Casella di testo: DOCUMENTO PROGRAMMATICO DEL CIRCOLO DI TORRE ANNUNZIATA DEL PARTITO DELLA RIFONDAZIONE COMUNISTA PER LE ELEZIONI COMUNALI DEL 2005
 
Individuare un insieme di proposte per il buon governo della Città, che non siano né velleitarismo né vuota propaganda, è compito assai arduo per il Partito della Rifondazione Comunista poiché esso costituisce una forza di lotta e di governo del territorio. 
I nodi centrali della nostra azione politica corrispondono ai contenuti delle vertenze che costruiamo giorno per giorno tra la gente e quindi tra gli operai,tra gli studenti,tra i disoccupati,tra gli immigrati… 
Il nostro programma non coincide pertanto, a differenza di quello di altre forze politiche, ad un mero  “biglietto di visita” da far conoscere agli elettori a cui domanderemmo una delega in bianco. Si tratta di ben altro. E’ il patto inderogabile stipulato con i cittadini con cui ci impegniamo affinché i temi esposti vengano effettivamente realizzati con la lotta, dentro e fuori le istituzioni, perché ne va della nostra presenza all’interno degli esecutivi locali.
 
 
 
·        Sviluppo produttivo e rilancio dell’economia
 
Dopo la distruzione del suo apparato produttivo, dovuto sicuramente ad erronee scelte governative in tema di politica economica e non adeguatamente contrastate dalla classe politica e sindacale di allora le quali hanno, per certi aspetti, favorito la distruzione stessa, la Città aspetta da anni il realizzarsi dell’opzione turistica, quale nuovo volano di sviluppo ma che finora nessun risultato ha conseguito. 
Gli stessi strumenti individuati per lo sviluppo (Tess, contratti d’area,…) e fatti propri da tutti i partiti, ad eccezione del nostro che li ha sempre considerati inadeguati ed iniqui, hanno comportato soltanto processi di speculazione immobiliare e finanziaria sul territorio e non hanno garantito, contrariamente alle dichiarazioni autoreferenziali del sindaco uscente, alcuna ripresa occupazionale. 
E’indubbio che il problema di tali fallimenti va anche inquadrato all’interno della più grande “Questione Meridionale”. 
Così come il nostro Paese, infatti, dopo interminabili processi di privatizzazioni e di liberalizzazioni selvagge, ha conosciuto la transizione da grande realtà di produzione industriale ad un mero mercato di consumo di prodotti rivenienti  da altri paesi come la Cina, il nostro Mezzogiorno è oggi più di ieri il mercato del Settentrione. 
Gli industriali del Nord,di fatto, si recano presso le nostre aree solo per insediare grandi punti vendita alfine di rifilare i propri beni e a maturare i profitti perché forti della compiacenza di ambigue amministrazioni locali.
L’ubicazione del centro commerciale nell’area ASI non solo decreterà la morte del piccolo commercio e dell’artigianato locale ma incentiverà prevalentemente il consumo di beni prodotti sopratutto altrove e vincolerà la suddetta area per sempre da ogni altra prospettiva di sviluppo concreto. Questa pericolosa deriva va subito invertita.
Il modello di sviluppo improntato sul binomio megacentri commerciali - alberghi ha fallito. E’doveroso pertanto uscirne ma da Sinistra con politiche che partano prima di tutto dalla salvaguardia degli impianti produttivi in crisi per poi creare le condizioni favorevoli a nuovi insediamenti industriali dopo i quali  ben  vengano anche quelli di carattere ricettivo e turistico. 
A tale proposito la discussione infatti rimane aperta  restando ferme le dovute cautele. 
Ne citiamo solo alcune.
Il turismo spesso necessita, nelle aree in cui si sviluppa, di una drastica riduzione demografica (tra l’altro sancita dalla operazione regionale “Zona Rossa” firmata Di Lello)  che in questi territori assume le sembianze di una vera e propria “pulizia etnica” specie per i giovani e per i meno abbienti.  
Di conseguenza, le comunità locali possono seriamente costituire dei veri e propri “ospiti indesiderati” specie per la necessità e l’aumentato valore economico degli spazi e degli immobili. Per non discutere infine  dei peggioramenti circa le condizioni di vita per i cittadini comuni, che non sono imprenditori del turismo. Un solo esempio: gli indiscriminati aumenti di tutti i prezzi. 
 
