Da qualche settimana ho acquistato il Kenwood TH-F7, un portatile VHF-UHF radioamatoriale con un ricevitore in grado
di operare anche le onde corte in tutti i modi di emissione, compresa la SSB. Ciò che mi ha spinto all'acquisto è stata proprio quest'ultima
caratteristica, nell'intento di passare qualche ora all'ascolto delle bande decametriche anche in portatile, magari in montagna o in vacanza.
Ben presto ho scoperto che un conto è l'ascolto delle emittenti broadcasting che trasmettono con cortine di dipoli e centinaia di kilowatt, e un
altro è ricevere il radioamatore col dipolo trappolato in giardino e 25 watt nei dì di festa. Ho quindi iniziato a sperimentare qualche antenna,
sempre con un occhio alla portatilità dell'aggeggio: dalla "vagamente random-wire", alla simil-Miracle Whip, alla Wonder Wand... ottenendo risultati
dal quasi nullo al medio. Sulla rete si dice ogni bene possibile delle antenne a loop magnetico: silenziose, banda passante strettissima, un minimo di
direttività che non guasta. Certo, ci vuole un condensatore variabile, ma dopo aver trattato nei precedenti esperimenti con toroidi e induttori vari
non mi sono lasciato scoraggiare. Ho quindi saccheggiato due variabili a mica da un rosmetro-accordatore per CB, in cui l'accordatore è assolutamente
inutile, e ho cominciato ad armeggiare. Una ulteriore e preziosa fonte di questi componenti è rappresentata dalle radioline am/fm a transistor ancora
presenti nelle bancarelle per qualche euro, anzi "eulo". Una volta in possesso dei componenti necessari, si tratta di realizzare un circuito risonante
formato da un induttore a una o più spire collegato a un condensatore variabile di valore tale da risuonare alla frequenza desiderata; un ulteriore
accrocchio è utilizzato per trasferire il segnale alla radio ricevente. Dopo pochi tentativi mi sono reso conto delle effettive potenzialità del
progetto, dal momento che con una installazione approssimativa fatta con filo elettrico, nastro adesivo e pinze a coccodrillo sono riuscito a seguire
diversi qso in banda radioamatoriale a 7 e 14 MHz. Nel frattempo ho sperimentato che il sistema migliore (a mio avviso) per trasferire il segnale alla
radio è costituito da un secondo loop di diametro circa 1/5 di quello principale chiuso sul cavo coassiale collegato al ricevitore. A questo punto resta
da risolvere il problema della portatilità. Scartata la versione "hula-hop" (ingombrante e non ripiegabile) e quella in cavo coassiale rigido (si
affloscia), ecco che, giocherellando con um metro metallico... Eureka! Il doppio metro ripiegato su sè stesso forma un cerchio di circa 65cm di diametro.
La struttura è leggerissima, autoportante, strepitosa! Basta un piedistallo per mantenerla in piedi ed ecco pronto il loop.
Materiale occorrente per la mag loop "doppiometrica":
Un doppio metro a stecche metalliche in alluminio o inox ;
Un condensatore variabile a mica da circa 20-200 pF o più;
Condensatori di varia capacità tra 20 e 470 pF;
Due boccole serrafilo;
Un commutatore a slitta a 2 vie 3-4 posizioni;
Una scatoletta metallica da circa 7 x 4 x 4 cm.;
Cavo coassiale RG174 intestato con spinotto BNC;
Una stecca di legno da 10x15 mm;
Circa 50 cm. di filo di rame rigido da 1 mm o più;
Feltrini autoadesivi;
Un fermacapelli a bocca di leone
Costruzione
Fissare su tre lati della scatola metallica le due boccole, il condensatore variabile e il commutatore.
