Casella di testo: Conferenza stampa 19/12/05 – PRC – SDI - PDCI
 
Dichiarazioni rilasciate dal Partito della Rifondazione Comunista. 
 
La giornata
 
Il Partito della Rifondazione Comunista saluta con soddisfazione questa Conferenza stampa, fatta per la prima volta, con gli amici dello SDI ed i compagni dei Comunisti Italiani.
E’sempre positivo il pubblico confronto tra le diverse opposizioni della Sinistra,specie in una fase così critica ed anomala che vede i DS,per la prima volta, unico partito della Sinistra al Governo della città.  
E’importante sottolineare che i partiti presenti oggi, hanno fatto,di recente, percorsi e scelte diverse. Queste stesse forze politiche pur continuando a rivendicare le proprie posizioni e la reciproca autonomia di iniziativa riescono ugualmente a confrontarsi, con mutuo rispetto ed interesse, in un momento,come dicevamo, così critico della politica,specie sul territorio. 
Il tutto avviene in maniera orizzontale, senza la necessità di alcun partito guida.
 
La fase attuale
 
I fatti recenti avvenuti nella provincia di Napoli,con il commissariamento di diversi comuni, governati dal centro-sinistra, ci dicono che la democrazia si trova di fronte a nuovi pericoli.
Il principale antidoto alla degenerazione ed all’inquinamento della politica sta soprattutto nel garantire legittime  rappresentanze a ceti sociali ,oggi completamente espulsi dalle istituzioni democratiche. Nei consigli comunali,infatti, non ci sono più operai, non ci sono più studenti,mancano i giovani (e non anagraficamente intesi! ma  giovani  con cultura e consolidato impegno politico), mancano i diretti rappresentanti della cittadinanza attiva e dell’associazionismo libero e indipendente.
Questi soggetti,una volta considerati centrali per la democrazia, sono stati, dalle ultime elezioni comunali, definitivamente sostituiti da persone provenienti da ben altri settori, a partire dalla Sanità.
Partiti di colore diverso,finanche opposto, che esistono da sempre nel Paese, sono stati sostituiti da liste civiche locali, mai impegnate in politica prima del voto comunale.
Siamo di fronte alla più grande crisi della rappresentanza. Ma perché accade questo?
E’ indubbio che questa crisi viene da lontano,almeno da quando le forze politiche della sinistra hanno cessato di essere partiti per diventare veri e propri comitati elettorali. 
Queste forze si sono progressivamente chiuse,non fanno più attività politica,se non in vista di elezioni.
L’unica aggregazione che fanno non è tra la gente ma tra ceto politico stesso, mediante liste forti in vista delle elezioni, passate le quali, questa aggregazione continua con operazioni trasformistiche  all’interno dei consigli comunali. Il caso recente più indicativo, a Torre, è stato quello di un consigliere comunale eletto in Forza Italia e poi passato ai DS.
Non è preciso dunque affermare che l’opposizione di centro-destra a Torre Annunziata sia scomparsa. Gran parte della destra è stata invece assorbita dai partiti che oggi siedono in giunta. 
 
 
 
Le attività produttive e l’ occupazione
 
Il nostro territorio è diventato una zona franca ed un mercato. 
La Legge 236/93, definisce l’area torrese-stabiese “area di crisi”. Tess e Contratto d’Area hanno prodotto solamente speculazione  con la compravendita dei suoli, sempre a favore dei privati di turno.
Così come l’Italia è diventata un mercato per prodotti di altri paesi, il Sud della nazione è oggi più di ieri il mercato del Nord . 
E’in questa logica che si inserisce anche il centro commerciale nell’ex Italtubi.
Sul territorio non vengono insediate attività produttive ma centri di vendita e consumo di beni fatti altrove.
Il senatore Florino di AN, che muove critiche al mega centro commerciale (anche se riferite al cambio di assegnazione dei suoli[1]) dovrebbe ricordarsi che i suoi colleghi di partito,nella fase conclusiva della consiglio comunale uscente, votarono a favore del nuovo piano che ne prevede l’insediamento.
 
Secondo uno studio interessante[2] dell’Ires Campania, il numero di disoccupati a Torre Annunziata arriva a 12618 unità con un tasso relativo del 25,9%, che supera anche  quello provinciale (tra i più elevati del Paese) corrispondente al 24,7%.  
Questo ha generato una forte accelerazione dei flussi migratori dal territorio.  
Si è passati dai[3] 60533 residenti del 1981 ai 46276 del 2001. In pratica si è imposta un’emigrazione forzata al territorio che portato alla decurtazione di circa un quarto della popolazione residente. 
 
O questo trand viene fermato o la città scompare.
 
Gli insediamenti della cantieristica devono subito partire ma garantendo un impatto occupazionale su questo territorio. Va data precedenza assoluta ai lavoratori espulsi dal circuito produttivo precedente, con corsi di formazione finalizzati e di qualità.  
 
