Anche la Regione Liguria impugna davanti alla Corte costituzionale le norme sulle tossicodipendenze targate Cdl

Droghe, si allarga il fronte del no alla legge Fini

 

La legge Fini-Giovanardi sulle droghe, i cui stralci si nascondevano nel maxiemendamento sulla sicurezza in vista delle Olimpiadi di Torino, dopo aver incassato una secca bocciatura da parte dell’opinione pubblica e degli addetti al settore, incontra una forte resistenza nelle regioni italiane. Dopo Toscana ed Emilia Romagna, anche la Liguria ha deciso di impugnare il ricorso alla Corte Costituzionale contro la legge varata dal governo Berlusconi. A comunicarlo, a margine della seduta del Consiglio, è stato l’assessore regionale ligure alla Salute, Claudio Montaldo. «Si tratta di una legge - ha spiegato - che non condividiamo perchè presentata senza una condivisione con le regioni, ma soprattutto che depotenzia il ruolo dei servizi pubblici e prima di tutto dei Sert escludendoli, per affidare i loro compiti alle strutture private».

Il mancato rispetto dell’articolo 117 della Costituzione, che prevede la «tutela della salute» fra le materie di legislazione concorrente e attribuisce alle Regioni le competenze in materia sanitaria, è infatti uno dei motivi alla base del ricorso che le regioni hanno promosso per impugnare la legge Fini sulle tossicodipendenze. Con questa, infatti si è «impoverita ulteriormente - ricorda Montaldo - la sanità pubblica» non tenendo conto della competenza che le strutture del servizio sanitario nazionale hanno accumulato in anni di lavoro con il territorio. Una legge dunque che la Regione Liguria rigetta sia «dal punto di vista del metodo, perchè non condivisa con la conferenza stato-regioni, sia del merito. A questo punto - conclude l’assessore regionale alla Salute - oltre ad attendere il responso della Corte Costituzionale, avvieremo da subito un nuovo percorso di confronto con l’attuale governo di centrosinistra».

Un boccone amaro da mandar giù per il ministro uscente per i Rapporti con il Parlamento, Carlo Giovanardi che tuona: «La decisione delle Regioni Toscana, Emilia Romagna e Liguria è sbagliata nel metodo e nel merito». Insomma sui metodi e sui meriti c’è un gran dibattito. Nel metodo, sottolinea l’esponente dell’Udc «perchè queste Regioni hanno disertato la Conferenza nazionale di Palermo, dove per tre giorni pubblici amministratori e operatori del settore hanno discusso e approfondito il tema, con osservazioni e proposte di cui il governo si è fatto successivamente carico». E nel merito? Bhè, nella legge Fini «c’è pieno rispetto delle competenze regionali, nessun depotenziamento dei servizi pubblici e dei Sert ma una giusta valorizzazione delle strutture del privato sociale». Bravo, bene, bis verrebbe da dire se non fosse che il bis non ci sarà. Le urne hanno sancito la vittoria di quella sinistra che per Giovanardi «si riempie la bocca a parole, demonizzandolo poi quando si delineano politiche di integrazione dei servizi nell’interesse primario degli utenti».

Quella sinistra che andrà al governo nazionale e dovrà cancellare questa legge che Monica Sgherri, capogruppo Prc al consiglio regionale della Toscana, in una nota bolla come «infame». «Il nostro sostegno, - sottolinea Sgherri - per la decisione delle regioni
è totale: tutto l’impianto normativo e la filosofia di fondo che connotano questa normativa è sbagliato, persecutorio e dannoso». E a conferma di una imminente cancellazione della legge Fini, le cui ripercussioni andrebbero ad aggravare la già disastrosa situazioni delle carceri italiane, arrivano le dichiarazioni del verde Cento: «Il proibizionista Giovanardi avanza critiche infondate: per noi - afferma - l’iniziativa di alcune regioni contro la sua legge è saggia. Quella legge, nata dall’ansia propagandistica di miopi proibizionisti, ha le ore contate: contribuiremo all’abrogazione del testo Fini-Giovanardi che sostituisce ai principi della riduzione del danno e della distinzione tra droghe solo la mano repressiva contro i consumatori». Sulla stessa linea le parole del responsabile alle tossicodipendenze dei Ds, Giuseppe Vaccari: «A mandare a casa Giovanardi ci hanno già pensato gli elettori. A far sparire quelle norme stupide, liberticide e dannose per il recupero dei tossicodipendenti, ancor prima delle decisioni della Consulta - conclude - ci penserà il nuovo governo».

Un tema delicato come quello delle droghe è stato affrontato molto superficialmente nei palazzi governativi, si è legiferato a riguardo in ottica squisitamente elettoralistica. Ora tocca cancellare la legge Fini e scrivere la parola fine ad un brutta storia.