Fermo il Centro di Geodesia Spaziale
Matera, dal 31 dicembre 2005, le attività sono bloccate dallo spegnimento dei macchinari. E le "risorse" vanno via

 

Matera vanta nel suo territorio la presenza, dal 1983, del Centro Di Geodesia spaziale «G. Colombo». La sua nascita avviene grazie ad uno sforzo congiunto del piano nazionale del Cnr, della Regione Basilicata e della Nasa. Fiore all'occhiello della struttura è il sofisticato Mlro (Matera Laser Remoting Observatory) che permette un sistema di rilevazione con misurazioni ad altissima precisione tanto da far diventare questa, la struttura di ricerca e trasferimento tecnologico tra la più importanti del Mediterraneo. E' del polo scientifico lucano l'annuncio al mondo intero dello spostamento di 5-6 centimetri dell'asse della Terra come conseguenza del fortissimo terremoto passato alla storia per lo tsunami scaturito nell'Oceano Pacifico il 26 dicembre 2004.

Dalle luci della ribalta internazionale al grigiore squisitamente italiano di una politica che taglia i fondi alla ricerca, il passo è breve. Negli ultimi anni, con il perdurare della mancanza di serie politiche nazionali nel campo della ricerca e delle applicazioni spaziali, in assenza di una credibile programmazione scientifica si arriva alla messa in discussione degli assetti del Centro di Matera.

Su disposizione dei responsabili dell'Agenzia spaziale italiana (Asi), dalle ore 20,00 del 31 dicembre 2005, le attività che Telespazio svolgeva per conto di e-Geos dal 2000 presso il Centro di Geodesia spaziale dell'Asi, sono state bloccate con lo spegnimento di molti macchinari.

La causa è il mancato rinnovo, nei tempi previsti, del contratto di servizio. Immediata l'interrogazione parlamentare del senatore Tommaso Sodano (Prc) al Ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca Letizia Moratti, dove si denuncia il blocco degli impianti e, alla scadenza dei termini, il mancato rinnovo del contratto. Questo sarà stipulato solo il 17 gennaio con un sospiro di sollievo per i 100 dipendenti che vedono rinnovato il loro lavoro per un anno. Ma questo sembra essere solo un tassello di un problema più grande.

Lo «stop» forzato alle attività ha comportato pesanti danni: da un lato c'è quello finanziario, in quanto non ha permesso di onorare contratti attivi con l'Agenzia spaziale europea e la Comunità europea; dall'altro quello di immagine e di credibilità del sistema paese a livello internazionale. Senza contare la perdita di dati nell'interruzione di un monitoraggio ventennale...

Risultato finale: un pessimo percorso gestionale che non può tranquillizare i ricercatori che, oltre a lamentare un sistematico taglio finanziario al contratto di gestione, denunciano il drastico ridimensionamento del Centro di Matera, causa dell'inevitabile fuga di risorse umane. Un ridimensionamento voluto da quelle che per il Comitato regionale lucano Prc sono «oscure manovre del presidente dell'Asi che per conflitti d'interesse in altre società concorrenti, ha interesse a ridimensionare l'importanza e il valore del Centro». Sergio Vetrella è stato nominato presidente dell'Asi, su proposta della ministro Moratti, nel 2001 in un clima di forti polemiche. Queste nascono dalle accuse di aver un atteggiamento di favore nei confronti del Cira (Centro italiano ricerche aereospaziali) rispetto alle altre aziende italiane. A Matera temono uno spostamento di attività verso il Cira e si fa pressione nei confronti della Regione Basilicata e dei suoi parlamentari per pretendere correttezza e trasparenza.

«Il rappresentante del governo non ha approfondito la questione accontentandosi di quanto comunicato da Vetrella che tuttavia sottolinea le inadempienze e ritardi ci cui proprio la sua struttura si è resa responsabile». Questo il commento di Salvatore Adduce (deputato Ds) alla risposta del sottosegretario Possa all'interrogazione parlamentare del 19 gennaio. Ribadisce, inoltre, «continueremo a vigilare e ad impegnare il governo anche nei prossimi mesi perchè non si abbassi il livello di attenzione verso una struttura che intendiamo difendere e rilanciare».

Sulla vicenda interviene Rosa Rivelli, assessora (Prc) alle Politiche Sociali e alla Cultura della Provincia di Matera: «E' grave non riconoscere l'eccellenza della ricerca in un territorio già impoverito da un crisi produttiva e occupazionale allarmante. La deresponsabilizzazione del governo e dell'Asi rispetto al Centro di Geodesia spaziale rende precario un luogo dove la ricerca è consolidata tanto da essere utilizzata da strutture internazionali». La cultura, la ricerca, l'innovazione tecnologica e le risorse umane dei dipendenti e dei ricercatori di Matera: è da qui che la Basilicata deve ripartire per uscire dai suoi piccoli confini.