Una ground plane sintonizzabile "campale"


Nel senso: da campo, ossia leggera, trasportabile facilmente, smontabile in pochi attimi.

A dire il vero, più che per necessità operative, ho realizzato questa antenna per poter utilizzare un po' di materiale acquistato ad una fiera, oltre che per dare sfogo alla voglia di bricolage. Come in ogni ricetta, ecco l'occorrente per la realizzazione:

La pratica e la grammatica
Un sunto estremo dei sacri testi ci dice che una antenna costituita da un radiatore lungo 1/4 della lunghezza d'onda prescelta posto su un piano di terra costituito da una serie di conduttori lunghi 1/4 d'onda e inclinati di 120° presenta alla base una impedenza di 50 ohm. Giusto quello che ci serve. L'idea dunque è quella di utilizzare le antennine a stilo retrattili, quindi di lunghezza variabile a piacere, per realizzare una antenna ground plane sintonizzabile sulla frequenza desiderata. Nel mio caso, con una lunghezza variabile da circa 15 a quasi 70 centimetri, l'antenna puo' essere resa risonante da 450 fino a poco piu' di 100 MHz.

Costruzione


Ad esclusione delle antennine a stilo, acquistate ad una fiera a 1 euro ciascuna, il resto del materiale proviene dal cassetto delle cianfrusaglie o dal bidone del rottame. Il tubo di supporto è un pezzo di una ex antenna TV in banda III, l'isolatore e' un tubo da idraulici di una nota marca italiana (il colore non è casuale) da 32 mm scelto per il suo forte spessore che permette di avvitare le due piastre con delle vitine da legno. Realizzare la piastra inferiore è più semplice di quello che potrebbe sembrare, io ho stampato il disegno su carta e l'ho incollata alla lamiera, dopo di che un seghetto da metalli, un trapano e qualche lima permettono di completare la piastra. Ho usato alluminio per la facilità di lavorazione, in alternativa altri metalli non magnetici (ottone, inox) possono andare bene. Il fissaggio delle antennine alla base è a vite, quello del cavo coassiale alle piastre mediante pagliette in ottone serrate tra gli elementi.

Pregi e difetti
Come detto, l'antenna è sintonizzabile su una vasta gamma di frequenze determinata dalla lunghezza minima e massima alla quale possiamo estendere le antennine. Se usata anche in trasmissione, la risonanza si ottiene piuttosto facilmente regolando la lunghezza degli elementi con l'aiuto di un rosmetro. Svitati gli stili, tutti gli elementi entrano in qualunque zainetto, sacca o altro; per esempio io uso per il supporto un treppiede da qualche euro e nella stessa sacca trova posto anche l'antenna. Se usata su frequenze fisse e note (es. 145MHz) si può, una volta tarata, fare un segno con una limetta sulla cromatura dell'ultima sezione estratta degli stili in modo da ritrovare a colpo sicuro e senza strumenti la risonanza. Un altro punto a favore è costituito dalla assoluta semplicità "elettrica": non ci sono sezioni di adattamento, gamma match, stub vari che possono generare problemi. Se regolata alla lunghezza corretta, l'antenna risuona e con una impedenza certa compatibile con il trasmettitore. Difetti: pur con una buona efficienza, non si possono pretendere prestazioni da direttiva estrema; tuttavia l'antenna non è certo "sorda" e si fa sentire piuttosto bene. Altro appunto riguarda il fatto che, essendo il radiatore isolato dai radiali, in certi casi l'antenna può raccoglere elettricità statica. Se siete preoccupati per il front end della votra radio, per evitare accumuli dannosi si potrebbe installare tra le due piastre della base una resistenzina da qualche Kohm, praticamente ininfluente sulle prestazioni ma sufficiente a scaricare la statica.

All'opera





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