Pronto un maxiemendamento che nasconde stralci del Ddl Fini
Droghe, governo all'attacco. Torna la tolleranza zero

 

La torta è pronta da un pezzo, la ciliegina sta per essere messa su. Ha il sapore di galera e proibizionismo. Da quello che si evince dalle dichiarazioni del ministro Giovanardi, con delega per le politiche antidroga, il Governo intende inserire nuove norme che attuano quella "tolleranza zero" invocata da Fini, questa volta quasi nascoste nel decreto sulla sicurezza e nel provvedimento sulle Olimpiadi invernali, attraverso un maxi emendamento da presentare alle Camere.

Oltre alle tabelle quantitative già inserite direttamente nel decreto, la quantificazione di dosi minime spetterebbe ad una serie di soggetti tra cui il ministero della salute e non da una legge penale. Ci si troverebbe dinanzi ad un'arbitrarietà interpretativa oltre che ad una scorretta equiparazione tra marijuana e eroina. Il tentativo di approvazione di stralci della legge Fini è il germe su cui nasce una «fattiva opposizione» che si raccoglie sotto il Cartello nazionale «Non incarcerate il nostro crescere» dove trovano voce e intento di idee ben quaranta organizzazioni nazionali, dai servizi pubblici e del privato sociale, ai sindacati, all'associazionismo sino ad arrivare agli operatori della giustizia.

«Un atto gravissimo - tuona il responsabile nazionale droga del Prc, Francesco Piobbichi - per una legge vergogna, sia per i contenuti che per le modalità con cui viene posta in essere». La realizzazione di una volontà repressiva si scontra con l'inesorabile passare dei giorni tanto da farla divenire una vera e propria corsa contro il tempo. Il Cartello denuncia: «E' una grave scorrettezza istituzionale affrontare tematiche complesse come quelle relative al consumo di droghe attraverso lo strumento del decreto legge e l'imposizione della fiducia. In tal caso, poi, non si capisce come possano ricorrere i requisiti di necessità e urgenza previsti nell'art. 77 della Costituzione».

Piobbichi incalza: «Non si può trattare il fenomeno delle droghe a colpi di emendamenti in aula come se si affettasse il salame, gli effetti nefasti di questa legge a penalità massima ricadranno principalmente sui consumatori di cannabis e sulla rete dei servizi pubblici». Alle Regioni viene attribuita la responsabilità di concedere alle strutture del privato sociale la facoltà di certificare lo stato di tossicodipendenza in una sorta di invasione di competenza non propriamente governativa. Queste sarebbero chiamate a giustificare l'attribuzione di tale facoltà alle organizzazioni di privato sociale che ne fanno richiesta con tutte le pressioni che ne derivano.

Senza contare il numero dei perseguitabili penalmente che sarebbe tanto elevato da far insinuare che «evidentemente Berlusconi ha capito come risolvere il fenomeno della precarietà nel paese con i lavori forzati nelle comunità coatte». Una vera e propria introduzione nel mondo del lavoro di «atipici» facilmente controllabili.

L'invito che viene dal Cartello e Rifondazione Comunista a tutte le forze politiche dell'Unione è quello di impegnarsi in maniera decisa e unitaria per bloccare, a livello istituzionale, il tentativo del governo di modificare la legge 309 Iervolino-Vassalli sulle droghe. La mobilitazione politica sarà accompagnata e incoraggiata dal presidio organizzato dai movimenti per martedì 24 gennaio davanti a Palazzo Madama.