Inizia sui programmi il confronto tra sinistra radicale e riformisti. Bertinotti lancia la sfida delle primarie
Per la prima volta in Italia è iniziata la battaglia delle primarie. Si combatterà solo nel centro-sinistra, perché il centrodestra ha deciso che ne farà a meno. Le primarie del centro-sinistra coinvolgeranno alcune centinaia di migliaia di elettori, si spera più di un milione o un milione e mezzo. Ci saranno vari candidati. I principali sono due: Romano Prodi, che quasi sicuramente vincerà le primarie e sarà quindi il candidato dell'Unione alle elezioni politiche del 2006, e Fausto Bertinotti, che porterà nella competizione i programmi e le idee dell'ala sinistra dell'alleanza. Probabilmente correranno anche Di Pietro, Pecoraro Scanio e forse qualcun altro.
Sono importanti queste primarie, o sono solo una formalità? Tutto dipenderà da come si svolgeranno. Paradossalmente, le primarie - che servono a scegliere un leader - potrebbero essere la via d'uscita dal leaderismo esasperato che da diversi anni ha travolto la politica italiana. Da quando esiste il maggioritario, non si riesce a parlare d'altro: Prodi, o Amato, o Rutelli, o Veltroni, o D'Alema, o Fassino, eccetera... Alle primarie è possibile finalmente condurre una battaglia politica e una campagna elettorale basata non sui nomi (che sono già definiti e vengono sottoposti al voto fuori dalle mediazioni e dai giuochi di sponda) ma sui programmi e sulle linee politiche che ciascuno presenta agli elettori. Le primarie saranno il terreno sul quale la sinistra riformista e la sinistra radicale - cioè la componente più centrista e quella più di sinistra dell'Unione - si misureranno sulla base dei propri progetti di riforma del paese e della società italiana. I rapporti di forza tra riformisti e radicali saranno decisi dagli elettori e avranno un peso decisivo nel definire i programmi dell'Unione.
Bertinotti, con la sua candidatura, lancia una sfida ai riformisti, e su questa sfida punta a raccogliere tutte le forze della sinistra radicale (partiti, pezzi di partiti, movimenti, associazioni, correnti culturali, semplici cittadini). In che consiste questa sfida? Lo vedremo nelle prossime settimane. Possiamo iniziare a descrivere i terreni principali di questa battaglia.
La pace, innanzitutto. L'area riformista del centro-sinistra considera la pace un obiettivo da raggiungere con mezzi variabili, anche, talvolta, con l'uso della forza e delle azioni di guerra. La sinistra-sinistra chiede invece il rispetto totale dell'articolo 11 della Costituzione, quello che prevede il divieto dell'uso delle forze armate fuori dai confini nazionali; e chiede anche la riduzione degli armamenti e delle spese militari, e il rispetto degli obiettivi fissati dall'Onu per la cooperazione internazionale, e cioè nella lotta alla povertà (perché ritiene la lotta alla povertà uno degli strumenti fondamentali per favorire la pace nel mondo). L'Onu ha fissato nel 7 per mille del prodotto lordo nazionale la quantità delle risorse che i paesi ricchi devono destinare alla cooperazione. Oggi l'Italia destina alla cooperazione poco più dell'1 per mille (circa un quarto di quello che va al finanziamento del Vaticano).
Il secondo grande tema è quello dei diritti, e in particolare dei diritti del lavoro. La sinistra-sinistra dice che i diritti sono al primo posto e il mercato, la competitività (e i profitti, e le rendite, eccetera) devono essere subordinati ai diritti. Diritto a un buon lavoro, diritto a un buon salario, diritto a buone condizioni di lavoro, diritto a una buona istruzione, e poi diritti sociali, civili, di cittadinanza. Per tutte le persone, e non solo per i bianchi, o solo per gli italiani, o solo per i maschi, o solo per i ricchi. Il centrosinistra riformista su questi temi è più incerto, perché è molto legato all'obiettivo della competitività.
Il terzo tema della campagna elettorale - il meno popolare - è quello dei migranti. La questione è molto semplice: i migranti sono un problema di ordine pubblico, o nel migliore dei casi un problema di utilità economica (servono o no alla nostra economia?) o invece sono persone da proteggere, aiutare e mettere sullo stesso piano dei cittadini italiani, qualunque sia la via per la quale sono arrivati nel nostro paese?
Ultima questione è l'Europa. La sinistra riformista era favorevole all'approvazione della Costituzione molto liberista, scritta dalla commissione presieduta da Giscard, e che immaginava un'Europa costruita sul mercato. La sinistra dell'Unione dice: salviamo l'Europa, riscriviamo la Costituzione, gettiamo le basi di un'Europa democratica e dei popoli che sostituisca l'Europa burocratica dei governi.
Noi di "Liberazione" seguiremo passo passo questa battaglia delle primarie. Vogliamo che il giornale diventi uno strumento importante per scrivere il programma, suscitando una grande partecipazione di massa. Chiediamo anche a voi di intervenire. Scriveteci cosa ritenete fondamentale nel programma politico della sinistra. Vi mettiamo a disposizione uno spazio sul giornale e il sito internet di "Liberazione".
Piero Sansonetti