RIFIUTI TOSSICI E NUCLEARI: "NOSCORIE TRISAIA" CHIEDE TRASPARENZA E CHIAREZZA
Dopo le rilevazioni del presunto pentito dei boss circa la presenza in Basilicata di rifiuti tossici e radioattivi, sono state intraprese complesse operazioni di ricerca, anche con l’uso di moderne apparecchiature e con i satelliti. A fronte di questa prima immediata risposta da parte delle Istituzioni, il Movimento Antinucleare Pacifista Noscorie Trisaia rileva come sia ancora assente una corretta informazione basata sulla chiarezza e trasparenza delle fonti e sui ruoli ricoperti dai diversi organismi nell’attività di indagine.
Nell’auspicare che le rilevazioni fatte dall’Espresso siano infondate, non possiamo non rilevare come a conferme circa il ritrovamento dei fusti radioattivi da parte dei Corpo Forestale di Potenza abbiano fatto riscontro in poche ore smentite ufficiali da parte degli organi di polizia del Corpo Forestale dello Stato di Matera. Inoltre non è ancora chiaro a quale Procura o autorità sia stato affidato il compito di indagare circa le rilevazioni fatte dall’Espresso. Noscorie-Trisaia in proposito evidenzia la necessità che l’opera di ricerca da parte degli organi di polizia e dei vari organismi scientifici, investiti a vari livelli, possa essere coordinata dalla Regione Basilicata mediante una Unità di Crisi operante in stretto rapporto con la magistratura inquirente, coinvolgendo in questo rapporto il Tavolo Regionale della Trasparenza, allargato anche ai sindaci della Val Basento (aree queste già devastate dall’industria e dai rifiuti chimici) , del Metapontino ed alle Associazioni e ai Comitati dei cittadini.
Quello che è “uscito dalla porta ieri potrebbe oggi rientrare dalla finestra”: non vorremmo ritrovarci di fronte ad una “nuova Scanzano” questa volta con una “scelta obbligata” imposta dal ricatto della malavita e da quanti sono interessati a realizzare in modo legale il Deposito Unico Radioattivo a cui i Lucani hanno già detto no.
Non vorremmo che la Trisaia di Rotondella possa essere funzionale a questo disegno, che affonda le proprie radici nella riapertura del nucleare in Italia. Non vorremmo così ritrovarci “affidati” alle competenze della Sogin da cui ancora aspettiamo che fornisca risposte esaurienti alle nostre domande su cosa davvero intende fare degli impianti Itrec presso il Centro della Trisaia, il cui futuro non è affatto chiaro, come non sono chiari i cosiddetti “misteri della Trisaia” e il ruolo ricoperto in passato dall’Enea circa la gestione dell’affare nucleare nel sud Italia e sullo Ionio. I rifiuti nucleari o in ogni modo pericolosi eventualmente ritrovati vanno rispediti al mittente, in altre parole a chi li ha prodotti e cercato di non smaltire, nulla deve rimanere in Basilicata.
In questo momento è importante che le forze politiche, le Istituzioni ed i cittadini ritrovino l’unità dimostrata durante la lotta di Scanzano per dare una risposta decisa al disegno della malavita e di quanti oggi vogliono che la regione diventi terra di nessuno, cancellando così definitivamente la nostra identità ed il nostro futuro.
13/06/2005