Decine di arresti a Napoli, Siracusa e Matera

Tutto in una notte: 800 agenti contro i clan

 

Da Napoli a Siracusa, passando per Matera, l’intero mezzogiorno è teatro di ampie operazioni delle forze dell’ordine contro le droghe e le criminalità organizzate. Decine le persone coinvolte, un duro colpo per gli interessi dei clan e i loro sporchi traffici. Elevatissimo il numero degli uomini impiegati nelle varie operazioni. Solo per il blitz nei quartieri a Nord di Napoli (Scampia e Secondigliano), sono stati impiegati 800 uomini per prevenire eventuali reazioni da parte dei parenti degli arrestati. Scene già viste tra le vie partenopee dopo la violenta e lunga faida tra il gruppo dei Di Lauro e quello degli “scissionisti”. E’ in questa cornice che si è stipulata la “pax” interna alla camorra, dettata dalla spartizione del mercato delle sostanze stupefacenti. Una tregua in cui si sono inserite le indagini dei collaboratori che hanno portato al fermo di 29 persone tra cui il diciottenne Salvatore Di Lauro, boss emergente e figlio di Paolo (Ciruzzo 'o milionario). Rilevante il sequestro di valori e beni per un milione di euro, oltre ad un notevole quantitativo di armi (sette mitragliatori kalashnikov, una decina di pistole e una bomba a mano). Residui di una faida orchestrata da abili “maestri”. L'organizzazione gestiva un traffico di droga che fruttava quotidianamente 500mila euro. Un compito non facile quello di contrastare la camorra. Per le forze dell’ordine, secondo il procuratore nazionale antimafia Piero Grasso, è «come svuotare il mare con un canestro». Di qui parte l’affondo per metter in guardia chi crede che l’arresto di un Di Lauro possa valere quello, in ottica mafia, di Provenzano: «La camorra - spiega Grasso - ha struttura mobile e multiforme, molto diversa da cosa nostra, dove esiste un vertice in grado di imporre delle strategie. E’ costituita da cellule di base, famiglie, che si alleano e insistono su un territorio, magari sempre lo stesso, fino a entrare in contrapposizione». La camorra, insomma, non è morta. Anzi.

Legato ai loschi affari camorristici si registra anche il sequestro, da parte degli agenti della sezione narcotici della squadra mobile di Napoli, di una tonnellata di hascisc ben nascosta tra gli ortaggi su un tir, proveniente da Valencia. L’operazione ha portato all’arresto di un uomo incensurato di Torre Annunziata. Ma i blitz non interessano solo l’area vesuviana.

Ai piedi dell’Etna la Direzione distrettuale antimafia di Catania ha richiesto 14 provvedimenti restrittivi, eseguiti dalla Squadra Mobile di Siracusa nell’operazione denominata «Santa Panagia 3», per associazione finalizzata al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti, omicidio e rapina. Il clan Santa Panagia, collegato al cartello mafioso Aparo-Nardo-Trigila, è stato seriamente messo in ginocchio. Le rapine svolte nella zona aretusea erano finalizzate a reperire soldi utili per l’acquisto di cocaina ed eroina, destinate poi allo spaccio nei quartieri “controllati” dal clan stesso. Il procuratore aggiunto della Dda di Catania, Ugo Rossi, è soddisfatto per gli esiti dell’operazione ma non nasconde un disagio più ampio: «Le numerose operazioni che si sono susseguite negli ultimi anni hanno consentito di smantellare cosche e clan. Se ancora oggi non riusciamo ad infliggere il colpo finale, quello risolutivo, lo si deve alla carenza di strutture e di risorse con le quali dobbiamo fare i conti».

Intanto in Basilicata la corsa dei «Pony express» è giunta al capolinea. L’operazione, così denominata dalla Questura di Matera, ha portato complessivamente a 44 avvisi di garanzia e all’arresto di 16 persone. Difficilmente queste potranno continuare a consegnare a domicilio la cocaina, proveniente dalla Puglia, tanto in città quanto nei paesi limitrofi. Tra gli arrestati, oltre ad esponenti della malavita locale e a semplici pusher, spicca la presenza di un agente della Polizia di Stato di 28 anni in servizio in Emilia-Romagna. Sul suo ruolo all’interno dell’organizzazione si preferisce tacere, meglio sottolineare invece per Fatiguso, capo della Squadra Mobile di Matera, «la capacità di fare pulizia anche al nostro interno». Le indagini, nate tre anni fa e coordinate dalla pm Annunziata Cazzetta, non escludono ulteriori sviluppi. Chi vivrà vedrà.