Quest'ultimo si rende necassario in quanto il variabile da solo non ha la necessaria escursione di capacità in grado di far risuonare
l'antenna su tutte le bande decametriche. Nel mio caso ho realizzato i collegamenti interni in questo modo:
Condensatore da 27 pF in SERIE al variabile;
Solo il variabile senza capacità aggiuntive
Condensatore da 220 pF in PARALLELO al variabile
Condensatore da circa 900 pF in PARALLELO al variabile
Ecco lo schema dei collegamenti:
In questo modo riesco a ricevere la banda da 3.6 a 4 MHz e da circa 5 a 35 MHz. I valori vanno trovati sperimentalmente in funzione del
variabile a disposizione. Per quanto riguarda il piedistallo ho utilizzato una vite da legno privata della testa il cui gambo si
incastra perfettamente in una delle boccole e nel contempo maniene unite due stecche di legno. Il tutto crea un appoggio a 4 razze
ripiegabile e stabilissimo. La lunghezza della stecca più grande è pari a quella del metro ripiegato, circa 24 cm.
Il loop più piccolo è realizzato con filo elettrico da 1.5 mm al quale ho dato una forma circolare di circa 15 cm di diametro; i suoi estremi
sono saldati a uno spezzone di cavo coassiale RG174 terminato con un BNC per trasferire il segnale alla radio. Il mio consiglio è di utilizzare del
cavo sottile, come quello indicato, sia per la sua flessibilità che per la leggerezza. L'attenuazione non è un problema viste le frequenze in gioco.
Come va
Come accennato, questo tipo di antenna ha una larghezza di banda molto piccola, vale a dire che allontanandosi anche di
poco dalla frequenza di risonanza la ricezione è quasi nulla. Il che è un vantaggio molto apprezzabile se il ricevitore è soggetto a saturazione
del front end, intermodulazioni e altro. In altre parole, il portatilino che con l'antenna interna è sordo e che con una filare va in crisi per
saturazione degli stadi di ingresso dovuta ai segnali delle emittenti broadcasting, con la loop magnetica sfodera il meglio di sè. Sulle frequenza
radioamatoriali, negli orari di apertura delle varie bande, i segnali raggiungono facilmente il fondo scala e non di rado specie sulle frequenze più
basse giova inserire un attenuatore o regolare volutamente fuori frequenza per diminuire l'ampiezza del segnale ricevuto. Sulle bande alte (24.5, 28
MHz) i segnali non sono così forti, ma comunque sufficienti ad effettuare numerosi ascolti. La direttività dell'antenna non è elevata, solo in alcuni
casi sono riuscito a discriminare due segnali utilizzando questa caratteristica. Infatti per ottenere risultati apprezzabili le direzioni da cui devono
provenire il segnale desiderato e quello interferente devono essere molto diverse, meglio se ortogonali. Dimenticavo: tutte le prove di ascolto sono state
effettuate in casa, con l'antenna appoggiata sul tavolo, oppure in terra, o ancora appesa ad un'anta dell'armadio, ovviamente con tv, pc, aggeggi vari
accesi nelle vicinanze... Insomma in condizioni ideali di utilizzo (!) Ciò nonostante gli ascolti sono davvero numerosi, anche fuori europa con la
dovuta propagazione. Cosa chiedere di più a un doppio metro e una manciata di frattaglie elettriche?
Eccola ultimata
Ricapitolando... Procurarsi il materiale, quindi:
-Montare la scatoletta con i componenti per la sintonizzazione
-Forare le estremità delle stecche del metro in modo che entrino nei serrafilo delle boccole,
La modifica è irreversibile ma non troppo invasiva, il metro può ancora essere utilizzato!
-Preparare un supporto per mantenere in piedi l'antenna, magari
appoggiandola sul tavolo. Ecco la mia soluzione al problema:
Una "bracciata" di cavo, il loop da 15 cm... la doppiometrica prende forma!
Ecco cosa mettere nello zainetto per un ascolto in portatile:
Il lavoro è terminato. Isn't she lovely? Buoni ascolti!