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Parole

Di: Alessandro Pelosi

Nessuna parola in questo luogo e in questo giorno poteva esser pronunziata innanzi a quella di Pelosi; nessuna, prima della lettura dei versi con i quali egli offre all’umanità la corona dei suoi sogni; la corona che le rondini in volo mettono sulla sua testa di poeta, con la quale cantando sui dolci campi idilliaci le parole inneggianti la natura: tempio del suo desiderio.

«Come rondini nel cielo

parole giocano nel tempo

che spesso si stupisce

al loro rapido passaggio

di non farsi male».

Dopo adombrate in versi impeccabili le agitazioni e perturbazioni della sua gioventù e delle «sue» rondini tra il tumulto dello stupore che si accende al loro passaggio.

Il canto sorge, ma non in un a solo, ma nell’estensione di un coro che si ripercuote nei secoli. In quest’affettuosa fantasia è l’immagine vera della poesia pelosiana: dal tranquillo volo delle rondini, che pur danno apprensione, il verso, nitido è lo specchio dei timori dello spirito, che nel candido splendore del canto sereno, puro, solenne ci fa udire l’agitazione, il cinguettio rumoroso delle rondini e delle parole che giocano col tempo.

«E’ bello credere

che non si perdano

nel nulla,

come gocce nel mare,

o lacrime nella pioggia»,

in questa dolcezza profonda di un paesaggio spirituale cercato nel mare affinché non vi si disperdano le gocce, né le lacrime possano confondersi con la pioggia.

Temperato e modesto cresce in silenzio e meditazione il canto melodioso di Alessandro Pelosi; e dal consentimento dello spirito che lo guida verso la placida vita, dalla monotonia della natura con l'anima, respira una tristezza serena, che è il fondo, su cui ondeggiano le fantasie, sorridenti tra le lacrime, il fondo da cui si leva il pensiero malinconico e alto della sua virilità poetica.

E pure quest'anima così presto offesa dalla paura che le rondini possano ferirsi, da origine al dissidio della vita, e si affermerebbe che per la stessa ferita assorbisse la gran freschezza della speranza, anzi della fede.

«ma che ognuna di esse

nella moltitudine

al margine del caos

rinnovi ancora

il folle mito

della speranza»

In tanto languore idillico,Pelosi interpreta al mondo il desiderio di una natura pulita che al margine di ogni caos «rinnovi ancora/ il folle mito/della speranza»

Ecco perché la poesia di Alessandro Pelosi va a grado a grado acquistando d'ampiezza: da semplici versi divengono canto solenne, come solenne e universale è la vera Poesia. Il pensiero del poeta ascende sempre più alto e malinconico nella visione del bene: la sua parola sonante dagl'intimi recessi dell'anima ha un tócco profondo su le anime; ha un tenero senso.

Reno Bromuro

 

 

 

 

 

 

 

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