Il turismo e le infrastrutture
 
Sullo sviluppo dell’Area va fatta chiarezza. 
Nel dilemma se è meglio l’ industria o il turismo sul territorio, non si è fatto né l’ uno né l’altro. 
Le statistiche ufficiali[4] ci dicono che mettendo insieme Germania e Regno Unito, si ottengono in questi due Paesi, maggiori presenze turistiche di tutte le regioni del mediterraneo unitariamente considerate (Francia esclusa). 
Questo significa che il turismo non è il petrolio dei poveri ma  la principale attività dei Paesi industrializzati di oggi. 
In altre parole, qui come altrove, non c’è turismo senza industria.
Il dato tedesco parla chiaro: i turisti non vanno dove ci sono i grossi “attrattori turistici”, i quali di certo non mancano sui nostri territori, bensì vanno dove c’è la qualità della vita. I turisti sono persone come noi. Essi hanno gli stessi bisogni dei residenti abituali,pertanto non c’è distinzione tra la qualità della vita dei turisti e quella delle comunità locali. In un posto dove i residenti vivono male, stanno male anche i turisti. Pertanto se in questi anni,al posto di Pompei Tech World, per fare soltanto un esempio di progetti faraonicamente finanziati e miseramente falliti, si fosse pensato a cose molto più semplici e più vicine al cittadino, come il miglioramento delle strade,delle  piazze,dei parcheggi, del verde pubblico, dei parchi per bambini, la raccolta differenziata dei RSU, ecc. probabilmente avremmo fatto un passo in avanti non solo per la comunità locale ma anche per il possibile turismo. 
 
Molti dei lavori pubblici realizzati sono stati completamente sbagliati. 
Sono stati buttati al vento 200mila euro[5] per ristrutturare Piazza E. Cesaro, già distrutta appena finiti i lavori. La nuova rampa Nunziante non prevede i marciapiedi. 
Al posto di tali sperperi sarebbe stato meglio  investire,insieme alla Provincia, sull’utilizzo possibile del complesso Cristo Re per farne un parco pubblico per la città. 
 
Non si può parlare di turismo mentre il centro storico cittadino continua ad essere un ghetto.
Il quartiere Provolera,presumibilmente il più importante della città dal punto di vista storico, versa in un degrado da terzo mondo. Ci sono ancora i megaraccoglitori per l’immondizia che rimane per giorni,anche sotto la pioggia,mentre proprio nelle ultime settimane sono stati sostituiti quelli sul corso Umberto I. 
Magnaghi[6] nel 1994 scriveva: “ Bisogna favorire la rinascita dei luoghi, non delle città, dei luoghi, dove il termine luogo sta ad indicare un ambito dello spazio in cui esiste un rapporto identitario, forte, coinvolgente,interattivo, tra la comunità ed il territorio.”
Per ridare un volto a questo territorio vanno valorizzate le sue radici e la sua identità. 
Va in questa direzione il progetto di eco-museo, promosso dall’Arci Oplonti,per il percorso museale dello storico ciclo di produzione della pasta. Questo progetto prevede il riuso del patrimonio produttivo dismesso ed interventi urbanistici di rilievo a partire dal rifacimento di marciapiedi e palazzi d’epoca. Il progetto è stato già presentato in importanti convegni con la Regione Campania  e l’Università Federico II,strappando prestigiosi patrocini. E’ una proposta che noi sosteniamo.
 
La Delibera sulla rinegoziazione dei mutui bancari, approvata dal Consiglio Comunale uscente, indicava l’acquisto del Moderno o la realizzazione di un impianto sportivo impiegando la relativa disponibilità finanziaria. Ad oltre un anno di distanza non si è fatto né l’uno né l’altro.
Noi proponiamo anche in questa sede, l’acquisto del teatro Moderno da parte del Comune per  sottrarlo al degrado e farne un luogo di cultura e di massa. 
 
La necessità di una svolta
 
La maggioranza che governa la città non è nemmeno in grado di garantire l’ordinaria amministrazione.
L’ esempio più significativo è stato già esposto,la Piazza Ernesto Cesaro,distrutta appena ristrutturata,per la quale, vale la pena di ripetere,  sono andati in fumo 200mila euro. 
Il voto popolare è stato sconvolto. Da dieci candidati a Sindaco si è in seguito registrata una graduale unificazione di forze. Tutti insieme a governare e senza un programma che vada oltre la distribuzione degli incarichi . 
 
Non possiamo non trarre le dovute conclusioni da tutte le considerazioni si qui esposte. 
Rilanciamo la questione morale intesa come diritto dei cittadini ad avere un buon governo.  
Rivendichiamo il percorso fin qui portato avanti dal Partito della Rifondazione Comunista, dalla rottura con la Giunta Cucolo con il conseguente passaggio all’opposizione, alla scelta di correre da soli alle ultime comunali, per un’alternativa e non un’alternanza alla politica del territorio e per la fermezza con la quale ci siamo caratterizzati, fin dall’inizio della consiliatura,  come forza autonoma e di opposizione alla Giunta di questo pessimo centro-sinistra. 
I fatti ci hanno dato ragione e ci inducono pertanto a continuare su questa strada che per noi rimane la via maestra.
Proponiamo,come abbiamo già fatto in precedenza, le dimissioni del Sindaco e dell’intera Giunta comunale affinché si vada al voto anticipato. 
La città non può più aspettare.
 
Nuove  libere elezioni per Torre Annunziata.          


[1] Metropolis,15 dicembre 2005 pag. 7. 
[2] “Profilo economico dell’Area Tess” pubblicato nel settembre 2004.
[3] I dati che seguono sono di fonte Istat, Censimento 1981,1991,2001.
[4] Eurostat, Turismo somos todos, 2005, pag. 18.
[5] Metropolis,10 dicembre 2005 pag. 24.
[6] Alberto Magnaghi,dipartimento urbanistica Università di Firenze.