 
·        Politiche sociali e giovanili
 
E’ questo un altro settore in cui il Comune avrebbe dovuto e potuto fare molto di più. Il grave disagio sociale esistente nasce dalle politiche degli ultimi decenni di malgoverno e di tutela del solo profitto, che si sta attuando nella cd. società avanzata per l’incessante compressione dei diritti sociali di cittadinanza (casa, scuola, sanità, sport, cultura, trasporti, ecc.) e di quelli direttamente legati al mondo del lavoro (in primis pensioni e salari). Le politiche del Welfare sono, dunque, completamente abbandonate, e la privatizzazione dei beni e servizi primari fanno ulteriormente degenerare la qualità della vita. In pratica, chi non ha possibilità economiche è spesso abbandonato a se stesso, e non ha alcuna possibilità di ripresa sociale. In una realtà come quella di Torre Annunziata, dove ormai il degrado e l’emarginazione rientrano nell’ordinario, bisogna tempestivamente intervenire, tenendo ben presente che le categorie maggiormente a rischio sono rappresentate dai minori, che presentano spesso un’inquietante evasione scolastica, dagli anziani in stato di abbandono e dai portatori di handicap.
Negli ultimi anni le politiche sociali e giovanili sono state spesso condotte più per fare propaganda istituzionale che non per garantire risultati alla cittadinanza. Mancano interventi strutturali che organizzino seriamente attività di socializzazione ed aggregazione, anche attraverso l’attivazione di servizi e sportelli di supporto alla persona, con particolare riferimento all’ambito dei lavoratori, degli emarginati e degli immigrati tutti, prescindendo da qualsiasi riferimento etnico, religioso o culturale .
La mancanza, inoltre, di centri di aggregazione giovanile, di strutture per il tempo libero, di sale cinematografiche e teatrali, di centri sportivi, è un ulteriore aspetto negativo della nostra Città. Tale mancanza è chiaramente un frutto della poca disponibilità politica nel favorire la crescita e l’elevazione sociale e culturale dei giovani, che, nonostante i problemi logistici-strutturali della Città, non smettono di distinguersi in tutto il territorio nazionale e persino estero per il loro altissimo livello artistico e culturale, e nello sviluppo lungimirante dei concetti di autodeterminazione e di autogestione. Bisogna, prima di tutto, creare strutture per la partecipazione giovanile, come un centro polivalente autogestito per le attività artistiche e culturali, e che sia, nello stesso tempo, luogo aperto di confronto anche dialettico, come un polo sportivo multidisciplinare, come case del popolo e parchi per la crescita sana dei bambini e della cittadinanza tutta.  
Va, infine, contrastata la politica di tagli ai servizi e di riduzione degli spazi, che ha come bersagli principali proprio i giovani ed i meno abbienti, smettendola con la cantilena giustificatrice dei tagli attuati dal Governo centrale, i quali, però non valgono quando si tratta il numero di assessori, o quando si tratta di finanziare consulenti “amici” o qualche dirigente ultrastipendiato, come il Direttore Generale.
 
·        Riqualificazione della “macchina comunale”
 
Un vero rilancio produttivo, economico e socio-culturale non può non passare per una riqualificazione di quella che viene comunemente indicata come “macchina comunale”, che generalmente sottende qualità, capacità di intervento, professionalità e funzionalità degli operatori amministrativi comunali.
Intanto, riqualificazione non deve significare né riduzione né mortificazione della forza lavorativa, ma, al contrario, deve significare potenziamento delle capacità personali attraverso la formazione ed il continuo aggiornamento per far fronte alla continua evoluzione legislativa in materia amministrativa., per far sì che il tutto sia finalizzato ad un’offerta ottimale dei servizi pubblici. Inoltre, deve essere bandita ogni visione ideologica a favore delle privatizzazioni, intese come strumento di “modernizzazione”, le quali si sono dimostrate, in molti casi, inefficienti e, perseguendo il profitto come principale, se non unico, scopo, non fanno altro che produrre un aumento della disoccupazione ed un consistente aggravamento delle condizioni di vita e di lavoro dei lavoratori. 
Occorre, poi, mettere fine a quella pratica che ritiene i dipendenti comunali bacino elettorale e sindacale, ed occorre combattere quella sorta di sottogoverno che si crea, nei settori di attività, quando vi è staticità nelle posizioni dirigenziali non elettive, spesso causa di clientelismo, corruzione e di abuso di potere.
 
