ARENA di VERONA 3 giugno 2006 - Era la mia prima volta all'Arena di Verona e ne sono stato piacevomente impressionato. Finalmente posso dire di aver ascoltato un concerto! Altro che Forum di Assago. La premessa era d'obbligo per un concerto particolare e veramente appassionante di Mark. Iniziamo con una critica, tanto per non sembrare di parte. Mezz'ora di ritardo per l'inizio del concerto, non è stato un bel modo di presentarsi, e sentivo mormorare alcuni miei vicini che stavano seguendo tutto il music festival di Verona che gli Eagles erano stati puntuali... Ho però apprezzato che nell'attesa si potevano ascoltare alcuni brani di Hank Williams. Vabbè, ma i vip si devono fare aspettare e la partenza è comunque ottima: Right Now è un brano pieno di ritmo che esalta subito le doti di Danny Cummings alla batteria. Quindi il bellissimo ultimo album è di nuovo omaggiato con la divertente Red Staggerwing. Emmylou è visibilmente esaltata dal cantare in uno scenario così unico. Parte subito alla grande, mentre Mark sembra un poco insicuro negli assoli che deve recuperare in un paio di occasioni. La serata è fredda e deve scaldarsi. Ma recupererà in breve tempo. La voce di Emmylou si esalta con il primo pezzo del suo repertorio, Michelangelo che l'artista, poco conosciuta in italia, presenta con i complimenti alla città ed alla bella nazione. I Dug Up a Diamond è uno di quei brani che dal vivo rendono molto di più che dalla versione in studio. Il pubblico conosce poco le canzoni ma si vede che è composto da appassionati di bella musica che ascoltano in silenzio ed esprimono tutto l'apprezzamento alla fine. Continua la parte dedicata ai successi di Emmylou con l'accoppiata di sue hit: Born To Run e Red Dirt Girl. La cantante ha una voce squillante e perfetta esaltata dall'acustica dell'Arena. Quindi Mark presenta la band con il classico giro di battute degli ultimi tour che precedono Done with Bonaparte. E finalmente siamo ad un momento storico: Romeo & Juliet cantata a Verona (come aveva fatto con i Dire Straits molti anni fa). Il pubblico è in visibilio. E Mark risponde con una versione oserei dire perfetta! Alla chitarra è ormai caldo e geniale come solo lui sa essere. La voce roca, così diversa da quella di Emmylou, accompagna perfettamente le avventure del Romeo innamorato di una Giulietta post '68. Il pubblico è tutto dalla sua e lo accompagna con il battito di mani in una prestazione sublime per Song for Sonny Liston. Quindi, Emmylou torna in scena e i due si divertono nella spensierata Belle Starr e nell'orecchiabile singolo This Is Us (il migliore dai tempi di What It Is). La canzone successiva fa di nuovo parte del repertorio della cantante americana. Si tratta di Boulder To Birmingham, una piacevole ballata country. Lo stile si lega bene alla successiva All the Roadrunning, anche se a me non piace particolarmente questa canzone che da il titolo all'album. E' volata via un'ora e mezza di gran qualità ed è ora di chiudere la prima parte con Speedway at Nazareth un pezzo che trovo sempre travolgente con Danny che picchia come un forsennato. E, scusatemi se mi ripeto, ma come rende bene all'Arena... sembrava di ascoltare i Pink Floyd. I miei vicini che non conoscevano l'ultimo repertorio di Mark Knopfler, esprimono vivi apprezzamenti per questa canzone. E' ora dei bis, e si parte con un pezzo che mi piace molto: If This Is Goodbye. La canzone dedicata all'11 settembre e ai messaggini che furono spediti ai propri cari dalle persone che si vedevano ormai spacciate, è toccante. Come sempre Mark saluta il pubblico con la classica So Far Away. Ed essendo la fine di un giorno perfetto non può mancare Our Shangri-la che secondo me è una delle canzoni più belle del suo ultimo album solista. Escono tutti ma Mark, Emmylou e Guy rientrano per una curiosa Why Worry che saluta definitivamente il pubblico dell'Arena che ha apprezzato molto la serata. |
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