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Il tuo cielo

Di: Alice

Alice ha scoperto il mondo di interattivo ed è rimasta affascinata dall'universo che si ha a portata di «mouse»... E’ stata talmente affascinata che si è cimentata nella costruzione di un proprio sito, senza troppe pretese, ma con tanta voglia di riuscire a dare qualcosa di lei con molta sincerità. In questo sito ha inserito le cose cui tiene di più più:la sua famiglia, gli affetti più cari... l'AMICIZIA... quella vera, quella senza compromessi... quella che tutto perdona e comprende... Sa che è difficile trovare un’amicizia come lei la sogna, ma ha giurato a se stessa che non smetterà di cercarla... e di dare la sua agli altri!  Alice …ant’anni ed è nata sotto il segno del toro. Nel comportamento mette tutti i pregi e  difetti di questo segno primaverile: si sente somigliante a Venere Genitrice, si presenta agli amici sempre preceduta dalla sua calda e carezzevole; basta un solo minuto e già sapere di non poter dimenticare quella voce, né l’allegria dei suoi gesti, anche se a volte possono apparire un poco spettacolari.

Proprio come Venere Genitrice è aperta ed estroversa...  adora il mare, le piace cantare... adora sognare perché è bello volare con la fantasia, senza perdere il senso della realtà...

Nessuno dei nostri poeti contenporanei riesce a raggiungere l’altezza poetica della lirica. Alice sa benissimo che la sua poesia non sarà mai all’altezza di un’ode manzoniana o di una canzone leopardiana e, meno che mai, dei Sepolcri di Foscolo, ma è convinta che la sua liricità splenderà perché sarà ricordata per la sincerità dei sentimenti espressi, per il calore e l’entusiasmo con cui inneggia ai valori della libertà, indipendenza, dell’amicizia dell’amore, per il vivo senso della dignità della propria produzione.

«Solitudine..

Paura..

Angoscia..

Rabbia..

Dolore..

Guardo il cielo..

Il tuo cielo...»

Questa lirica è certo ispirata dalla triste condizione in cui oggi vive l’umanità, e canta la nostalgia degli esuli: che passano le loro giornate così come giungono, sognando di non avere abbandonato la loro terra per niente; Alice, tenta disperatamente di allontanare dalla mente, con tutta la forza di cui è capace, l'immagine dei pescherecci arenati nel Mediterraneo, degli scafisti che buttano uomini a mare per non essere incarcerati per la loro cupidigia: pur di guadagnare qualche dollaro in più intasano scafi della capacità di una tonnellata, con trecento persone ansiose di trovare la loro terra promessa, facendo stage degli speranzosi che hanno venduto tutto  per dare alla famiglia e a loro stessi un raggio di sole caldo e sincero.

«... Da lassù mi regali

la percezione della tua presenza...

e mi sollevi dal mio

essere di donna fragile…»

Non è Fantasia la lirica di Alice è la rievocazione del sogno di avvenimenti gloriosi per la nostra inesausta umanità. Infatti rivivono quei valori che il suo io creativo evoca con espressioni di un’ansia di ricercare nuovi principi umani, politici e sociali, ma anche religiosi, che possono rinnovare la società su basi di vera giustizia e nel rispetto dell’irrinunciabile libertà degli individui e dei popoli.

E' un dato di fatto, comunque, che l’Europa del terzo millennio è un’Europa liberale, unita ed indipendente e quindi la grande sfida dell’ideologia di Alice ha la funzione delle magnanime idee e delle azioni libertarie di una nuova alba e vuole, anzi si auspica che questa nuova alba sia sincera come lo è lei, con tutti e per tutti deve essere considerata la propria stagione.

«Non posso non gioire di quest'unico

conforto..

che mi è rimasto di te...

Da te ho imparato a vivere..

a sorridere nel momento del dolore..

a superare con fede il momento della prova...

a sperare.. sempre e comunque…»

Il filosofo Auguste Comte afferma che ogni conoscenza non può prescindere dai dati dell’esperienza analizzati secondo il metodo sperimentale proprio delle scienze: col termine positivo, ma essere certi che l’indagine spinga la creatività alla ragione come realtà effettuale in cui vive l’umanità in un determinato periodo storico, il metodo da seguire nell’indagine, poetica non può, né deve essere sperimentale, e l’obiettivo da perseguire, è l’utilità pratica ed effettiva la cui efficacia deve farsi sentire nella morale e nell’espressione poetica, come nella vita sociale.

La critica letteraria iniziata da Foscolo preferisce l’analisi del contenuto su quella della forma. Prima di lui, c’era stata la cosiddetta critica classicistica, che si limitava a verificare la fedeltà dell’opera moderna verso il modello classico prescelto e il rispetto delle regole pseudo-aristoteliche che i retori avevano prescritto per ciascun genere letterario. Foscolo, invece, fu convinto assertore che per intendere bene i testi letterari si dovesse anzitutto indagare profondamente nella personalità dell’autore e nella condizione storica del momento in cui l’opera è concepita.

«Perdonami se la malinconia

spesso è così forte da togliermi il fiato..

se guardando avanti nella mia vita..

nel mio futuro..

non ho più voglia di lottare…»

Io sono convinto dell’inopportunità di qualsiasi interpretazione che non viene dopo una seria indagine filologica circa l’autenticità dei testi e la loro rispondenza all’ultima volontà dell’autore, analizzando la vita dell’autore psicologicamente, e l’opera senza tener conto della forma, ma del pensiero scaturito dall’io creativo.

Nella critica, cerco di mettere in rilievo l’importanza primaria da attribuire all’esame delle singole parole, il perché di un termine o di un aggettivo e i significati storici se sono depositati, veramente, nelle singole coscienze degli uomini secondo le loro esperienze esistenziali anche a livello subconscio. Oggi usiamo una terminologia ignota alla maggior parte dei puristi, specialmente agli accademici della Crusca, che vorrebbero: «...un segno solo della parola faccia rivivere l’immagine tramandata dai sensi e trascurata per lungo tempo nella mente, fino a quando in un momento di beatitudine dolorosa o fortemente sentita, dia un segno solo all’io creativo che ecciti la memoria a ragionare d’uomini, di cose, di tempi sepolti nella notte dove tace il passato».

«E' un attimo..

lo sconforto di un attimo...

Tu mi hai insegnato a guardare

al di là di questo mondo..

sto imparando a farlo..

io voglio essere come te..

devo riuscirci...

Aiutami..

tu puoi farlo!

Ti voglio bene..

tu sei e sarai in me per sempre...»

La conoscenza dell’ambiente storico in cui vive l’autore e lo studio dei suoi comportamenti nelle relazioni con l’ambiente, aiutano a penetrare il senso delle parole da lui usate e ci pongono nella condizione ottimale per capire il significato estetico e morale della sua opera. Il lavoro del critico letterario è quindi anzitutto lavoro di psicologo.

Reno Bromuro

 

 

 

 

 

 

 

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