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...Se...

Di: Tina Gencarelli

 

La scelta di questa tornata è caduta sulla poesia «SE» di Tina Gencarelli di cui non sappiamo nulla del perché della sua insistenza nel dubbio continuo e incessante come il martello «pneumatico» quando fora l’asfalto, o il granito.

«SE» è forse la poesia più caratteristica di «Poeticamente». Tutti i presupposti della poesia post crepuscolare sono qui presenti:

«Se sapremo stare vicini,

potremo crescere ed essere diversi.

Se il sole illuminerà entrambi

senza che le nostre ombre si sovrappongono.

Se riusciremo ad essere sempre “NOI”

con gli amici, con gli altri

ed insieme al mondo riuscire a piangere, ridere e vivere»;

in contrapposizione alle morte cose che piangono nell'ombra, le povere favole soavi, Ì piccoli santi con la palma, la malinconia mortale d'una piccola bottega, i vecchi mobili, i vecchi abiti, la triste via, l’ora crepuscolare, i fiori obliati in un vaso, la casa piccola e sola, i piccoli infermi, i poveri dolci delle suore.

Con i suoi infiniti «SE» la Gencarelli riesce a stare ai limiti del crepuscolarismo, pur avendo i suoi versi quel tono di languore, quel sapore di lacrime, quel bisogno di colloquio, fosse anche triste e sommesso, con lanima sorella», che danno ai versi un andamento di prosa confidente, rilevato dai frequenti e insistenti «SE»

«Se ogni giorno sarà scoprire quello che siamo

e non il ricordo di come eravamo.

Se sapremo darci la mano l’un l’altro

senza sapere chi sarà il primo e chi l’ultimo.

Se il nostro oggi vissuto nelle difficoltà con affanno ci saprà dare domani ricco di frutti».

Poi scatta la molla e il pensiero corre a Kipling «Lettera al figlio» e questo materiale della  Gencarelli mi attraversa l’anima come una pena autentica, un'assenza assoluta di abbandono. A queste situazioni sentimentali, come la traduzione di un desiderio che è la voce più tragicamente vera di questa poetessa. Se analizziamo le parole questa non è lirica di consolazione, anche se apparentemente tenta appunto un tono rasserenante verso una speranza «auspicata».

«Se potessimo abbracciarci ed accarezzarci

senza essere fraintesi, perché insieme è gioia.

Allora sarà vera amicizia, vero amore e grande “libertà” e non sarà stato il nostro vivere».

Il conforto pare che potrebbe nascere da un breve rifugio nelle piccole cose, nelle povere favole che hanno anch'esse sapore di abbracci senza fraintendimenti, mentre il senso vero  della poesia è proprio in questo invito ad abbandonare anche se stessi, la propria timida passione, i propri puri sentimenti d'amore, le proprie pene, a quel disfacimento di lenta consunzione che è nel destino del poeta e nel fondo più sincero della sua ispirazione.

«Se il nuovo millennio recherà nuove

trasformazioni in ognuno,

regalandoci un pizzico di ottimismo,

forse potremo lasciare ai posteri

un vero messaggio positivo».

Il sogno ritorna più prepotente e lo ascolta tenacemente, quindi lo sente parte integrante della sua stessa personalità, parte anch'esso del tessuto della vita, un suo momento necessario.

Afferma Benedetto Croce che: «Amare e cercare le espressioni poetiche come cose o (che qui è lo stesso) come persone, vuoi dire cercare le immagini fuori del loro nesso, distaccate ed astratte, e ammirarle e carezzarle e fermarle nei suoni articolati, curando la perfezione di ciascuna d'esse».

E quel che noi notiamo in questi versi, che dicono di più in prosa, avendo una musicalità aritmica. Proprio perché la Gencarelli le immagini le ha lavorate e godute come cose, anche i suoni articolati che le esprimono si distaccano per diventare cose, ed essere amati e ricercati per sé senza relazione direttamente espressiva. Si riscatta quando osserva la triste condizione umana. Ecco che alla speranza subentrano lo smarrimento e l'angoscia di non poter sperare «in un vero  messaggio positivo», come se la speranza appartenesse al sogno e non alla realtà delle sue aspirazioni; perciò il senso oscuro di ansia e di tremore è ben rappresentato da questa incertezza che non le fa vedere l'umanità che diviene la ragione «onnipossente» ma che non può dare una risposta alle ansie e ci lascia ... nell’inflessibile mistero dell’eterno «SE»

Reno Bromuro

 

 

 

 

 

 

 

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