Ritorna alla Home Page di: Poeticamente

"Le recensioni qui presentate sono tratte dalla Mailing List di Poeticamente"

Medaglia di guerra

Di: Remil

 

AFFERMA CARDUCCI : «LA POESIA, LA GRANDE poesia aspira pur sempre al passato e dal passato procede». (Op. 27/14)

In questa poesia di Remil «Medaglia di guerra» il Poeta è in piedi, lo sguardo nel vuoto, come se i suoi occhi fossero vuoti, vede una medaglia che dondola presso un’Urna e allora il suo pensiero è rapito e sente cantare nella memoria:

«L'ora presente è invano;
non fa che percuotere e frigge;
sol nel passato è il bello,
sol nella morte è il vero
».
Perché gli ritornano alla memoria le parole del Carducci? Perché nel vuoto, che continua a fissare senza vedere, ha capito che esiste la bellezza solo in quello che noi sappiamo e che ci è rimasto del passato, solo cioè nella storia e nei monumenti testimonianti l'attività dei nostri antichi; il vero non è che nella tomba.

Filosofia sconsolata in cui pare che si annulli il valore della vita che è essenzialmente presente e protesa verso l'avvenire. Però, che il passato abbia in sé uno specialissimo interesse, un fascino particolare per lo spirito umano che sente il valore dell'ereditarietà, la venerazione per la tomba, la suggestione dei sentimenti e degli usi tramandati, è cosa verissima. Il passato ha una sua imponenza davanti al nostro occhio, quando è testimoniato dalle opere d'arte, e davanti alla nostra mente e più ancora alla coscienza quando è fatto rivivere dalla storia.

In questa imponenza, in questo interesse sta la sua bellezza. E' quindi vero che la poesia nata dal culto della bellezza si nutre del passato.

La leggenda di Giano e di Camesena riassume tutta la storia delle prime origini della gente italica; per opera di Carducci la storia si è trasformata in poesia autentica, in creazione fantastica; e tale è sempre stata la storia, quando colui che ne è colpito e rapito è veramente poeta; come nel caso di Remil.

Come Ennio, anche Virgilio è ispirato dall'antichità. Per Virgilio Dante è poeta e, come Virgilio, anch'egli riassume in sé tutta la storia passata del suo popolo.

La stessa cosa dobbiamo dire di Shakespeare e di Goethe: il primo attinge alla storia medioevale d'Inghilterra, a quella italiana, alla romana e trasforma col suo genio le memorie in una storia ideale che appartiene ormai, come quella narrata da Dante, alla coscienza di tutti i popoli. Parlando di Goethe, viene spontaneo l'accenno al Manzoni di cui il tedesco fu schietto ammiratore proprio perché aspettava qualcosa di eccezionale dalla sapienza storica del nostro scrittore. L'opera grande fu attuata. «I Promessi Sposi» hanno la loro radice ben piantata nell'humus del passato che fu il vero nutrimento della mirabile vicenda concepita dalla mente e dal cuore del poeta.

Dice Foscolo ne «I Sepolcri»:
«Quando speme di gloria agli animosi
intelletti rifulga e all'Italia
quindi trarrem gli auspici».

L'auspicio verrà dalle tombe, cioè dal passato: e alla rievocazione di questo devono la loro grandezza e attualità il carme foscoliano e la tragedia alfieriana.

D'Annunzio in «Le faville del maglio» così si esprime: «La grandezza eroica ha il privilegio di lasciare il vestigio nell'aria che più non occupa, oltre che nel suolo ove stette abbattuta». Colui che sa ritrovare quel vestigio e scorgere quelle orme è il poeta meditante il passato.

Come Carducci Remil ha conosciuto e meditato profondamente la storia del suo tempo e quella precedente, e da questa ha ricavato l’ispirazione feconda per la sua poesia.

MEDAGLIA DI GUERRA 

Voglio percorrere le tue rughe
muta medaglia di guerra
inerte eppure viva.

 

Misteri secolari di parole
come scritte di sangue
su mura metropolitane.

 

Nelle albe nate del mondo
rimane lo spessore nudo
d'orme di piedi senza storia.

 

La poesia è veramente bella. Io credo che i richiami realistici non appesantiscano per niente l'ispirazione, perché la loro rievocazione è dominata dalla legge della brevità e pervasa da un sincero entusiasmo che sgorga dal cuore del poeta invaso da un caldo amore e, dall'ammirazione per il passato e dalla fede nell'avvenire.

Meno bello, forse perché meno opportuno, il motivo polemico, troppo acre, troppo voluto e che si prolunga forse più del necessario.

«Misteri secolari di parole
come scritte di sangue
su mura metropolitane».

Però anche in queste parole c'è forza e sincerità: se non è poesia, è eloquenza; violenta e passionale fin che si vuole, ma poesia; nello stesso tempo la tendenza romantica a rievocarle e a servirsi della rievocazione per educare da alla poesia un tono d'interesse, una persuasività che rivela non solo la presenza dell'artista ma anche del pensatore.

Bellezza e potenza sono fenomeni consistenti. Gli uomini godono nella contemplazione della bellezza e restano abbagliati dallo spettacolo della potenza; ma l’una e l'altra cosa sono di breve durata: tanto breve che, per lo più, non raggiungono nemmeno la vita di un uomo. Eterna invece, e vincitrice attraverso i secoli, è l'Idea, cioè quello che rappresenta l'attività vera dell'umana ragione.

Reno Bromuro

 

 

 

 

 

 

 

Ritorna alla Home Page di: Poeticamente

Ritorna all'indice di: Poesie & Recensioni

Leggi la Poesia recensita