Agli operatori della Giustizia del distretto della Basilicata

 

Il 9 e il 10 aprile si svolgeranno le elezioni per il rinnovo del Parlamento.

Rifondazione Comunista, componente essenziale dell’alleanza politica che candida il Prof. Romano Prodi alla guida del futuro governo, attraverso un proprio autorevole esponente, il Prof. Giuliano Pisapia, che ha presieduto l’apposito gruppo di lavoro dell’ UNIONE, ha fornito un importante contributo all’elaborazione del programma per la giustizia.

Il programma, in tutta la sua articolazione, può essere consultato sul sito internet.

Riteniamo tuttavia far cosa utile evidenziandone gli aspetti più importanti con qualche riflessione sulla Basilicata.

Rifondazione Comunista e i partiti dell’Unione sono convinti che in una società complessa, l’esercizio della giurisdizione rappresenti uno dei momenti più delicati e difficili, ma sicuramente indispensabile, per la regolazione dei conflitti. A fronte di tale convincimento va rilevato come, in nessun altro Paese come nell’Italia nell’ultimo quinquennio sia stato registrato un così intenso, spregiudicato ed arrogante attacco alla libertà e all’autonomia della giurisdizione.

L’attacco si è sostanziato con frequenti aggressioni alla magistratura, con la promulgazione di numerose leggi ad personam, politiche repressive (immigrazione, diritto di asilo, droghe, ecc…), con la trasformazione del sistema giustizia in una macchina sempre più improduttiva ed inefficace.

In poche parole una giustizia dal chiaro sapore classista.

Il programma dell’Unione si propone di rimuovere i guasti prodotti dal governo Berlusconi riconquistando il clima di libertà, autonomia ed indipendenza, senza il quale né la magistratura né l’avvocatura possono operare proficuamente e realizzando un “sistema giustizia” che produca efficacia e tempestività.

Per il raggiungimento di tali finalità occorre:

1) rimuovere tutti gli aspetti dell’ordinamento giudiziario introdotto da Berlusconi, in stridente contrasto con i principi costituzionali, se del caso sospendendone l’efficacia;

2) sottrarre la carriera del magistrato alle regole del formalismo concorsuale a favore di una valutazione di professionalità permanente;

3) evitare ogni forma di gerarchizzazione della magistratura, anche di quella inquirente;

4) istituire l’ufficio del giudice, che supporti il magistrato alleggerendolo dalle incombenze amministrative;

5) procedere alla copertura e valorizzazione degli organici del personale amministrativo e di quello togato;

6) aumentare la competenza per valore del giudice di pace e individuare altre competenze funzionali (come, ad esempio, controversie condominiali, di buon vicinato, separazioni consensuali allorché non vi siano figli ecc.).

Inoltre nella consapevolezza piena che la professione forense partecipa attivamente all’esercizio della giurisdizione bisogna:

a) prevederne la competenza, in via esclusiva, sia del patrocinio che della consulenza svolta in via professionale;

b) prevedere il mantenimento degli ordini e la loro natura di soggetti pubblici;

c) riformare il sistema dell’accesso che dovrà basarsi sulla frequenza di scuole forensi e di specializzazione per le professioni legali, sul tirocinio e su un esame di stato finale.

L’Unione considera prioritaria una giustizia uguale per tutti che non arrivi tardi. E’ necessario pertanto:

d) dare certezza e stabilità alle norme processuali;

e) assicurare ad ogni persona, parte offesa o imputato, il diritto alla difesa, aumentando il tetto di “non abbienza” per l’ammissione al gratuito patrocinio;

f) privilegiare misure alternative alla carcerazione e misure finalizzate al risarcimento dei danni.

I guasti prodotti dal governo Berlusconi al “sistema giustizia” sono evidenti anche in Basilicata.

Gli organici di magistrati ed amministrativi sono da un lato insufficienti e dall’altro non completi. I tempi della definizione dei processi, soprattutto nella materia civile, sono di una lunghezza inaccettabile.

Berlusconi, con l’attacco ai magistrati, ha fatto proseliti anche in Basilicata.

Accade sempre più spesso che chi è indagato ingaggi battaglie contro magistrati e forze dell’ordine.

Comportamenti del genere non sono ammissibili. Né sembrano utili, alle istituzioni e all’avvocatura, commistioni tra rappresentanza della categoria o degli ordini professionali e rappresentanza politica a livello provinciale e regionale, tale che molto spesso non si comprende se taluni personaggi parlano nelle vesti di rappresentanti dell’ordine forense o del partito che rappresentano.

Rifondazione Comunista, nel sottolineare la necessità del rigoroso rispetto dell’inviolabilità della libertà personale si batterà perché, con priorità assoluta, la legge preveda l’audizione dell’indagato prima dell’adozione della misura cautelare, salvo specifiche e motivate ragioni ostative.

L’errore giudiziario, che pure è possibile, si deve combattere con le riforme possibili e con i rimedi della giurisdizione. Mai il rimedio potrà essere rappresentato dalla denigrazione e dalla lotta dell’indagato verso gli inquirenti e i giudici. Dovrà, in definitiva, essere ristabilito l’equilibrio ed il reciproco rispetto tra i poteri dello stato.

Per far questo è indispensabile un “sistema giustizia” che funzioni e sia rapido nelle decisioni e una giurisdizione che si caratterizzi sempre di più per autonomia e imparzialità.

Potenza, 29 marzo 2006

Per la segreteria regionale di Rifondazione Comunista - Rocco Rivelli

Per la Sinistra Europea –Sez. di Basilicata - Vincenzo Montagna