«Il diritto di voto, la riforma della cittadinanza, devono essere una priorità dei primi 100 giorni di governo». Parola di Livia Turco |
Ma nel
programma dell'Unione che fine fanno i Cpt?
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«La Bossi-Fini è da rottamare». Parole della deputata Ds Livia Turco pronunciate ad un convegno organizzato, dal suo partito a Firenze. Solo parole? Le politiche in tema di immigrazione divengono una tappa fondamentale per il cammino del centro sinistra verso le elezioni. Più importanti devono esserlo in caso di vittoria elettorale per divenire un segno tangibile di diversità governativa rispetto al centro-destra. Si sbilancia la Turco e dichiara: «il diritto di voto, insieme alla riforma della cittadinanza, deve essere una priorità dei primi 100 giorni di governo». Una centralità che richiede di «approvare quattro leggi: la cittadinanza, il diritto di voto, la libertà religiosa, ed il diritto d'asilo». La Turco continua: «Partecipazione e diritto di voto presuppongono che una persona si senta di più parte di una comunità. Se una casa la senti tua - ha spiegato - la fai più bella. Per questo concedere il diritto di voto significa anche, indirettamente, accrescere la sicurezza di tutti». E, verosimilmente, eliminare i Centri di Permanenza Temporanea, tema che torna spesso nel dibattito nel centro-sinistra e a cui si danno, avvolte, significati un po' diversi. Romano Prodi, a Radio Anch'io ha affermato, ancora una volta che «i Cpt li abbiamo fatti noi...» e che dunque vanno, casomai, "riumanizzati". Sfumature diverse, sostanzialmente diverse, usa la responsabile dell'immigrazione del Prc, Roberta Fantozzi: «Il nuovo quadro complessivo venutosi a creare diviene incompatibile con la permanenza di strutture incivili e di negazione di ogni diritto come i Cpt che si prevede vengano superati». Meglio: «i Cpt vanno chiusi e non modificati o "umanizzati" come del resto emerge anche dalla scheda di programma approvata dal tavolo giustizia in cui è esplicito la cessazione di ogni meccanismo di detenzione amministrativa». Nel tavolo dell'Unione, del resto, era già stato concordato il lavoro complessivo da fare sul tema "migranti", lavoro nato anche dall'attivismo del mondo delle associazioni e alla loro lunga mobilitazione. Le persone nate in Italia saranno considerate cittadini, finalmente l'articolo 10 delle Costituzione sarà attuato con la legge sul diritto d'asilo. Tutto ciò all'interno di un impianto complessivo che cambia il segno sulle politiche dell'immigrazione introducendo il permesso per ricerca di lavoro e ponendo fine al meccanismo ipocrita e vessatorio della chiamata nominativa e del contratto di lavoro nero e di sfruttamento. «Un buon compromesso tra differenti visioni accomunate dalla consapevolezza si guardare all'immigrazione come ad una risorsa». Così commenta Cristina De Luca, responsabile immigrazione della Margherita che, pur condividendo in ogni suo punto il progetto della Turco, intende spostare l'enfasi sull'abrogazione della legge Bossi-Fini. Parlando del precedente governo di centro-sinistra la deputata Livia Turco ha aggiunto: «Indubbiamente avremmo dovuto lavorare meglio. Certamente avremmo potuto operare con più decisione su temi cruciali quali il diritto al voto ma anche sui diritti sociali. Mi sarebbe piaciuto fare una legge sulla cittadinanza: avrei voluto un centro-sinistra molto più determinato e consapevole». Una consapevolezza maturata in questi anni di opposizione e ora necessaria per non avere rimpianti futuri. Una determinazione da mettere in campo per portare a casa la vittoria in una partita importantissima: quella dei diritti di tutti gli immigrati. |