Il ministro Giovanardi contro gli amministratori lucani: «Tutti sapevano delle scorie: Regione, Provincia e Comune». Partono le querele. Bubbico: «Solo calunnie» |
Scanzano,
il governo denuncia e inciampa
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Il “caso Scanzano” si riapre clamorosamente. Di chi la colpa? Di Carlo Giovanardi. Il ministro Udc - a Matera per un convegno - non trova di meglio che accusare le istituzioni locali. Sì, proprio loro: sindaci, amministratori locali e regionali che insieme ai cittadini lucani si erano battuti per non far diventare il loro territorio un deposito di scorie, una sorta di cimitero nucleare. «La più grande sconfitta subita dal governo di centrodestra - dice subito il presidente del Consiglio regionale della Basilicata, Filippo Bubbico - non è andata giù a Giovanardi, che preferisce ancora oggi ricorrere ad affermazioni calunniose». Bubbico era “governatore” nel 2003, quando sulle scorie di Scanzano erano puntati gli occhi di un intero paese. Il ministro per i Rapporti con il Parlamento ha rilasciato al “Quotidiano della Basilicata” un’intervista i cui contenuti riaprono il capitolo su una delle più grandi battaglie democratiche che il Mezzogiorno ricordi. Clima da campagna elettorale. Difficile scorgerne la parola fine. «Il presidente della Regione, il sindaco del Comune interessato e il presidente della Provincia di Matera sapevano». Giovanardi non risparmia accuse verso le istituzioni lucane: «Il governo com’è noto, aveva identificato un sito per studiare se Terzo Cavone avesse o meno le caratteristiche adatte ad ospitare il deposito unico per le scorie. In virtù di questo erano stati sentiti gli amministratori locali che avevano dato il loro assenso». Un accordo che prevedeva l’arrivo in regione di 5 mila miliardi di lire e saltato solo quando «è scoppiata, o magari è stata fomentata, la protesta popolare». Di qui, secondo Giovanardi, il salto dal carro governativo a quello delle popolazioni in rivolta, d’amministratori i cui nomi «compaiono anche nel verbale del consiglio dei ministri» tenutosi per la messa in sicurezza delle scorie radioattive. «La responsabilità - continua il ministro - è stata più facile scaricarla sugli altri, nel caso specifico, sul governo nazionale». Immediata la replica di Bubbico, che in una nota ha annunciato querele. Contattato da “Liberazione”, è un fiume in piena: «Se il governo avesse avuto l’autorizzazione delle comunità locali perché non ha detto nulla di questi atti e non ha dimostrato di possedere documenti, nel momento in cui il problema si è posto? Quali difficoltà aveva Palazzo Chigi? Il vero problema - spiega- riguarda, prima ancora che la serietà di un ministro, il modo di interpretare il ruolo istituzionale. L’approssimazione dei ragionamenti e delle parole portano alla mistificazione. Siamo ancora una volta dinanzi ad un tentativo di rendere torbida la questione che, ancor’oggi, dopo più di due anni dai fatti di Scanzano, mantiene un livello poco trasparente. E certo non per colpa degli enti locali». Tant’è che il deputato lucano Salvatore Adduce (Ds), corre in difesa delle istituzioni e contrattacca: «Visto che il ministro sembra interessato a diffondere equivoche verità, spieghi anche perché la maggioranza di centrodestra di cui fa parte ha impedito che fosse istituita la Commissione d’inchiesta proposta da me e da altri 16 parlamentari per far luce sulle colpevoli omissioni e sulle palesi incongruenze di quella vicenda». Nella diatriba politica interviene Francesco Caruso, all’epoca dei fatti di Scanzano esponente di spicco del circuito dei disobbedienti meridionali, in prima linea al fianco della popolazione lucana. Le «patetiche» parole di Giovanardi sono «un ridicolo tentativo di rendere corresponsabili settori del centrosinistra e scaricare il barile su di loro quando - spiega il candidato di Rifondazione comunista - è evidente che la scelta criminale di depositare scorie a Scanzano è stata tutta di Berlusconi». Dure prese di posizioni anche da parte di Giovanni Carelli (Dl), ex presidente della Provincia di Matera, che bolla come «Inaudite, false e prive di fondamento» le dichiarazioni del ministro. «Mai - precisa - il presidente è stato sentito o ha discusso con esponenti di Governo, né con chicchessia, di studi o di programmi d’intervento nucleare a Terzo Cavone». Altra querela. Stupore anche nel commento di Mario Altieri (An), sindaco di Scanzano Jonico: «Non mi risulta niente, chi fa delle affermazioni si assume fino in fondo ogni responsabilità. In campagna elettorale si dice di tutto». Si dice di tutto e così il Governo inciampa per la seconda volta nelle strade lucane. |