FORUM DI ASSAGO 15 aprile 2008 - Mark torna a Milano dopo tre anni e porta il risultato di un tour estremamente spettacolare. |
Si presenta puntualissimo al pubblico con una sorpresa: l'esecuzione di una Cannibals molto funky che invita subito a ballare. E' l'incipit perfetto per una serata ricca di sorprese. Come sempre Why Aye Man non mi esalta ma recupero immediatamente grazie ad una travolgente What It Is, eseguita con un calore e una passione indescrivibili. Il violino di McCusker, vero jolly della serata nella band messa in moto per questo tour, gioca elegante con la chitarra di Mark. Il pubblico è in visibilio ed è il momento per tornare a "navigare" verso Philadelphia lungo la Mason-Dixon Line. Sailing To Philadelphia è sempre un'emozione dal vivo, anche senza la voce di James Taylor. |
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Inizia così il breve attimo del concerto dedicato all'ultimo album. L'accoppiata True Love Will Never Fade e The Fish and The Bird è molto introspettiva. Il primo pezzo è presentato con un arrangiamento originale così distante dalla versione in studio dell'album. E poi che coraggio a presentare le melodie medioevali del secondo pezzo. Di nuovo McCusker è sorprendente al flauto. Dopo questi momenti così toccanti, c'è l'ennesima sorpresa della serata con Hill Farmer's Blues dallo splendido The Ragpicker's Dream. Il pubblico apprezza e non c'è ancora stato nessun brano dai Dire Straits. Dopo un dolce assolo di Matt Rollings al piano, l'urlo della folla accoglie Romeo and Juliet e Sultans Of Swing. Sembra di vederlo: il Romeo innamorato di una Giulietta post-moderna è attuale oggi come vent'anni fa. E i sultani dello swing non perdono il vizio della buona musica neanche dopo trent'anni! Per questo tour, Mark ha scelto una scaletta molto varia. Un vero viaggio tra i generi musicali che ora comprende il country di Marbletown e il latino-americano di Postcard from Paraguay. |
Siamo verso la fine ma il meglio deve ancora iniziare. Parte Speedway At Nazareth brillante e coinvolgente come sempre, quando iniziano effetti speciali che neanche i Pink Floyd... Non voglio raccontare nulla per non rovinare la sorpresa ma certo è che Mark, dopo tanti anni sa ancora sorprenderci. Gli effetti speciali ci accompagneranno per tutto il proseguimento della serata. Il concerto si chiude con un altro classico della storia del rock: l'epica Telegraph Road. Come sempre, la mia opinione è di parte, ma credo che la critica favorevole migliore sia l'entusiasmo che ha coinvolto l'amica con cui ho assistito all'evento che non conosceva pienamente l'opera di Mark. I bis partono con un altro classico, Brothers In Arms, seguito da quello che credo sia uno dei migliori pezzi della carriera post Dire Straits: Our Shangri-la. Da ascoltare abbracciati e commossi immaginando quel bel tramonto su una spiaggia Californiana ad aspettare le stelle della notte, piccoli diamanti incasellati in una serata strepitosa. La seconda sessione di bis è quella dei saluti: So Far Away e poi tutti a casa con Going Home. Che dire? Tutto perfetto in una delle migliori serate Knopfleriane a cui abbia mai assistito... ed iniziano ad essere tante! |
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