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La tua assenza

Di: Angela Nicosia 

Angela Nicosia, è nata a Vittoria, in provincia di Ragusa. Ha avuto una vita molto travagliata, ma da questo ha imparato ad essere forte e che si può affrontare tutto se indossi una corazza che ti protegge dalle sofferenze.

Dopo la scuola media, si rese conto che la sua strada era la musica, voleva andare al conservatorio, ma le fu impedito; ha studiato lo stesso, per tre anni, pianoforte da un professore che impartiva lezioni private; contemporaneamente frequentava l’Istituto Magistrale, ma quando fu in vista del traguardo si dovette fermare per problemi familiari. Non ho tanto sofferto per il mancato diploma di maestra, quanto per essere stata costretta a lasciare gli studi di pianoforte. «La musica la sentiva fortemente, la musica!»

E’ sposata da sei anni, ed ho una bambina di tre anni, quando ha un po’ di tempo libero, ascolta musica, sopratutta quella classica; ama leggere; ha un’insaziabile voglia di sapere, di arricchirsi culturalmente, perché crede che il sapere non sia mai abbastanza. Da qualche tempo trova sollievo attraverso la poesia;  e le scrive, ma se qualcuno le domanda perché, risponde: perché il cuore sussurra alla mia mente le sue emozioni, e lei li trasforma in parole, prima li trasformava in musica…

E’ l’Arte poetica che l’assorbe tutta, è attraverso l’arte che permette agli altri di entrare in quel cerchio, dentro il quale ognuno di noi permette di entrare solo le persone amate: miracolo dell’Arte! Che cosa magnifica l'Arte!

Ma che cosa è arte? A questa domanda hanno cercato di rispondere molti filosofi, e, prima di tutti. Platone, poi Aristotile, e San Tommaso: dopo di quest'ultimo quando cominciò ad albeggiare e trionfare il Rinascimento con Giotto, Nicola Pisano, Arnolfo da Cambio, Leon Battista Alberti, Dante, Petrarca, seguiti da tutti gli artisti del Quattrocento, del Cinquecento, del Seicento e del Settecento, pare che nessuno o quasi pensasse più a definire l’arte. Vi pensò  Emanuele Kant, al quale fecero seguito molti filosofi, compresi più moderni, da Benedetto Croce, a Giovanni Gentile, ad Adriano Tilgher, a Massimo Bontempelli, ad Edoardo Fenu ed a tanti e tanti altri. Per alcuni l'arte è rappresentazione del possibile; per altri perfezione della cognizione sensitiva; veste sensibile d'un concetto; per altri visione più diretta della realtà; per altri apparenza sensibile dell'idea; secondo Benedetto Croce è pura intuizione; secondo Edoardo Fenu nasce dalla sintesi interna ed esterna della personalità.

Spesso avviene un fenomeno assai curioso: quando parlano e discutono troppo i filosofi e critici gli artisti tacciano; l'arte cade o è già caduta in letargo, mentre la vita si smarrisce e si corrompe nella ricerca febbrile e nell'inseguimento affannoso dell'utile immediato e del solo benessere economico: quindi, quasi per riempire un vuoto tanto incolmabile, i filosofi e gli scrittori sono lì a discutere intorno alla natura o la definizione dell’avvenimento.

«Nascondere il mio dolore non posso,

la mia fragilità, il mio bisogno di te».

Peraltro sarebbe assai interessante conoscere come abbia definito l'arte un vero artista. La nostra ad esempio la definisce «la mia fragilità, il mio bisogno di te»  al di fuori di quella magnifica terzina di sapore dantesco:

«Perocché l'arte di natura è figlia

E allor sovrasta e gli intelletti bea

Che sovrasta il concetto a cui s'appiglia »,

Finora non sono riuscito ancora a soddisfare tale mia curiosità. Ritengo però che ,se è lecito paragonare le piccole con le grandi cose, come il medico non si preoccupa affatto di definire la medicina che deve somministrare al malato, ma si preoccupa unicamente della loro bontà allo scopo unico di guarirlo, così l’artista non si preoccupa affatto di definire; ma si preoccupa solo di creare, spinto da quella fiamma indefinibile che gli arde nel petto e che lo sospinge irresistibilmente verso sfere incantevoli, dove soltanto il genio con le sue ali poderose e dominatrici può arrivare e dove esso solo, può fissare, contemplare e svelare agli uomini in estasi l'arcana, divina bellezza dell'Arte.

