana, spiega addolorato che l'embargo si preoccupa anche che "la maggior parte dei nostri bambini affetti da tumore osseo possano ricevere solo trattamenti di chemioterapia d'avanguardia, ma non chirurgici".
"Cuba - dice - non ha la possibilitá di acquistare le protesi che si trapiantano al posto delle ossa, durante l'operazione, e che sono flessibili in funzione della taglia del paziente". Le piú semplici costano 30 mila dollari e la piú complessa 50 mila.
Ha inoltre segnalato che i bambini con tumore maligno alla retina che hanno risposto al trattamento che somministra il citostatico - che fa regredire la malattia e permette all'occhio di mantenere la funzione della vista - non possono accedere alla brachiterapia oculare, che complementa il precedente trattamento e consiste nell'impianto nell'occhio, dietro il tumore, di una placca radioattiva che irradia la parte che resta.
Queste placche non si sono potute comprare. "La compagnia nordamericana Varian Medical System ha rilevato il commercio delle attrezzature di brachiterapia della compagnia canadese MDS Nordion's, che li vendeva a Cuba" scrive il rapporto presentato all'ONU.
Secondo il dottor Renó, nel suo reparto si curano ogni anno tra gli 8 e i 12 bambini con questo tipo di cancro. "Nel 2003 non abbiamo potuto effettuare il ciclo completo del trattamento su nessun paziente".
Ogni anno diminuiscono anche le possibilitá per gli specialisti cubani di realizzare studi diagnostici. "Alla mancanza di farmaci e di attrezzature si aggiunge quella dei reagenti di laboratorio e degli evidenziatori dei tumori", spiega Renó.
"Le industrie produttrici di attrezzature e di reagenti per il diagnostico sono, nel 70% dei casi, di proprietá nordamericana. (…) Beckman-Coulter, Dade-Behring, Abbot e Bayer e non permettono la vendita delle loro tecnologie a Cuba, alcune di loro nel loro genere, uniche nel mondo", come documenta il rapporto.
Renó ha aggiunto che sono stati compromessi anche gli studi visivi. "Il paese non possiede la tomografia computerizzata ad emissione di positroni (PET) che si caratterizza per la sua alta risoluzione e permette di diagnosticare le piccole metastasi il cui prezzo sul mercato rientra nell'ordine di milioni di dollari".
Per Lorenzo Anasagasti, vicedirettore dell'INOR a capo dell'Unitá di Valutazione dei Nuovi Prodotti Antitumorali, "il blocco incombe tutti i giorni, su tutto" e i danni che provocano "sono riconosciuti anche da ricercatori nordamericani, in articoli pubblicati in prestigiose riviste come The Lancet e Policy Analysis".
DANNI PER 10 MILIONI DI DOLLARI TRA IL1993 E IL 2000
Conversando con Granma Internacional Anasagasti ha segnalato che "tra il 1993 e il 2000 i danni nel campo dell'oncologia ammontarono a circa 10 milioni di dollari". Il Vicepresidente dell'INOR lo ha dichiarato, in veste di perito nel settore, durante la Richiesta del Popolo Cubano contro il Governo degli Stati Uniti per i Danni Economici.
Ha riferito che anche se si stabiliscono i contatti per l'acquisto delle attrezzature e dei prodotti, gli accordi non si possono concretizzare. "Le licenze per vendere, i tempi lunghi, l'acquisto di pezzi di ricambio e l'impossibilitá da parte dei tecnici americani di venire ad istallare le attrezzature", sono alcuni degli intralci.
Rimangono solo due alternative: non poter comprare i prodotti se questi sono fabbricati solo ed esclusivamente dagli Stati Uniti (con conseguenti perdite di vite) o comprarli in altri mercati lontani e pagarli di piú, che comporta un costo in termini di tempo per il paziente che puó essere fatale.
Anasagasti ha rilevato quanto l'embargo abbia inciso negativamente sullo scambio scientifico tra specialisti nazionali e degli Stati Uniti, sulla formazione di risorse umane specializzate, sulla diffusione dei nostri avanzamenti in questo settore della medicina.
"Si negano i visti a scientifici cubani invitati a congressi negli Stati Uniti per presentare il loro lavoro e a rappresentanti di societá farmaceutiche nordamericane che hanno interesse a venire a Cuba per valutare i prodotti" spiega.
Ed è cosí che una politica di stato che dura da piú di 40 anni è diventata alleata del cancro.
Nonostante le difficoltá esposte - alle quali si devono aggiungere i problemi con l'alimentazione dei bambini malati di cancro, soprattutto dei lattanti - in un giro fatto per il reparto di Pediatria dell'INOR notiamo con piacere un'atmosfera ottimista.
Mentre alcuni bambini piú grandi seduti sui loro letti confezionavano giochi iniseme alle loro mamme che li aiutavano, in una stanza accanto altri piú piccoli si divertivano muovendo dei burattini.
"I bambini sono qualcosa di speciale per il personale del reparto, che li tratta con grande amore", assicura Caridad Martínez, la mamma di Miriam, ricoverata dall'anno scorso.
Questa giovane madre ci ha raccontato che i medici lí non hanno orari nel curare questi piccoli, e se è necessario, quando si chiamano a casa loro, vengono subito.
Gli artisti dell'Unione Nazionale di Scrittori ed Artisti di Cuba (UNEAC) danno a questi bambini, lezioni di educazione artistica e molte persone ed organismi, nazionali ed esteri, contribuiscono a migliorare la loro qualitá di vita nell'ospedale.
L'intellettuale Cintio Vitier, per esempio, donó 50 mila dollari del suo Premio Juan Rulfo per il confort del reparto. Mentre la Catena Rumbos, Habaguanex, l'Istituto dell'Aeronautica Civile, il Complesso Aeroporto (terminal 3), la Federazione delle donne cubane e il Comitato di Difesa della Rivoluzione, si occupano permanentemente di loro.
Renó ha ringraziato l'appoggio offerto dalle Organizzazioni Non Governative, tra cui la "Mediterranea", di Mallorca "che ha donato medicinali per le terapie", e ha elogiato la collaborazione professionale creatasi tra loro ed il personale del "Bos Children's Hospital", di Michigan, "malgrado il blocco e la propaganda anticubana".
I direttivi dell'INOR hanno particolarmente sottolineato lo straordinario sforzo del Polo Scientifico dell'Ovest dell'Avana, i cui centri di ricerca-sviluppo-produzione continuano a sperimentare farmaci partendo dalle molecole biologiche per sostenere queste terapie. Nell'ospedale sono stati provati con successo i farmaci che produce il Centro d'Ingegneria Genetica e Biotecnologica.
Il paese, inoltre, continua a preparare personale qualificato per cercare di mantenere, e migliorare il livello di attenzione su questi pazienti.
Il servizio di Pediatria Oncologica dell'INOR ha ricevuto, nel 1994, il Premio dell'Accademia di Scienze di Cuba per la Sopravvivenza, perché in un periodo di 25 anni è riuscita a salvare circa il 70% dei casi. Ora - dice Renó - "stiamo creando uno spazio per le visite degli adulti che hanno seguito una terapia quand'erano bambini".
Nel 1996 ha ricevuto il Premio iberoamericano di Etica "Elena Gil", e quest'anno l'Organizzazione dei Pionieri José Martí gli ha consegnato il premio "Le scarpette rosa".

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