Engels a Pyotr Lavrov
a Londra
Traduzione di Antonio Pedace e Giandomenico Ponticelli
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Londra 12-17 novembre1875
1) Del Darwinismo Io accetto la teoria dell'evoluzione, ma il metodo di Darwin (lotta per la vita, selezione naturale) io lo considero solo una prima, provvisoria, imperfetta espressione di una nuova scienza in formazione. Fino a Darwin, coloro che sono attualmente suoi seguaci, (Vogt, Buchner, Moleschott, ecc.), mettevano appunto in evidenza l'armonico coordinamento del lavoro nel mondo organico: come il regno vegetale offre agli animali cibo e ossigeno, e questi ultimi alle piante letame e ammoniaca e acido corbonico, come già sottolineato da Liebig. Appena le teorie di Darwin vennero accettate, le stesse persone videro ovunque e soltanto lotta. Tutte'e due le concezioni giustificante entro certi limiti, ma tutt'e due ugualmente unilaterali e limitate. L'interazione dei corpi nella natura - inanimati quanto quelli animati - include contemporaneamente armonia e collisione, lotta e cooperazione. Se di conseguenza un sedicente naturalista si permette di racchiudere tutta la ricchezza, tutta la varietà dell'evoluzione storica in una formula angusta e unilaterale, quella di "lotta per la vita", che perfino nella natura può essere accettata "cum grano salis", come una procedura che reca in sè la propria condanna.
(...)
3) io non posso negare i vantaggi del vostro metodo di attacco, che potremmo chiamare psicologico; ma io avrei scelto un'altro metodo. Ognuno di noi è influenzato, più o meno, dall'ambiente intellettuale nel quale si muove. Per la Russia, dove conoscete meglio di me i vostri lettori, un giornale di propaganda in cui appellarsi "all'effetto restrittivo", (citato dall'articolo di Lavrov) del senso morale, è una soluzione probabilmente migliore della mia. Per la Germania, dove il falso sentimentalismo ha fatto e fa ancora molti danni, non sarebbe adatto; sarebbe frainteso, sentimentalmente ...?... Nel nostro paese c'è più bisogno di odio che di amore - nel breve ed immediato futuro - per perdere gli ultimi residui dell'idealismo Tedesco, nell'istituzione dei fatti materiali nelle loro giustezze storiche. Attaccherò, quando verrà il tempo, questi darwinisti borgeoissiani in questo modo:
L'intero insegnamento darwinista della lotta per la vita è semplecemente una trasposizione dalla "society to living nature" della dottrina di Hobbes del bellum omnium contra omnes ( dal De cive and leviathan, capitoli 13 e 14) e della dottrina economica di borgeois della competizione insieme con la teoria della popolazione di Malthus. Una volta fatto questo gioco di prestigio (la cui incondizionata legittimità, come ho indicato nel punto uno, in particolare per ciò che concerne la teoria Malthsiana, è ancora assai problematica), è molto facile trasferire di nuovo queste teorie dalla natura organica nella storia della società, ed è allora un'ingenuità davvero troppo forte affermare di avere con ciò dimostrato che tali affermazioni sono eterne leggi naturali della società. La puerilità di questa procedimento è talmete ovvia che non una parola occorre spendere oltre intorno a questo argomento. Ma se io cercercassi di andare alla sostanza del discorso, non sbaglierei dipingendoli prima come cattivi econimisti e solo al secondo posto come cattivi naturalisti e filosofi.
4) La differenza essenziale tra società umane e società animali è che gli animali tutt'al più ammassano degli oggetti mentre gli uomini producono. Basta questa sola ma fondamentale differenza per rendere impossibile l'applicazione pura e semplice alle società umane di leggi valide per le società animali. Questo è possibile, come voi sottolineate:
"l'uomo lotta non soltanto per l'esistenza ma anche per il piacere e per l'incremento di questo piacere,...Essere pronti a rinunciare ai bassi piaceri per quelli più nobili(?)". [Engels' italics quoted from Lavrov' Sierra article]
Senza discutere ulteriori conclusioni su questo. Io vorrei, partendo dalla mia premessa, fare le seguenti deduzioni: ad un certo stadio la produzione dell'uomo raggiunge un così alto livello di sviluppo che non soltanto il necessario ma anche i beni di lusso vengono prodotti a sufficienza, mentre prima, erano accessibili soltanto ad una minoranza. La lotta per la vita se per il momento consideriamo valida questa teoria si trasforma in lotta per il voluttuario, per molti uomini non è la sussistenza ad essere desiderata ma i beni voluttuari e quelli necessari allo sviluppo. A questo punto, quando beni per lo sviluppo sono prodotti socialmente, sono già totalmente inapplicabili le categorie derivanti dal regno animale. infine, nel modo di produzione capitalistico, la produzione raggiunge una tale altezza, che la società non può più consumare i beni prodotti per le necessità di vita e di sviluppo e i beni voluttuari, perchè ad arte e con violenza, viene sbarrato l'accessso a questi beni alla grande massa dei produttori; quindi ogni 10 anni una crisi ristabilisce l'equilibrio con la distruzione non solo dei beni prodotti per le esigenze di vita, di sviluppo e voluttuarie, ma anche di una gran parte delle stesse forze produttive, e la cosiddetta lotta per l'esistenza prende quindi la seguente forma: ...togliere la direzione della produzione e della distribuzione sociale dalle mani della classe capitalistica dominante divenuta di essa incapace e trasferendola alla massa produttrice: e questa è la rivoluzione socialista.
Apropos. Il solo fatto di considerare la storia fino ad oggi come un susseguirsi di lotte di classe basta a far apparire quanto di superficiale racchiude la concezione che vorrebbe fare di questa storia una lotta per la vita con piccole varianti. I would therefore never do this favor to these false naturalists.
5) For the same reason I would have changed accordingly the formulation of the following proposition of yours, which is essentially quite correct:
"that to facilitate the struggle the idea of solidarity could finally... grow to a point where it will embrace all mankind and oppose it, as a society of brothers living in solidarity, to the rest of the world the world of minerals, plants, and animals".
6) On the other hand I cannot agree with you that the " bellum omnium contra omnes " was the first phase of human development. In my opinion, the social instinct was one of the most essential levers of the evolution of man from the ape. The first man must have lived in bands and as far as we can peer into the past we find that this was the case....