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Mille voci

Di: Daniela Lampasona (Daparo)

«Mille voci
si dirigono verso un infinito
pieno di canti e luci».
Come i numeri immaginar! che uniti ad un numero reale individuano un vettore, il positivo, che per Lampasona rappresenta tale unità immaginaria, che,unendosi alla realtà del negativo, individua il percorso che l’ha portata a gustare il frutto del canto. Riconosce, beata Lei, che nella propria operazione, ha raggiunto la discrezione della continuità rappresentativa, il valore della «libertà», del «miracolo», del «fatto che non era necessario».
«Mille voci
si dirigono verso un infinito
pieno di canti e luci».
In tale condizione pacata, il poeta può ben dire a se stessa, che la contraddittorietà è grandezza, ed è grandezza insita nello stesso fare poetico: «Mille voci/ si dirigono verso l’Infinito…» Ho detto quello che era necessario fare; perché dicendolo ho fatto di più che raggiungere il necessario. Pensare di contraddire il pensiero della Lampasona è come dire che è entrata in un ordine diverso, da quello in cui ci muoviamo noi ritardatari, così pazzesco com'è, sembra alla nostra ragione l'unico in cui la divinità può svolgere i propri attributi, riconoscersi e saggiarsi nei limiti di un assunto di cui ignoriamo il significato.
Il Poeta è sempre tra i primi a sapere, perché lo capta attraverso il suo forte sentire, ed essere sempre tra i primi, ecco ciò che conta, anche se il perché della rappresentazione sfugge.
Ognuno di noi riesce ad avere dal Poeta una lezione di Vita e d’innalzamento verso la spiritualità, la quale se poi si lega con l’immaginazione, ha dato e avuto da te quest'alta lezione che è la più difficile delle virtù. La sua parola s’ingigantisce di più dopo essere stata scritta.
Il fatto è che la poesia di Lampasona è vissuta, nel significante, anzi nella fase emozionale del significante, pur essendo una poesia indirizzata: «Mille voci/ si dirigono verso un infinito/ pieno di canti e luci» Essere tra i primi e sapere, ecco ciò che conta. E ce lo dice con semplici parole, facendoci sognare il Paradiso. Tutto quanto Ella ci dice è vissuto nel «suo» senso dell'esistente, rispetto al senso che porta ad un significato.
La Lampasona indirizza il suo senso richiamandosi ad una caratteristica fondamentale della nostra poesia protonovecentesca, da Palazzeschi a Sbarbaro, centrando, e centralizzando, la questione. Comunque il mondo che Ella vede, vive e descrive per farcene partecipi non e quello ludico di Palazzeschi, è un dato referenziale di partenza e Lei ne cerca la «modificazione»,  affinché la metafora sia chiara, come il suo sentire. Il suo pensiero non si dissolve né si è dissolto nell'attesa, è entrato in una zona in cui domina la neutralità del dire e dell’ascoltare, senza la speculazione intellettualistica sulla propria equidistanza degli estremi: «un’Infinito pieno di canti e di luci» mentre sente l'urgenza che le immagini creano e portano scritto, per suo dire.
«Chissà, forse un giorno...
saremo tutti un coro
e ogni soffio di vento sarà musica».
Ed ecco la necessaria eco cui si sentiva la mancanza: «forse un giorno…/ saremo tutti un coro/ e ogni soffio di vento sarà musica». L’Eco nasce e si radica in un valore autoriflessivo, che è in realtà l'andare, alla ricerca d’altre voci che cantino per avere dal vento il dono della musica, il senso del discorrere e il ritornare discorsivamente su se stessa, non in forma speculare che tocchi i significati, ma la sostanza stessa comportamentale dell'attesa, che è attesa del significato. Un significato che sbriciola qualsiasi intenzionalità; sono versi questi che hanno la forza che dall’oscurità va facendosi sempre più chiara per condurre il segno, nei suoi percorsi di senso, al proprio significato. Il Poeta offre a noi piccoli mortali che ci affacciamo alla sua anima, per nutrirci del tempo che passa, a cercarvi la cruna da cui dovrà passare il cammello, per vedere, finalmente, gli uomini camminare mano nella mano e cantare accompagnati dalla musica del vento.
Daniela Lampasona è nata ed abita a Palermo, laureata in medicina, esercita in farmacia, e tra una ricetta e l’altra, sempre attenta a non sbagliare, scrive favole e fiabe, ed è in contatto diretto con i bambini attraverso due siti in Internet. Che dirvi di più? Se vi affacciate al Sito Poeticamente trovate una recensione alla sua Raccolta di Poesie e Fiabe «Piccoli Cieli», così conoscerete meglio la sua arte.
 

Reno Bromuro

 

 

 

 

 

 

 

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