 
·        Ambiente e territorio
 
Esiste, a Torre Annunziata, un annoso problema: il degrado urbano ed edilizio, che, se risolto, potrebbe incrementare di molto le possibilità di sviluppo cittadino.
Interi quartieri hanno un patrimonio edilizio simile a quello delle favelas sud-americane: si tratta di veri e propri tuguri, ai limiti della vivibilità, che indicano l’incapacità e l’inettitudine delle varie classi politiche e dirigenti che si sono succedute. Il recupero dei quartieri fatiscenti era ed è per noi di Rifondazione Comunista una priorità di intervento, senza il quale è inutile parlare anche della prospettiva di rilancio della Città. Ottimizzazione e razionalizzazione, secondo le più moderne tecniche di insediamento urbanistico, devono essere i principi ispiratori degli interventi di recupero. E’ chiaro che la titolarità di tale intervento non può non essere quella pubblica, attraverso i piani regolatori generali e particolareggiati, ed attraverso risorse finanziare per ciò stanziate da attingere dai vari livelli istituzionali nazionali ed internazionali. In tale ottica, il Comune può avvalersi anche dell’ausilio di capitali e di figure professionali esterne all’amministrazione, sempre che il loro intervento sia subordinato alle vere esigenze di pubblica utilità.
Altro annoso problema è quello legato al disinquinamento del fiume Sarno. Anche se l’Amministrazione Comunale non ha grosse competenze in materia, può in ogni caso intervenire nelle sedi competenti della Provincia, della Regione e del Governo per pretendere che il diritto essenziale all’integrità sia fatto valere e che si utilizzino pene sempre più severe, fino ad arrivare alla nazionalizzazione in caso di provata recidività, nei confronti delle imprese che continuano ad avvelenare il nostro ambiente. Va inoltre incentivata e realizzata la totale raccolta differenziata dei rifiuti, poiché il riciclaggio è l’unica soluzione dei problemi, oltre che ambientali, anche di sicurezza pubblica, dello smaltimento dei rifiuti.
Le risorse ambientali vanno viste, dunque, come possibilità di sviluppo socio-economico del territorio, ed, in tale ottica, proponiamo la tutela dell’ecosistema locale come principio fondamentale dell’identità della cittadinanza e del proprio progetto culturale, promovendo, inoltre, la cultura della bonifica ambientale come condizione necessaria della vivibilità e della salute. In tale prospettiva, vediamo di buon grado i recenti provvedimenti, tra l’altro proposti proprio dal PRC, approvati dal Consigli Comunale in materia animalista. Va, infine, favorito il metodo di Agenda 21 Locale per rendere sostenibile lo sviluppo, integrando aspetti economici, sociali ed ambientali, intervenendo anche nel campo dell’educazione e della istruzione per favorire, nei giovani e meno giovani, una maggiore sensibilità ai problemi dell’ambiente.
 
