Oggi il Senato voterà la fiducia al maxiemendamento |
Dopo la libertà
di sparare, ecco il carcere per i drogati
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Siamo ai botti conclusivi. Quelli che lasceranno segni profondi sul paese e il suo grado di civiltà. Dopo l'approvazione della legge da far west che i leghisti Gentilini e Borghezio sognavano fin da bambini, ecco che il governo con disinvoltura deposita a Palazzo Madama sotto forma di emendamento l'intero ddl Fini sulle droghe. Lo presenta all'interno del decreto sulla sicurezza per le Olimpiadi. E come può mancare il metodo tanto amato dal centrodestra in questi anni? Arriva puntuale: il governo ha posto ieri sera al Senato la questione di fiducia sul decreto e così farà successivamente alla Camera dei deputati. Protagonista l'ineffabile ministro per i Rapporti con il Parlamento Carlo Giovanardi. «Giovanardi si conferma un vero macellaio, lo dico con rispetto verso una categoria che amo. Un macellaio del diritto, della legalità e del rispetto verso una procedura non arrogante». Queste le parole di Franco Corleone, presidente di "Forum droghe", commentando l'iter in Senato delle nuove norme sulla droga. «Non possiamo permettere che un argomento così delicato venga affrontato a colpi, decisamente rozzi, di ideologia» tuona Gigi Malabarba, che stamattina interverrà in aula al Senato a nome di Rifondazione comunista. «Questa proposta è l'ennesimo colpo di coda di una maggioranza alla ricerca di voti tra gli strati più conservatori della società - continua il capogruppo Prc - E solo tra questi ne può cercare perché chi si occupa di tossicodipendenza, chi lavora seriamente sulla questione droghe, oggi è materialmente o idealmente fuori da quest'aula a manifestare contro la vergogna di un disegno di legge mai discusso in nessuna istanza parlamentare: siamo alla volgarità istituzionale». La Casa delle libertà vuole fare di questa legge un argomento di campagna elettorale. Quello che risulta un po' difficile dimostrare è il legame tra le Olimpiadi invernali di Torino e il proibizionismo repressivo di una destra governativa imbarazzante. Il senatore Giampaolo Zancan (Verdi) prova a dare una risposta: «Nessuno si azzardi a dire che il nesso tra il decreto e l'emendamento è... solo la parola "neve", che per i consumatori significa cocaina». A lanciare un appello ci aveva pensato il senatore Mario Cavallaro (Dl), primo firmatario di una proposta di legge dell'Unione sulla tossicodipendenza alternativo al ddl Fini: «Ci auguriamo che la Presidenza del Senato contrasti questo modus operandi incostituzionale, rispedendo al mittente il maxiemendamento sulla tossicodipendenza». Pera non ha raccolto l'invito e stamattina si va al voto. Avremo abbastanza arance da portare ai ragazzi in prigione per qualche spinello? |