SOCIETA’ ENERGETICA REGIONALE…PRIMA IL TETTO E POI LE FONDAMENTA?

Le recenti esternazioni di politici regionali in merito alla costituzione della Ser (società energetica regionale) hanno riacceso i riflettori “sull’affaire” della centrale in Val Basento. A noi sembra che il rapporto di causa - effetto tra la proposta di costituzione della società energetica e la costruzione del mega impianto proposto da Energia Spa e Tecnoparco non sia da porre. Così facendo si saltano a piè pari una serie di questioni, in materia energetica, che invece andrebbero trattate con priorità. Senza considerare che gli organi tecnici preposti ed alcune istituzioni si sono già pronunciate sull’argomento ed in maniera diametralmente opposto alle ultime prese di posizione.

La politica energetica regionale, innanzitutto, deve essere programmata e condivisa. I problemi non si risolvono con un diktat né individuando in Val Basento il polo di produzione energetica regionale che con i 400 Mwe auspicati dal consigliere Restaino fornirebbe il doppio di tutta l’energia che manca attualmente alla Lucania per la sua autosufficienza.

Risulta, inoltre, che nessuno (GRTN, Ministeri, Governo Centrale) abbia minacciato la Basilicata di metterla al buio se non si prodiga a produrre l’energia che prende dalla rete in quantità irrisoria. La Basilicata assorbe, infatti, lo 0.7% del consumo nazionale e preleva dalla rete circa il 50% di tale quantità.

Nell’ultima estate, tra l’altro, l’Italia intera si è rinfrescata accendendo i condizionatori senza risparmio e senza che il Gestore della Rete abbia diffuso allarmi.

Ai Tutori Premurosi dell’autosufficienza ricordiamo che la Lucania esporta petrolio, gas, acqua per almeno 5-10 milioni di abitanti, senza alcuna compensazione ed utilità economica per le comunità locali.

Dal Metapontino, in particolare, esportiamo autotreni di fragole, pesche, uva ed in cambio ci arrivano 960 tonnellate al giorno di rifiuti anche tossici e nocivi presso Tecnoparco Valbasento. Vi è inoltre il sospetto della presenza di scorie radioattive che si stanno cercando fra i calanchi. Il Basento è il terzo fiume più inquinato d’Italia! Forse, dopo i recenti sversamenti di sostanze inquinanti individuate a partire dal canale di scolo reflui di Tecnoparco, è diventato il primo. Senza dimenticare la questione Ecoil, il cui progetto vuole rigenerare in piena valle del Basento migliaia di metri cubi di oli esausti.

Sollecitando poi la costruzione della centrale in Val Basento dietro il pretesto dell’autosufficienza energetica regionale si bypassano i contenuti di una discussione, solo abbozzata a livello embrionale nella scorsa consiliatura, in merito alle modalità di raggiungimento di quest’obiettivo. Meno di un anno fa, infatti, il consiglio regionale si intendeva sulla necessità di ottenere l’energia che manca alla Lucania attraverso un mix di fonti di produzione al quale avrebbero dovuto contribuire diverse parti del territorio. Cosa pensa di questa impostazione l’attuale giunta regionale del presidente De Filippo?

E’ opportuno diversificare le fonti, dunque, puntando innanzitutto su quelle rinnovabili. Ma è altrettanto necessario diversificare anche la localizzazione degli impianti: un territorio come il nostro, che ha già dato tanto alla causa regionale e nazionale, non può essere vessato per sempre.

Non si può, inoltre, parlare di energia in Lucania né di autosufficienza, senza prima capire come raggiungerla; cosa fare del gas gratuito che viene bruciato in Val d’Agri oppure regalato alle compagnie petrolifere senza essere impiegato a vantaggio della popolazione regionale; come mettere a sistema i progetti di centrale a Pisticci Scalo, Salandra ed Irsina tra di loro, con le tante centrali eoliche proposte e con i progetti fotovoltaici degli imprenditori israeliani.

