USCIAMO DAL SILENZIO

 

“Usciamo dal silenzio” è stata la parola d’ordine che ha dato vita ad un’assemblea di donne che ha autoconvocato la manifestazione del 14 gennaio a Milano per rispondere ai ripetuti attacchi autoritari del governo Berlusconi anche nei confronti dell’autodeterminazione delle donne.

La maternità, da sempre desiderio ed espressione del corpo femminile, non può essere separata dalla donna stessa e quindi dal suo corpo come invece fanno continuamente, nelle loro dichiarazioni, il governo Berlusconi e il cardinale Ruini.

La legge 40 sulla Procreazione Medicalmente Assistita infatti nega l’accesso alla maternità, nonostante la ricerca scientifica lo consentirebbe, a quelle donne che altrimenti non potrebbero vivere questa esperienza  mentre l’attacco alla 194 (la legge che dall’81 regolamenta l’interruzione volontaria di gravidanza) nega alle donne di vivere consapevolmente e dunque felicemente l’esperienza della maternità.

Entrambi gli atteggiamenti evidenziano un piglio autoritario che espropria le donne di una scelta che non riguarda che loro stesse. Questi due episodi sono solo la punta dell’iceberg: la verità è che ancora oggi le donne non possono scegliere la vita che vogliono.

La precarietà in questo mercato del lavoro, che ti chiede sempre di più e ti offre sempre meno diritti, esclude naturalmente le donne il cui corpo e la cui natura  sono portatori di diritti che vanno necessariamente tutelati.

La mancanza di diritti in questo mercato del lavoro ti pone di fronte all’out-out: o madre o donna manager... e le statistiche sono molto povere di donne manager e zeppe di donne disoccupate!

Le donne infatti pagano come tutti i soggetti più deboli le conseguenze della crisi economica e sociale e l’acuirsi della violenza come unica forma della politica in grado di governare questa crisi. Questo modo di fare politica ha ormai dispiegato tutti i suoi fallimenti : guerre, aumento della violenza, incertezza, precarietà, disperazione.

E’ una politica sempre più autoritaria e autoreferenziale che esclude la presenza femminile.

Ciò accade in particolare nei nostri territori dove la politica assume caratteri baronali e feudali ed è fatta di santi, padroni e protettori. Questo ci parla di un vuoto di democrazia e diritti estraneo alla cultura politica femminile. Abbiamo un urgente bisogno di un’altra politica, di un’alternativa di società. Questa “altra” politica ha bisogno delle donne, deve riconoscere la nostra cultura e i nostri linguaggi che parlano di spazi pubblici aperti e plurali dove siano messe al bando le guerre e le violenze. Solo in questi spazi la non-violenza potrà farsi pratica per agire questa ”altra” politica fatta di nuovi e vecchi diritti da conquistare e difendere in assenza dei quali le donne e gli uomini non determinano liberamente le proprie vite.

Per questo saremo in piazza il 14 gennaio e per queste ragioni invitiamo le donne, soprattutto in questo momento di solitudine, a riprendersi gli spazi e la parola.

Sentiamo l’esigenza di aprire un percorso femminista che vada anche oltre il nostro partito e che appunto sia fondativo di un’altra politica nel nostro territorio.

Tutte quelle che sono interessate possono contattarci per organizzare futuri incontri. 

 

 

Le donne del circolo del Partito della Rifondazione Comunista di Rivello “Rosa Luxemburg”

 

Per contatti : rifondazionerivello@libero.it