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IL CARNEVALE IN ITALIA   

 

Diversamente da quanto si potrebbe pensare il Carnevale in Italia ha origini molto antiche, risale a tradizioni precristiane, che si ricollegavano ai saturnali e ai lupercali, riti per la fertilità della terra.

In alcune città inizia il 26 Dicembre, in altre a Capodanno o all’Epifania, in altre ancora alla Candelora, il 2 Febbraio, termina sempre il martedì che precede il giorno delle Ceneri, che dà inizio alla Quaresima, periodo di digiuno, penitenza e purificazione che serve di preparazione alla Pasqua.

Durante il Carnevale tutto è permesso: allegria, balli, divertimenti, cibo e dolci di ogni tipo. In tutte le regioni d’Italia viene festeggiato con sfilate e balli in piazza, maschere tradizionali e fantastiche, coriandoli e stelle filanti, ma in alcune città i festeggiamenti sono tanto originali da richiamare turisti e visitatori provenienti da ogni parte del paese e del mondo.

A Ivrea, in Piemonte, c’è la “ battaglia delle arance” durante la quale si assiste ad una vera e propria “guerra” tra le persone che si trovano sui carri e quelle che assistono alla sfilata. Battaglia incruenta che adopera come armi tonnellate d’arance usate come proiettili. Regina della festa è la “ mugnaia”, eroina e simbolo di libertà, che deriva da un personaggio veramente esistito. Sembra, infatti, che durante il Medioevo sia vissuta una coraggiosa fanciulla, figlia di un mugnaio che si ribellò al tiranno che governava la città e lo uccise. La rivolta popolare che ebbe inizio dal suo gesto, viene ricordata ancora oggi proprio con questa “ battaglia” che però insanguina le strade solo di succo di arancia.

Caratteristica del Carnevale di Viareggio, in Toscana, sono i carri allegorici, splendidi carri più o meno grandi su cui troneggiano enormi caricature in cartapesta di uomini famosi nel campo della politica, della cultura o dello spettacolo, i cui difetti vengono sottolineati con satira ed ironia. La tradizione di questa particolare sfilata risale alla seconda metà dell’800, esattamente al 1873, quando alcuni ricchi borghesi della città vollero organizzare per Carnevale una sfilata di carrozze abbellite con fiori. Alcuni cittadini, in quella stessa occasione, decisero di mascherarsi per protestare contro le troppe tasse che erano costretti a pagare e presero a bersaglio dei loro ironici scherzi il capo degli esattori comunali. Da allora ogni anno questa sfilata permette di realizzare carri che interpretano alla perfezione il pensiero e il malcontento di tanta gente.

Un altro Carnevale famoso è quello di Putignano, piccolo centro pugliese. Le sue origini risalgono a tempi lontani e presenta riti popolari antichissimi che si accompagnano alle tradizionali sfilate di carri. Dà inizio al Carnevale la Festa delle Propaggini che ha luogo il 26 Dicembre, con strofe e versi umoristici e satirici, dedicati a particolari personaggi e a fatti accaduti in città. Il Martedì Grasso si può assistere al funerale di re Carnevale: il suo feretro, accompagnato dalla moglie e da donne che piangono e urlano, sfila attraverso le strade della città, e, al termine della processione, viene dato fuoco ad un fantoccio che lo rappresenta.

In Sardegna, ad Oristano, l’ultimo giorno di Carnevale, è dedicato alla Sartiglia, giostra equestre durante la quale i cavalieri vestiti con costumi tradizionali antichi e con il volto coperto da una maschera di legno, devono riuscire ad infilzare con la lancia le stelle sospese in alto. Dal numero delle stelle che i cavalieri, al galoppo, riescono ad infilare sulla lancia, i contadini del luogo riusciranno a prevedere se il raccolto dei campi sarà abbondante o scarso. Anche qui, è evidente che i riti di Carnevale rispecchiano tradizioni antiche e pagane legate alla fertilità della terra e alla riuscita del raccolto.

Venezia ospita certamente il Carnevale più famoso del nostro paese, e durante tutto il periodo le piazze, le calli e i campielli della città lagunare, si riempiono di maschere e turisti di ogni parte del mondo, che assistono alle sfilate e agli spettacoli organizzati ogni anno.

Le origini del Carnevale veneziano risalgono al X secolo, attraverso le cronache storiche sappiamo che il giorno di Giovedì Grasso si ricordava la vittoria del Doge Vitale Michiel sul patriarca di Aquileia, Ulrico, avvenuta nel 1162. Per ricordare la sconfitta subita, ogni anno i successori del Patriarca dovevano inviare al Doge un certo numero di maiali che venivano uccisi e la loro carne era distribuita tra i nobili, il clero e il popolo. Gli spettacoli continuavano con giocolieri e saltimbanchi, fuochi di artificio e il Volo dell’Angelo, detto anche della Colombina, fatto da un acrobata che saliva lungo una fune fino alla loggia del campanile di S.Marco, per poi tornare a terra con un mazzo di fiori da offrire al Doge.

Allora come oggi, il costume che simboleggiava il Carnevale era la “bautta” formato da un mantello, detto tabarro, una cappa di merletto ed un cappuccio di seta nera. Sul capo uno strano cappello a tricorno e sul viso una maschera bianca che garantiva l’incognito. Tutti potevano mascherarsi a Carnevale, le distinzioni di ceto e di sesso cadevano, le maschere permettevano la massima libertà e soprattutto nessuna differenza.

Con il passare degli anni alcune tradizioni sono andate perdute, altre si sono adeguate alle nuove abitudini della vita, tuttavia il gusto del travestimento non è mutato, e l’originalità del Carnevale di Venezia è proprio nelle sue maschere. Infatti, oltre alla “bautta”, i veneziani hanno creato dei costumi preziosi e particolarissimi che fondono insieme lo stile e il gusto di tre diverse epoche storiche: il medioevo, il rinascimento e il settecento. Il risultato sono splendidi abiti di lucida seta color oro, nero o argento completati da mantelli di merletto e parrucche e, naturalmente, da una maschera che nasconde il viso, così che ognuno ancora oggi, come tanti secoli fa, si senta libero di ballare e divertirsi, certo di non essere riconosciuto.

L’atmosfera che si respira a Venezia è magica tutto l’anno, ma durante il Carnevale diventa ancora più speciale: gli spettacoli organizzati dappertutto, la musica e i balli in piazza S.Marco, le maschere dagli abiti multicolore, e, soprattutto, tanta voglia di divertirsi, tutto questo tra lo scintillio dell’acqua dei canali che come un’eco sembrano ripetere un ritornello vecchio ormai di secoli: