Casella di testo: Lettera Per Torresette
Gentile Direttore,
leggo in un articolo pubblicato sull’ultimo numero del Suo giornale (21 luglio 2006), firmato dalla giornalista Francesca Fortunato, che, qualora si individuasse un sito sul territorio per lo smaltimento dei rifiuti, sarebbe opportuno “realizzare un piccolo impianto di temodistruzione che ci renderebbe autonomi dall’emergenza rifiuti e ci consentirebbe anche di trarre vantaggi economici e occupazionali”. Mi permetta di dissentire totalmente da questa proposta, e di fornire alcune informazioni utili a tutti coloro che, in buona fede, si lasciano convincere che questa sia la strada più semplice ed efficace per risolvere il grave problema dello smaltimento dei rifiuti. 
L’incenerimento dei rifiuti è la tecnica più dannosa per la salute umana e per l’ambiente in quanto le alte temperature di combustione fanno sì che si liberino nell’aria un’enorme quantità di elementi cancerogeni, tra cui delle polveri finissime (le nanopolveri) persistenti e accumulabili negli organismi viventi. Ad asserire ciò sono insigni ricercatori, la FIMMG (Federazione Italiana Medici di Medicina Generale) e decine di professori universitari di tutta Europa.
Altri Stati membri dell’UE fanno pagare tasse altissime ai gestori degli inceneritori proprio per disincentivare questa tecnica e nei paesi, come la Germania, in cui sono sorti i primi inceneritori, si sta assistendo ad una loro graduale dismissione. E’ mai possibile che l’Italia debba essere sempre un passo indietro rispetto agli altri paesi europei, e soprattutto il Sud? La vera soluzione del problema è quella di incentivare una vera e capillare raccolta differenziata, riciclare tutti i prodotti convertibili (in particolar modo carta e legno per ridurre anche il grave problema dell’abbattimento delle foreste) ed educare la popolazione verso la riduzione degli sprechi e il rispetto dell’ambiente in cui vivono. E poi mi lasci dire che esistono altri settori che permetterebbero di trarre “vantaggi economici e occupazionali” per la nostra città, non certo delle strutture che producono veleno e ammazzerebbero per primi chi ci lavorerebbe. 
Nella speranza che questa mia lettera venga pubblicata nonostante sia in contrasto con un articolo del Suo giornale, Le pongo i miei più distinti saluti.
 
Martina Coppola 
(membro della segreteria cittadina del Partito della Rifondazione Comunista)