ANGELA LOMBARDI
Sono nata a Rivello 36 anni fa e laureata in lettere. Sono cresciuta in una famiglia normale, madre casalinga e padre operaio metalmeccanico, dove la politica è stata la lotta quotidiana per l’acquisizione di diritti. Questa politica l’ho incontrata alla Camera del Lavoro della Cgil dove mio nonno materno svolgeva il suo ruolo di sindacalista. Fin da giovane ho conosciuto e mi sono interessata a quella politica che vive tra la gente e per la gente. Due fatti mi hanno fatto scegliere consapevolmente la mia barricata: la lotta dei Sandinisti in Nicaragua e la mobilitazione delle donne per una legge contro la violenza sessuale. Ho scelto allora, molto giovane, di militare nella Fgci e insieme a moltissimi altri abbiamo dato vita a movimenti studenteschi che hanno con forza chiesto più diritto allo studio, più qualità nella scuola pubblica perché di tutti e per tutti. Durante gli anni universitari a Roma sono stata attiva nel movimento della “Pantera”, il movimento studentesco che si è opposto alla privatizzazione della ricerca scientifica e ad una riforma universitaria che ha peggiorato la qualità delle nostre Accademie. Ho aderito subito, fin dall’assemblea al Brancaccio al Movimento per la rifondazione comunista. Attualmente sono la segretaria della Federazione di Potenza di Rifondazione. Il nostro partito ha saputo contribuire in modo determinante ad una stagione di movimenti in questa regione da Scanzano a Melfi che ci raccontano di un Sud che vuole ritrovare la sua dignità. Con questo Sud entriamo in Parlamento e lo voglio fare con in testa un Rocco Scotellaro che ci ha insegnato che in gioco ci dobbiamo mettere con semplicità, «con i panni, le scarpe e le facce cheavevamo». Per questo in Parlamento dobbiamo sapere abbattere la precarietà, per rispondere alla solitudine dei nostri piccoli paesi che si spopolano e vivono nell’abbandono, alle storie di mancato lavoro e di casse integrazioni continue, ai volti di quelli che si sono opposti alle scorie nucleari, al riscatto degli operai di Melfi, alla vitalità dei nostri giovani a cui neghi l’accesso alla vita, perché senza lavoro, senza tempo libero. In Parlamento voglio portare un corpo e uno sguardo di donna inclusivo e non violento che sa battersi per e con gli uomini e le donne perché il Mediterraneo ritrovi vita, dignità e diritti.