Fra le contrastanti opinioni, va presa, a mio parere, in attento esame la teoria per la quale l'arte non è scatto automatico dell'intuizione, o della fantasia o del puro sentimento; ma è fiammata viva che brucia e fonde tutti gli elementi soggettivi ed oggettivi che l'artista ha acquisito dalla vita, senza annullarli, ma componendoli, come avviene per i colori nel raggio di luce, in una sintesi ed in un'armonia che lo rapisce e lo stimola facendogli dare forma e veste a tutto ciò che di vero, di bello, di grande,d’universale, d’immutabile ed eterno ha riscontrato e riscontra nei fenomeni singoli o collettivi della vita.

«Senza sosta senza arresa il mio cuore continua a battere,

invocare invano il tuo nome.

La pazienza sparisce per lasciare spazio all'ansia,

al tormento, al dubbio, e tutto si avvolge di nero».

A mio modesto parere però più che la definizione o l'analisi filosofica dell'arte, all’autrice interessa l'attività funzionale e permanente di essa e gli scopi precipui che si propone.

«Senza sosta senza arresa il mio cuore continua a battere,

invocare invano il tuo nome».

E' fuori dubbio che la vita e l'avvenire degli individui dipenda principalmente dalla vita dello spirito e quindi dal funzionamento di tutte le sue facoltà sulla scia luminosa del vero, del bello e del buono.

«Senza sosta il mio cuore continua ad invocare il tuo nome». E' sempre lo spirito che dirige e regola le azioni umane; che intuisce e scopre le leggi e i segreti misteriosi della natura e, quando li ha scoperti, se ne serve: è lo spirito che analizza e classifica tutte le cose e tutte le attività cosmiche e ne forma una scala indefinita sulla quale da vero padrone e signore, spazia e sceglie secondo i suoi bisogni, le sue aspirazioni e le sue possibilità;

«invocare invano il tuo nome.

La pazienza sparisce per lasciare spazio all'ansia,

al tormento, al dubbio, e tutto si avvolge di nero».

E’ lo spirito che diventa il motore centrale e principale dell’esistenza e che per mezzo dell'etica e dell'arie tenta di spegnere il focolaio d’infezione e di degradazione morale, sia individuale che sociale. E’ lo spirito che mette in azione valori e tesori che fanno bella la vita, e che, con sottile intuito e denso mistero avvolge il mondo, distoglie inavvertitamente e sospinge l'uomo dal contingente verso il Trascendente, dal finito verso l'Infinito, dal tempo verso l'Eternità.

«Ogni giorno è un tramonto,

il sole non sorge, non riscalda,

non illumina,questo cuore, perché il sole sei tu!

Non esiste una giornata di sole se tu non ci sei,

non ci sono stelle ne luna, tutto sparisce senza la tua presenza».

E’ chiaro che il progresso spirituale deve ricercarsi a preferenza, o almeno andare di pari passo con lo sviluppo della tecnica ed il progresso della scienza, tutti i popoli devono essere cultori d’arte, perché essa, mettendo in valore e luce i diversi attributi della personalità, si rende oltre tutto formativa di quella squisita sensibilità che ci permette di vagliare ogni più piccolo elemento del fenomeno estetico artistico e delle sue innumerevoli interferenze e riflessi sul vastissimo campo della vita.

«Avanza la nebbia,il freddo,il cuore lotta contro gli eventi della vita ma,

non riesce a spazzare via la tristezza,

il dolore che la tua assenza gli provoca».

E' dunque fuori dubbio che, se un popolo aspira al raggiungimento e possesso del più alto grado di civiltà, deve tenere in altissimo pregio il culto delle arti e procurarne un incremento tale che tutta la vita, presente e futura, ne sia permeata e ne ritragga i benefici maggiori, attraverso i quali soltanto esso può raggiungere la vera, duratura sua grandezza.

Per approfondire Vedi Giov. Alfredo Cesareo «Saggio su l'arte creatrice », Zanichelli - Bologna 1921. e Edoardo Fenu «L'Arte come personalità» - Istituto di Propaganda Libraria, Milano 1941.

Reno Bromuro

 

 

 

 

 

 

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