 
·        Lotta alla criminalità
 
La piaga della microcriminalità ha prevalentemente radici di carattere politico ed economico, la quale è attinente alla grave forma di ingiustizia sociale dettata dal capitalismo, cioè quando il ceto politico, espressione della classe dominante, attua un’iniqua distribuzione delle risorse, che generalmente premia i ricchi ed i potenti a scapito dei poveri e degli indifesi. E’ altresì facilmente intuibile la relazione che lega la disperazione economica alla criminalità.
L’altro elemento da tener presente, che è la causa della criminalità organizzata, è la volontà di arricchimento e di potere al di fuori delle regole stabilite per la competizione tra capitalisti.
Il degrado e l’emarginazione sono, dunque, l’effetto di politiche sbagliate e di stampo borghese, e sono la causa diretta della micro e macro criminalità.
Il problema della criminalità può essere, dunque, affrontato con politiche economiche più giuste, e con politiche sociali finalizzate al recupero di coloro i quali hanno il delinquere come unico sbocco al loro stato di estrema emarginazione. La stessa criminalità organizzata può essere fortemente ostacolata con tali politiche, che sottrarrebbero ad essa la linfa vitale della manovalanza reclutata in questo contesto di enorme disagio sociale.
E’, quindi, la politica, attraverso una drastica diminuzione della marginalizzazione, e non la militarizzazione del territorio, da più parti evocata ed auspicata, che può dare risposte giuste a questo grave problema. 
Occorre, però, operare in ogni caso per la tutela e la sicurezza di tutti, specie dei più esposti: in tale ottica, diventa fondamentale il contributo delle forze dell’ordine.
L’Amministrazione Comunale anche in ciò può fare la sua parte, facendosi carico di un coordinamento tra tutte le forze dell’ordine esistenti sul territorio, in modo da ottimizzare gli interventi, contribuendo alla creazione di un’organizzazione, nella comunità, di cooperazione con le forze dell’ordine, in vista di una prevenzione che può essere conseguita, a sua volta, anche attraverso “progetti di sorveglianza di vicinato” formati da comitati di zona, e sostenendo attivamente tutte quelle associazioni “di fatto” che, sul territorio, lottano contro fenomeni delinquenziali per la crescita della cultura della legalità.
 
 
 
·        Promozione della “cittadinanza attiva”
 
Proponiamo e promuoviamo, infine, la partecipazione attiva dei lavoratori e della cittadinanza tutta alle scelte fondamentali di sviluppo del territorio, poiché partiamo dalla convinzione che ogni riflessione sui problemi della società deve essere alimentata e messa alla prova in pratiche sociali dirette e diffuse. La promozione della cd. “cittadinanza attiva” consiste, dunque, per noi di Rifondazione Comunista, in un fortissimo segnale della reale volontà di cambiamento da parte dell’Amministrazione Comunale, e contribuisce fattivamente alla ricostruzione del rapporto tra cittadini e Politica.
In tal senso, proponiamo (in realtà l’abbiamo già fatto nella scorsa consiliatura) un progetto di Bilancio Partecipativo, che consiste nell’apertura dell’Amministrazione Comunale alla partecipazione attiva e diretta dei cittadini nell’assunzione di decisioni sugli obiettivi e sulla distribuzione degli investimenti pubblici e, dunque, nella partecipazione attiva alle scelte fondamentali di sviluppo del territorio. In poche parole, si caratterizza come processo partecipativo di discussione sulle proposte di Bilancio, che si snoda durante l’anno, fino a disegnare una proposta articolata di Bilancio per ogni anno di gestione successiva, sulla base di richieste priorizzate dalla cittadinanza. Coi cittadini, in conclusione, si condividerà la gestione delle risorse con carattere maggiormente “flessibile”; in particolare, si discuterà su almeno il 70% delle risorse destinate a servizi sociali, attività culturali, acquisto, ristrutturazione e destinazione di immobili, riqualificazione territoriale e viabilità.
Proponiamo, inoltre, di sperimentare forme di “canteri sociali”, intesi come luoghi d’interazione, anche conflittuali, con il governo costituito della Città. I “cantieri sociali” saranno anche luogo di confronto e di organizzazione delle mille esperienze di resistenza allo smantellamento dei sistemi di protezione sociale e dei diritti dei lavoratori, dei disoccupati, dei pensionati e degli studenti.
Intendiamo, dunque, chiedere a tutti di lavorare attorno ad un progetto di nuova città, ad uno scenario futuro condiviso; insomma, ad una modalità di agire politico costruito dal basso
 
 
 
E’ opportuno, infine, puntualizzare che tutto ciò che è qui esposto, non significa costruire il Comunismo, ma voler attuare una politica comunale progressista,  di Sinistra ed alternativa sia a quella neoliberista delle destre, che sta devastando il Paese, sia a quella neocentrista della maggioranza uscente.
La povertà,l’emarginazione, l’esclusione, il degrado sociale e ambientale hanno raggiunto in città livelli insostenibili a tratti anche peggio della media nazionale.
Urge una svolta nell’agire politico dell’amministrazione comunale. L’unica svolta possibile è a Sinistra.