Ritorna alla Home Page di: Poeticamente

"Le recensioni qui presentate sono tratte dalla Mailing List di Poeticamente"

Schegge di sogni

Di: Monica De Steinkuehl

Monica De Steinkuehl è nata in Romagna nel 1973 e vive a Forlì.
Poeta introspettivo, è presente su Internet in numerosi siti letterari, col suo sito personale Notte di Luna (http://digilander.iol.it/monicads73/ ), e si occupa della cura di una rubrica sulla poesia in un sito locale.
E’ edita con la poesia Schegge di sogni nell’antologia Voci del 2000 – i poeti del terzo Millennio- ED. Golden Press e sarà presto presente in alcune riviste letterarie.
Scrive di sé: «la cosa che adoro di più è la Luna, mi affascina troppo e mi rende il cuore pieno di vita. Ho sempre con me il mio blocco notes, perché non voglio perdere neanche un attimo per descrivere le mie sensazioni in ogni momento, in ogni luogo in cui sento, all’improvviso, una scintilla di rivelazione dalla mia anima! Le mie poesie ed i miei scritti nascono così, di getto in un istante…»
«Schegge di sogni
rimbalzano nel cielo
mi feriscono nella notte buia
accesa da una sola stella
la più luminosa di tutte
tu,
dolce stella
unica scintilla,
luce del mio cuore».
La contrapposizione d’anima e cervello, come si può intendere dal titolo, e la conseguente discussione dei loro rapporti, potrebbero indurre a credere che fin dalla scelta dei versi ho inteso esprimere una convinzione filosofica di tipo dualistico. Viceversa intendo evitare quelle considerazioni che già in passato condussero all’ipotesi d’influenze reciproche tra anima e cervello o di un parallelismo psico-fisico. Da parte mia intendo affermare e accettare soltanto un fatto, che, cioè, una separazione tra cervello e psiche risulta dai fenomeni stessi; e Monica ce ne da un esempio:
«Schegge di sogni
rimbalzano nel cielo
mi feriscono nella notte buia
accesa da una sola stella»
Se tento, infatti, di paragonare le proprietà delle funzioni somatiche, in particolare di quelle del cervello, e delle funzioni psichiche, vedo che esse non coincidono ne si eguagliano. Un fenomeno o sintomo psichico è dato allo stesso modo in un fenomeno o sintomo corporeo, ma è assolutamente impossibile identificare l'uno con l'altro. I fenomeni che scaturiscono dalla creatività di un’opera d’arte e quelli psichici sono intrinsecamente distinti e debbo  continuamente costatare che quelli psichici richiedono, per essere colti, categorie diverse da quelle in uso per i fenomeni creativi. Posso, infatti, spiegare, o almeno tentare di spiegare, questi ultimi, ma non i fenomeni somatici, i quali invece devono essere compresi. La distinzione tra psiche e natura è data dunque nei fenomeni, e poiché i fenomeni scaturiti dallo stato di «Trans» del momento creativo, si possono contrapporre quelli del cervello che l'anima ha messo in funzione anche senza far nostro il punto di vista filosofico dualistico.
La differenza tra un fenomeno psichico ed uno stato del cervello o una funzione dell'organismo non è spiegata, ma semplicemente offerta ai nostri occhi.
Ma che cosa è l'anima? E' una domanda, questa, cui posso rispondere solo considerando quanto è riuscita a far sgorgare dalla creatività di Monica. Se d'altra parte mi rifaccia a Rickert, secondo cui tutto ciò che non è natura e psiche, mi pongo la domanda inversa: che cosa significhi «corpo» e, in senso più ristretto, che cosa è funzione cerebrale, mi trovo di fronte a non minori difficoltà.
Posso forse spiegare la vita corporea dell'uomo con un «funzionamento» estremamente complicato, ma fondamentalmente identico ai fenomeni che si verificano; però il problema che si pone, riguarda appunto ciò che debbo intendere rispettivamente per «corpo» e «anima», che tramuta in fatti onirici le sensazioni scaturite nell’attimo della creatività artistica, come vogliono i dualisti.
«Speranza di una luna
che stanotte
non si vuole mostrare
paura di una vita
che ogni giorno
mi vuole cambiare».
