Il segretario della Quercia: il Presidente del Consiglio non sparga veleni e farebbe bene a tacere sulle vicende giudiziarie |
Unipol, i
diesse decisi a querelare il premier
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Il caso non è chiuso come piacerebbe a qualcuno». Il Presidente del Consiglio continua la sua crociata elettorale alla rincorsa del fronte astensionista. Non ha nessuna intenzione di deporre le armi e riconoscere come errore morale e politico la gita fuori porta tra gli uffici del palazzo della Procura di Roma. I toni non si possono abbassare: c'è da convincere un'alta percentuale di indecisi. E quale miglior teatro di battaglia se non quello dello scandalo, della polemica, del muro contro muro? Il «detective» Berlusconi dice di indagare a tutto campo sui 50 milioni di euro incassati dal presidente dell'Unipol, Giovanni Consorte, dal numero uno di Hopa, Emilio Gnutti. Sono il goloso frutto di una consulenza di 3 anni sulla vicenda Telecom o un forte incentivo alle spese elettorali dei DS come scritto sulle pagine del Foglio di Ferrara? Una strigliata agli alleati rei di non aver mai difeso il leader ha avuto l'effetto, tra un imbarazzo e l'altro, di chiamare a raccolta i fedelissimi esponenti del centro destra attorno ad una linea aggressiva nei confronti di Fassino e dei DS. Il centrosinistra, a sua volta, appare determinato a reagire alle accuse di commistione tra affari e politica. Negli studi di Porta a Porta è proprio il segretario dei Ds a replicare alle «accuse calunniose». Berlusconi dovrebbe «preoccuparsi dei suoi processi e delle leggi ad personam che lo hanno scagionato dai procedimenti giudiziari a suo carico». Sulla vicenda intervengono addirittura i legali di Consorte: «Le somme di denaro al centro da tempo all'attenzione dei mezzi di comunicazione di massa sono nella piena titolarità dei signori Consorte e Sacchetti e sono tuttora affidate in gestione presso 2 società fiduciarie italiane». L'ufficio stampa dei Ds senza giri di parole parla di Berlusconi come un «uomo disperato» e annuncia querele: «I Ds non hanno nulla a che fare e a che vedere con i 50 milioni di euro depositati su conti di Consorte. Chiunque sostenga il contrario ne risponderà di fronte alla legge». La campagna elettorale è partita con toni accesi e qualcuno spera di giocarla su un tavolo lontano dalle problematiche dei cittadini. Il verde Alfonso Pecoraro Scanio ha fretta di chiudere il caso: «Sui 50 milioni si faccia una verifica, vengano confiscati e restituiti ai risparmiatori e contribuenti. Servono meno polemiche e più attenzione ai programmi». Già i programmi... |