Con Maria
Rosaria Tinto ritorniamo in Campania, precisamente a Succivo in Provincia
di Caserta, dove è nata ed è rimasta in compagnia delle altre 6328
persone dal 20/04/62, quando è nata, a quando si è trasferita a Napoli.
Ha
partecipato, come tutti gli artisti che desiderano far vivere le opere che
creano, a vari concorsi letterari ed alcune di queste opere sono state
inserite in antologie.
Ha soltanto
ventisei anni (nel 1988) quando pubblica il suo primo libro di poesie dal
titolo "Come un volo di gabbiani".
Nel 1989 si
afferma in due concorsi di poesie: «Il Trovatore» (dove vince il premio
«Presidenza Accademica») e il «Premio Cilento».
Dopo tre
anni, e per due consecutivi, riceve il «Premio Poesia Donna» al concorso
omonimo.
Nel 1994 fa
un altro bis con l'anno successivo al «Premio Accademia Internazionale S.
Marco».
Partecipando
a trasmissioni radiofoniche, dove divulga le sue liriche, matura
interiormente e anche la poesia acquista valore, perché la sua
aspirazione più grande è di «Condividere le proprie idee, i propri
ideali, e perché no, i propri sogni, con altre persone».
Di Maria
Rosaria Tinto abbiamo scelto «IL POETA» e perché il titolo
«impegnativo» ci riporta a tre grandi Poeti che l'hanno preceduta:
Federico Garcia Lorca Bruno Vilar e Baudelaire. I primi due affrontano
questa tematica con lo stesso titolo di Maria Rosaria, mentre il terzo, lo
affronta con il titolo «L'Albatro».
Non volendo
fare paragoni che odio tremendamente, cito la definizione che Apollinaire
da del Poeta: «Anzitutto esser poeta non prova che non si possa far
altro. Molti poeti sono stati, altro e benissimo. I poeti sono i creatori
(poeta viene dal greco e significa in realtà creatore e poesia significa
creazione - Nulla avviene sulla Terra, nulla appare agli occhi degli
uomini che non sia stato immaginato da un poeta. Lo stesso amore è la
poesia naturale della vita, l'istinto naturale che induce a creare vita, a
riprodurre».
So che
coloro i quali si offrono al lavoro di poesia fanno qualcosa di
essenziale, di primordiale, di necessario, infine qualcosa di divino. Non
parlo chiaramente dei semplici versificatori, o, se preferite, degli
scrivitori di versi. Parlo di coloro che, penosamente, amorosamente,
genialmente, a poco a poco esprimono una cosa nuova e muoiono nell'amore
che li ha ispirati. In questo caso il poeta ha il dono e la missione della
profezia e sa identificare nell'amore la ragione d'essere dell'uomo
perché creatore di vita e di poesia.
«Il poeta
è un'anima
che vaga
nei cupi
silenzi della vita
che ascolta
le voci afone
schiudersi
all'aria»
L'amore,
appariva ovunque. I filosofi, gli scienziati, i letterati, tutti gli
uomini, tutte le donne se ne preoccupano. Anche se potrebbe apparire come
la statua di un piccolo dio nudo e malato dall'arco allentato, che vola
liberamente nei parchi ombrosi a caccia di cuori illanguiditi da questo
meraviglioso sentimento.
«Puoi
vederlo
mentre
sull'asfalto
coglie un
fiore
e mendica
un sorriso
dalla luna»
Il poeta è
destinato a vivere in un mondo diverso da quello degli uomini comuni tutto
è alle sue spalle, come in un treno in corsa, con le spalle
controcorrente e vede passare dietro di sé le immagini in fuga; e quando
il treno si sarà fermato è strappato al suo passato e proiettato verso
il futuro.
«C'è una
voce in lui
che non sa
tacere
che traduce
i pensieri
in candide
parole»
La vera
immagine del poeta che va tenuta a mente, leggendo le poesie di Maria
Rosaria è ben diversa da quella che molte persone vedono e credono sia.
«Non
chiedergli un sorriso
non sa
mentire
La sua
è un'anima
in attesa
in attesa
dei più
tristi silenzi»
In questo
modo Ella compie ogni sforzo per tenersi legata a una diversa realtà,
quella assente e lontana; la ricrea nella sua mente nei termini più netti
e marcati fino a fissarla dinanzi ai propri occhi in carne ed ossa,
riproponendola poi nei momenti più lirici e palpitanti in tutta la sua
natura.