La percezione di un silenzio o la pressione acustica di un concerto di Bach appartengono forse all'ambito delle funzioni corporee o sono invece un atto dell'anima? «La speranza di una luna/ che non vuole mostrare/ perché ha paura della vita», pone forse dei limiti alla fantasia, ma la prontezza dell’anima sempre all’erta, mette in funzione il cervello e questi, annuncia al mondo le sensazioni provate dal pensiero che la luna non voleva mostrarsi perché aveva paura della vita. Ciò dice chiaramente che è possibile separare nettamente ciò che è del corpo da ciò che è dell'anima. Se poi l'anima la s’identifica con l’ispirazione creativa e, naturalmente con la «vita» del corpo, si dovrà tracciare nella natura la linea divisoria tra inanimato ed animato.
Vita ed anima, dunque, s’identificano solo nell’atto creativo?  Certamente se la vita umana si differenzia dalla vita delle bestie, perché l'uomo ha la possibilità di costruirsi una società, all'interno della quale l'individuo conserva tuttavia la propria libertà, non può sfuggire che anche le bestie siano capaci di organizzarsi; com’è il caso delle formiche e delle api, che reggono il paragone con le società umane.
«Resisto ferma
immobile e decisa,
senza far rumore
ma la luce è più forte del buio
mi lascio andare
correndo nel cielo dell’amore
schegge di sogni
mi colpiscono il cuore».
Resta dunque da discutere se non abbiano ragione coloro i quali considerano il corpo e l'anima com’espressione di una stessa realtà. E' il corpo solo una potenza che viene tradotta in atto dall'anima e serve ad essa solo come strumento, questa è una delle affermazioni di Aristotele. E' vero che l'anima è priva di una sua sostanzialità e che s’identifica con l'attualità della vita corporea? A mio avviso posso affermare con Kretschmer e chiamare anima l'immediatezza dell'esperienza vissuta. L'essenza dell'anima consiste solo nella capacità di animare un corpo umano. L'anima è davvero la «vita corporea che ha esperienza immediata di se stessa»? L'anima immateriale s’identifica forse con un «principio di vita» del corpo, inteso come principio biologico. L'anima è soltanto il «mondo esterno interiorizzato» afferma Novalis. E' vero che l'anima è soltanto, come ritiene Arnold Gehien, «la manifestazione esteriore dello stato di indifferenziazione dell'uomo visto dall'interno»? La dimostrazione è nei versi «la luna non si vuole mostrare perché ha paura della vita»; considerazione terribile che fa rannicchiare l’anima nell’involucro corporeo, come la luna dietro le nubi. A tutte queste considerazioni corrispondono altrettanti problemi, scaturiti dalle medesime considerazioni:
«La luna ha paura di affacciarsi, l’anima si rannicchia nella parte più segreta del corpo e questo si lascia andare, correndo nel cielo dell’amore, per ritrovare e rimettere insieme le schegge dei sogni per salvaguardare il cuore affinché non venga colpito».
E' chiaro dunque che, nel momento in cui si voglia esprimere in concetti precisi ciò che nell'uso quotidiano s’intende con le parole «corpo» ed «anima», m’imbatto in gravi difficoltà. Ciò accade nonostante l'opera chiarificatrice della poesia che si tramuta in filosofia è la causa del fenomeno che Litt chiama: «conflitto delle facoltà».
Le difficoltà intrinseche ad ogni determinazione concettuale si fanno maggiormente evidenti, se si pone mente al fatto che non è soltanto nell'ambito corporeo che si distinguono funzioni superiori da funzioni inferiori. Anche nel campo della psiche si fanno, infatti, classificazioni di questo tipo e si distinguono funzioni e strati superiori ed inferiori. La distinzione dell'ambito psichico in anima e spirito è divenuta, infatti, da qualche tempo patrimonio comune ed ha condotto a confronti del massimo interesse, grazie alla fantasia creativa dell’artista.

Reno Bromuro

 

 

 

 

 

 

 

Ritorna alla Home Page di: Poeticamente

Ritorna all'indice di: Poesie & Recensioni

Leggi la Poesia recensita