Ferrandina Sui binari Legambiente, Federconsumatori,
Rifondazione e "La Cupola Verde"
L'estremo saluto alla stazione
Cerimonia del "consolo" dopo la soppressione del personale
FERRANDINA - La stazione ferroviaria di Ferrandina, da
ormai una settimana, "muore" di solitudine. La
tecnologia ha preso il posto dei sei capistazione finora
in servizio. Nel piazzale il deserto. E allora non ci
resta che piangere.
Il rito funebre oggi alle ore 15.30 in punto, in
corrispondenza del passaggio del treno intercity
Taranto-Roma.
Ad accogliere gli sventurati passeggeri "orfani", loro
malgrado, di ferrovieri in carne e ossa, corone di fiori
listate a lutto e persino la banda per la marcia
funebre. A rendere meno doloroso l'estremo saluto alla
stazione che fu, i dolcetti che gli attivisti di
Legambiente, Federconsumatori, la Cupola verde e
Rifondazione comunista offriranno ai viaggiatori. In
sostanza sarà riproposto, quello che in passato era il
rito del "consolo". Ma come in ogni funerale che si
rispetti, a mancare non saranno certo le lacrime.
Lacrime amare per i disservizi presenti e futuri che i
viaggiatori saranno costretti a patire per effetto della
soppressione dei capistazione. Lo scalo ferroviario,
infatti, se le Fs non cambieranno idea, resterà
disabitato e non vi sarà alcuna presenza di Trenitalia
al servizio dei viaggiatori; non vi sarà nessuna
possibilità di chiedere informazioni su orari dei treni,
possibili ritardi o corse soppresse né tantomeno vi sarà
la possibilità di avere ancora in funzione la piccola
sala d'aspetto e i servizi igienici.
«Ulteriore segno di marginalità della regione e della
provincia materana sostengono i promotori
dell'iniziativa- nelle politiche di FS e Trenitalia».
Poco importa, dunque, come le Ferrovie rassicurano, che
i treni continueranno a fermarsi regolarmente. Il
problema in ogni caso rimane. E non la pensano così solo
i cittadini, Rifondazione, e le numerose associazioni
del comprensorio che si sono mobilitate contro la
"desertificazione" della stazione ferroviaria di
Ferrandina. «Una scelta irrazionale che colpisce un
intero comprensorio in cui risiedono oltre 100 mila
abitanti», così è stato bollato il nuovo corso delle
Ferrovie dello Stato dagli onorevoli Giuseppe Molinari
(Margherita) e Salvatore Adduce (Ds), firmatari, come
già riportato dal Quotidiano, di una interrogazione a
risposta in commissione.
I due parlamentari lucani, raccogliendo la richiesta di
un comitato civico costituitosi a Ferrandina, si sono
rivolti direttamente al ministro dei trasporti e delle
infrastrutture, Pietro Lunardi. Ma senza finora alcun
esito. La richiesta? Semplicissima. «Conoscere quali
iniziative il governo intenda promuovere per garantire
nella stazione di Ferrandina la presenza di personale
Rfi al fine di assicurare un livello di sicurezza e di
servizio degno di un sistema di trasporti europeo».
Anche perché non si capisce a cosa possa servire il
raddoppio dei binari se diminuiscono in un colpo solo
qualità e sicurezza del servizio.
Roba da strapparsi i capelli. Non a caso oggi pomeriggio
si piangerà con le "prefiche" alla dipartita dell'ultimo
scalo dei calanchi lucani. E ci sarà anche il conforto
morale di "don Rocco" (alias Roberto Linzalone, poeta e
fine dicitore materano) e la presenza di
Federconsumatori Matera.
L'ultimo fischio "laico" a un treno di passaggio, per
dirla con Legambiente, per un allegro funerale.
Margherita Agata