Non è logico, poi, accomunare la questione energetica alla bonifica. Sono due percorsi paralleli e in alcun modo legati tra loro. Per la bonifica, problema serio ed urgente, c’è già stato un intervento economico del governo nazionale che si è aggiunto a quello regionale. Occorre essere celeri nella caratterizzazione dei suoli da bonificare. Per costruire una centrale nuova, invece, bastano pochi milioni di euro delle casse regionali per risolvere definitivamente la questione, creando così un’area accattivante per la localizzazione di nuovi impianti e posti di lavoro. Se, come da dichiarazioni, si auspica il coinvolgimento della sfera pubblica nel settore, perché poi si sponsorizzano i progetti dei privati? Sia la Regione a costruire una centrale piccola, proporzionata, alimentata con il gas della Val d’Agri.

Si abbandoni l’idea delle megacentrali, si vada verso impianti piccoli a misura di comunità e a cogenerazione, per abbattere l’inquinamento e per mettere a disposizione dell’agricoltura energia termica (caldo per le serre e freddo per le celle frigorifere) a bassissimo costo. Per l’industria basta ricorrere a politiche di trading sul mercato libero, rimovendo i ricatti che sono oggi consumati.

In maniera specifica sulla centrale in Val Basento e nel contesto delle esigenze energetiche regionali si sono già pronunciate due istituzioni: la Provincia di Matera ed il Comune di Pisticci. Entrambe, in sintonia con il messaggio lanciato da tempo dalle popolazioni locali, hanno individuato in una centrale da 70 Mwe da far funzionare con una tecnologia più pulita dell’attuale (in Val Basento esiste ancora una centrale ad oli che inquina, ma in maniera irrisoria rispetto ai mostri termoelettrici progettati, e produce energia per quantità già in eccesso nonostante il suo potenziale di 90 MWe) il contributo massimo possibile e sostenibile che può dare questa parte di territorio alla causa regionale. L’unica soluzione accettabile e condivisa, auspicata anche da associazioni e cittadini, è la riconversione.

Né si possono omettere di considerare le ragioni esposte nel documento del comitato tecnico regionale che ha dato parere negativo al progetto da 800 Mwe. Ragioni collegate, in relazione al progetto di Energia Spa, all’incidenza dell’elettrodotto, ai gas inquinanti, alle problematiche delle polveri sottili con richiesta di sistemi di abbattimento non previsti dal progetto originario, alla bonifica. Un parere che è difficile credere possa essere modificato di fronte ad un progetto da 600 Mwe o 400 Mwe, perché sempre di mega centrale inquinante e sproporzionata alle esigenze del territorio si tratta.

Ed infine, ora che il progetto di rilancio dell’aeroporto sembra destinato ad avere un futuro più roseo, è doveroso anche spiegare come si intende far coabitare un’area di scalo aeroportuale con una mega centrale termoelettrica, con i suoi camini ed i suoi fumi.

Le delibere comunali e provinciali approvate in materia, che parlano di 70 Mwe e trovano il beneplacito delle popolazioni, hanno avuto il contributo determinante di Ds e Margherita, i cui referenti regionali, invece, continuano oggi a prendere posizioni in totale contrasto con quelle locali degli stessi partiti.

Le popolazioni hanno raccolto 5000 firme, sono scese in piazza, sono pronte a tornarvi in questo prossimo autunno. La questione energetica, se affrontata alla maniera di Bubbico, Restaino e Folino, perde di serietà e responsabilità. Ancora una volta manca il confronto con il territorio, le sue organizzazioni, i rappresentanti locali, i cittadini. Argomenti così seri vanno discussi innanzitutto nei Comuni interessati e non nelle stanze dei bottoni potentine.

Alla luce di queste argomentazioni crediamo che chi ancora individua nella realizzazione della centrale in Val Basento il punto di partenza per trattare la questione energetica lo fa in maniera strumentale ubbidendo ad interessi di bottega e non ai reali interessi dello sviluppo delle comunità.

Pisticci, lì 13 –10 - 05

Questo documento è sottoscritto dalle seguenti organizzazioni:

Acli Pisticci, Allelammie, Anspi Pisticci, Arci Pomarico, Centro Studi Gymnasium, Coldiretti Pisticci, Forum Ambientalista – Coordinamento Nazionale, La Spiga, Lipu Basilicata, Movimento Culturale Giovanile Marconia, Mp3, Nuova Identità Meridionale, Pro Loco Pisticci, Sacco e Vanzetti Pomarico, Unione dei Consumatori Pisticci.