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Teniamoci per mano

Di: Skorpiona

Ynés del Ponte Spiers  è nata e vive a Lima, capitale del Perù. Firma le sue opere con lo pseudonimo SKORPIONA, perché, afferma, descrive pienamente la sua personalità particolare e capricciosa e rispetta l’indole dei nati nel mese di novembre sotto questo segno zodiacale.

Uno dei suoi tanti hobby è scrivere gli stati d’animo dettati dall'inspirazione. Eì una creatura sempre inquieta, perché ha la sensazione che lei sia altro e che l'uno e l'altro si affascinano a vicenda; perché sono capaci di catturare sulla carta ciò che il pensiero suggerisce, senza imposizione.

Allora Ella sa, che in quel momento appartiene ad altre persone, che vivono le sue stesse sensazioni. In quell’istante sente la necessità di far sapere al mondo il suo pensiero, e i suoi sentimenti verso la vita; allora è che prende la decisione di fare la sua conoscenza col mondo e il mondo finalmente sa che Ella possiede una buona immaginazione, in quel momento è certa che ciò che scrive arriva alle persone con agevolezza, senza dovere fare appello al lavoro di termini sofisticati o di metafore che in molti casi sono incomprensibili, perché possono influenzare il lettore, negativamente.     

Allora anche Lei è molto soddisfatta, perché percepisce che ciò che ha scritto è giunto al lettore, che lo ha accettato, questo, per Lei è il più grande compenso, in cui può sperare. E’ così felice che le sembra di aver conquistato qualcosa che non può comprare nemmeno tutto l'oro del mondo.

D’altro lato la Sua opinione è che li suoi scritti sono immortali, perché una volta andati via da Lei appartengono al mondo e grazie a loro il mondo continua ad esistere, mentre la Sua energia è già passata ad un altro palcoscenico per farsi più evoluta: in questo modo continuerà a vivere con e in loro.    

Ynès ci rende noto di avere una personalità controversa, è prammatica e radicale, o è bianco o è nero, il piombo per Lei non esiste, perché il suo colore intende la  indecisione; perciò si riconosce una persona ribelle... ma «con causa».

E’ favorevole alla lealtà e la fedeltà in tutto, specialmente nelle relazioni. Vive il Suo presente, Suo e di nessun altro: esclusivamente Suo.    

Si è liberata del passato, ma non delle esperienze, delle vittorie e dei fallimenti; del futuro, si auspica che sia come sempre l'ha sognato. Il Suo proverbio favorito è: «Non rimandare a domani, quello che puoi fare oggi»; l’aforisma favorito e che ha pubblicato, alla lettera afferma: È «molto facile per una persona che è al potere... essere capace di fare e di dire; anche se non è più intelligente della persona che non ha potere... ma sente di essere capace»    

Tra le tante poesie di Ynès, alcune delle quali ho tradotto io stesso in italiano, ho scelto l’ultima che mi è pervenuta, per due motivi: uno per «gemellaggio» di idee; due perché attualissima e necessaria, in questo caotico periodo sia letterario, sia economico, si apolitico; specialmente per l’ultimo motivo: sentiamo il desiderio do amore e di Pace universale ed Ynès ha descritto tutto ciò in poche e semplici parole.

Nel 1948, avevo sedici anni scrissi: «Vale soltanto amore/ nel timore del nulla in agguato/ tenersi per mano» (Note e Motivi – C. Armani Editore Napoli), ecco spiegato il termine «gemellaggio».

TENIAMOCI PER MANO

 

Tenendoci mano nella mano,   

uniti camminiamo per la vita,   

il sole, la luna e le stelle   

loro sono testimoni silenziosi

di questo nostro andare.   

    

Le nostre mani sono molto strette

attorcigliate, le dita sono allegre,   

i palmi si strofinano, si baciano   

e sensibile torniamo a godere.   

    

Le mani che mi carezzano, sono vele   

che agevoli navigano sul mio corpo;

le tue dita disegnano i contorni,   

del viaggio che inesorabile

sveglia il desiderio e la passione.   

    

Le tue mani scavano sfiorando,   

la pelle arruffata dei corpi che

ormai si sono arresi al piacere,   

pronti a godere ogni notte...   

il loro speciale «banchetto d’amore».

Dico subito che la Poesia di cui mi occupo oggi è moderna di contenuto e di forma; affronta la condizione attuale dell’umanità mettendo a nudo la coscienza di ognuno di noi. Noi tutti con  «le mani che carezzano, sono vele/che agevoli navigano sul mio corpo».

Il mondo poetico di Ynés del Ponte Spiers, preparato e puntualizzato attraverso il lungo lavoro di «cesello», trova la sua espressione più bella e compiuta.

Il mondo in cui la lirica è ambientata non trova riscontro in nessuna opera del passato, eccetto un cenno sporadico all'ultimo Campana, ma solo per dire con voce chiara e spiegata: 

«Le tue mani scavano sfiorando,   

la pelle arruffata dei corpi che

ormai si sono arresi al piacere,   

pronti a godere ogni notte...»   

Nella prima quartina della lirica:

«Tenendoci mano nella mano,   

uniti camminiamo per la vita,   

il sole, la luna e le stelle   

loro sono testimoni silenziosi

di questo nostro andare»

è il nucleo del mondo poetico di Ynès Del Ponte Spiers, un mondo in cui l’amore 

universale, si fonde con quello erotico e che si distingue per l’aristocratico distacco

di cui la Del Ponte Spiers l’ha investita. La verità è che si tratta di una lirica attraente e conciliante per la tematica profondamente classica, ma di un classicismo che sarebbe potuto anche scivolare sconsolatamente nel disinteresse, invece, si manifesta, elaborata minimamente, perciò capace di esaltare il lettore;e lo fa risvegliando il senso della solidarietà universale nella condanna da tutti i tempi a un destino di dolore, di sofferenza senza ragione, per l’uomo.

L'esempio di Ynès Del Ponte Spiers, sta all’umanità, come l’umanità sta alla Pace e all’amore universale ed erotico, che altro non è se non il canto, che ogni poeta dovrebbe cantare se vogliamo veramente vedere gli uomini camminare mano nella mano come fratelli figli dello stesso Padre.

Dalla precisione del contenuto (ricerca di parole semplici, comprensibili anche ai bambini), alla forma che sottolinea con precisione l'autoritratto e l'autocoscienza che è la forza delle grandi tradizioni letterarie moderne.

La liriche si orienta intorno a due temi dominanti, in una scansione tutta intima e personale, il primo in echi di ansia, per la umana partecipazione; il secondo dalla memoria, che scaturisce da una lunga profonda meditazione, che si fa finalmente parola, che nel destino delle cose «passa», con la leggerezza dei segni assunti a simboli di un eterno fluire. Il Poeta Del Ponte Spiers ripete a se stesso questa necessità e questa certezza che lo coinvolgono, con il suo dolore, quasi ad alleviarlo nella prospettiva di un comune esito.

Reno Bromuro

 

 

 

 

 

 

 

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