Rifondazione Comunista sul Documento Strategico Regionale
Non se l’abbia a male la Maggioranza regionale che ha approvato il DSR se affermiamo che il massimo documento di programmazione delle politiche regionali dei prossimi anni è stato discusso ed approvato nella sola cerchia ristretta degli addetti ai lavori.
Si ricorda, tra l’altro, che la definizione del documento nazionale strategico è stata rinviata al prossimo dicembre.
E’ noto che non sono stati sentiti adeguatamente i Comuni, le Province, il sistema delle imprese, il sindacato diffuso ed il volontariato. Molti soggetti sono stati interpellati ed informati – in troppi casi – solo a cose fatte dai redattori dei testi.
Rifondazione Comunista non ha votato a favore il DSR non solo per una formale questione di informazione. No certo! Questo è quanto vorrebbero far credere quelli che non si pongono domande vere sulla crisi economica ed occupazionale della società lucana. E’ evidente che non si può rimuovere tutto con facili slogan del tipo "Basilicata è bello!" o "Basilicata, isola felice".
Oggi, non siamo certamente i soli a sostenere un progetto di sviluppo economico ecologicamente e socialmente sostenibile, centrato sulle capacità e sui bisogni reali dei nostri territori che devono essere liberi da pressioni esercitate per conto di interessi speculativi estranei alla storia e alla tradizione dei nostri territori, che al contrario devono essere messi in condizioni di superare la situazione di arretratezza che provoca l’isolamento rendendo sempre più degradate alcune zone della Regione che, ad oggi, sono ancora scollegate dalle grandi infrastrutturazioni interregionali e nazionali.
Un progetto che – in realtà – è un vero e proprio percorso, un processo che nasce "dal basso", dalle preoccupazioni e dai progetti di ciascun soggetto attivo interessato e coinvolto; che va messo "in rete locale" in ogni paese, cittadina, territorio, aree sempre più vaste fino a ricomprendere l’intero Mezzogiorno. Un progetto raccolto, non certo in un mero elenco di buoni propositi senza priorità – qual è oggi il DSR - ma in una pianificazione strategica vera e propria in cui siano indicate come prioritarie le azioni volte all’ammodernamento e alla nuova realizzazione delle infrastrutture materiali e immateriali in grado di tenere effettivamente nella ‘rete’ associazioni di comuni e città "policentriche" (Potenza, Matera, Melfi, ecc.).
L’associazionismo (d’impresa, dell’agro-industria, delle comunità, delle istituzioni locali territoriali e non) abbatte vecchie logiche burocratiche, supera le dissipazione di risorse (che vanno spese per un welfare ragionevole e razionale), le diseconomie che impediscono alla nostra imprenditoria piccola e media (agricoltura, industria, artigianato e servizi) di restare con dignità nel mercato locale e globale.
La Regione non può rimanere estranea a questo grande disegno, se non vuole ripetere gli errori che hanno contribuito grandemente all’arretramento dei nostri territori. Non può restare sorda alle decisioni adottate in tal senso dal Coordinamento delle Regioni Meridionali; alle stesse indicazioni programmatiche contenute nel Programma politico dell’Unione.
La nostra contrarietà è stata, tra l’altro, partecipata da alcune settimane alla Presidenza della Giunta ed ad altre forze politiche con un documento dal quale sono stati estratti gli emendamenti presentati e non accolti. Non è stata, quindi, una decisione affrettata ma, al contrario, una riflessione attenta che partendo dal programma nazionale dell’Unione, ed in particolare per la parte riguardante il Mezzogiorno, ha voluto richiamare l’attenzione su questioni come: il superamento della Legge Biagi; l’esigenza di predisporre un piano triennale per l’occupazione, peraltro previsto dalla legge 29/98, e che contenga, partendo dai giovani, un piano di turn over nella Pubblica Amministrazione; la definitiva conclusione dei progetti per gli LSU con il consolidamento e la stabilizzazione; la realizzazione di una Agenzia per la ricerca e l’innovazione poiché non si può pensare solo alla Fiat; la realizzazione di una struttura per le politiche ambientali, di forestazione e di protezione civile finalizzata al consolidamento dei livelli occupazionali e al superamento del precariato, a partire dalla vicenda SMA; la costituzione di una tecno-struttura per la gestione del sistema informatico regionale.
Queste, ed altre proposte, ieri non hanno trovato accoglimento.
E’ chiaro che continueremo su tale linea. Anche nel passato recente abbiamo dovuto insistere per la realizzazione di grandi progetti come: il computer in ogni casa, le work experience, l’alta formazione, le borse lavoro, il reddito di cittadinanza solidale, le quote di stabilizzazione degli LSU ed altre questioni che oggi vengono giustamente apprezzate e valorizzate da chi prima era contrario.
Siamo impegnati ad attuare le intese programmatiche regionali e nazionali, e rivendichiamo pari dignità nell’essere ascoltati e nella partecipazione alle decisioni.
Questo significa che la maggioranza si deve riunire più spesso e deve realizzare gli obiettivi prefissati a livello regionale e nel programma dell’Unione.
Potenza, 22/02/2006
Capogruppo PRC Regione Basilicata
Emilia Simonetti
Responsabile regionale dipartimento territorio
Michele Saponaro