Si
chiama Raffaella
è nata 36 anni fa, afferma che se dovesse raccontare la sua vita ne
verrebbe fuori un libro. Vive all’estero per lavoro, ma l'Italia é nel
suo cuore!
«Tutto solo e mal vestito,
camminava un Pierrot!
Il suo viso colorato, mi sembrava
arcobaleno».
Quando
si parla d’affetti umani, subito il
pensiero corre alla famiglia, al vincolo naturale che lega il marito alla
moglie, i figli ai genitori
e viceversa. Credo che intorno a ciò non ci siano dispareri e che tutti
quanti considerino l'affetto familiare come fondamentale per la società
umana. C'è poi l'affetto dell'uomo per
l'uomo. Cristo ha detto: «Ama
il prossimo tuo come te stesso» La
società è fondata su questo principio ed
è comune anche a tutte le religioni. Da un tale stato d'animo
nasce il particolare affetto che si chiama sentimento di patria e che è
forte in tutti e quasi direi anche in coloro che oggi dicono di non
sentirlo. Inoltre l'uomo ama il bello e su questa sua innata passione è
fondata la manifestazione artistica e, si può dire,
tutto il progresso. In ogni uomo esiste il
desiderio di sapere, il senso della giustizia, l'ammirazione per il
sacrificio, per la bontà, per il perdono, per la tolleranza, insomma per
quelle manifestazioni della spiritualità umana per questo veramente si
può affermare che è superiore a tutti gli altri esseri della terra,
anche se…
«Tutto solo e mal vestito,
camminava un Pierrot!»
Appunto perché
esistono in noi, vivi, eterni e indistruttibili,
questi affetti, possiamo affermare l'origine
altissima dell'uomo fatto ad immagine e somiglianza di Dio. Non fa quindi
meraviglia che tali sentimenti abbiano trovato nei poeti la loro più
genuina ed efficace espressione. Una delle nostre prime letture
scolastiche è l'Iliade e tutti ricordiamo i personaggi di Ettore,
Andromaca ed Astianatte
che Omero ha eternato nel famoso incontro descritto nel libro
Sesto. Si tratta di parole scritte duemilaottocento anni fa e che sembrano
di oggi, perché
anche oggi conservano la loro efficacia, e i padri, le mogli
e i figli d'oggi nutrono gli stessi
sentimenti delle famiglie dell'antica Grecia
e di Roma. La stessa osservazione si può fare,
ricordando l'incontro di Ulisse col figlio Telemaco,
dello stesso eroe con la moglie Penelope e col padre Laerte e,
con la madre Anticlea la quale, ormai negli Inferi, risveglia in
lui la più profonda tenerezza; la stessa che provo immaginando l’uomo
descritto da Raffaella,che: «Tutto solo e mal
vestito,/camminava un Pierrot!»
Mi sembra di sentire la voce di Omero che canta:
«E’ bello e divino per l'uomo onorato
Morir per la patria, morir da soldato
Col
ferro nel pugno, con l'ira nel cor ».
Sono le stesse parole che troviamo nobilmente
espresse nel «Marzo 1821» di Manzoni,
nella canzone «All'Italia» di Leopardi,
nei versi di Berchet e di Mameli
che infiammarono, durante il Risorgimento, i
nostri nonni i quali fecero l'Italia.Questo sentimento di patria ha
trovato la sua più alta espressione in Virgilio
di cui si possono ricordare le alte
parole con le quali celebra la grandezza e la missione di Roma:
«Tu, o Romano, ricordati di reggere col tuo comando i popoli, di dare
a tutti l'ordine e le
leggi, di risparmiare
quelli che obbediscono e di debellare i superbi».
«Occhi verdi e contornati,
da un marrone
brillantante.
Su quel naso tutto rosso,
tanti punti neri e bianchi.
Le sue labbra ingrandite,
da un turchino e rosso
vino».
Raffaella
riporta alla memoria gli eterni sentimenti espressi dai poeti, che
troviamo in tutta la letteratura italiana. Dante esalta
la fede in Dio, la speranza nella patria celeste, l'amore per
la patria terrena, il desiderio della giustizia, della pace, il culto
della bellezza. La
morte è giusta dispensiera di gloria,
questa verità umana è stata predicata da Foscolo ne «I
Sepolcri», come l'ha esaltata Pascoli nella piccola e cara
poesia «La quercia caduta». Indubbiamente il Poeta è
l'interprete vero e più efficace del sentimento umano.
Ma qui, il nostro poeta, Raffaella, ci presenta
un uomo tossicodipendente, con un forte sentire che analizzando i versi
tra le righe ci si accappona la pelle vedendo: «Occhi verdi e
contornati,da un marrone brillantante».
La droga che sempre genera un circolo imperfetto, che spinge a poco
a poco il consumatore a diventare spacciatore, per procurarsi le somme che
il soddisfacimento del suo vizio richiede; lo spacciatore poi ovviamente
sarà il miglior propagandista, creando così nuovi consumatori.
Prima di vedere più da vicino quali siano gli effetti e le conseguenze
dell’uso della droga, cerchiamo di dire qualcosa sulle cause prime del
fenomeno, tentiamo di analizzare le condizioni che hanno determinato il
dilagare di questo terribile vizio.
«Lui con sé portava sempre,
un bel vecchio mandolino,
e con quello accompagnava,
romanzetti e storie vere!
Ma un giorno,malamente,
mori solo e senza niente»
Il
poeta con pochi e musicali versi ha parlato della crisi che il «suo»
tossico dipendente ha combattuto con la società e della crisi della
gioventù come cause dell'espandersi della droga:«Ma
un giorno,malamente,/mori solo e senza niente».
Precisa che la crisi della gioventù è solo un riflesso ed
una conseguenza della crisi sociale o meglio della crisi familiare: «mori
solo e senza niente».
I giovani di oggi sono più informati dei giovani di un tempo e spesso, o
di solito, sono più aggiornati degli stessi genitori che, presi dalla
loro lotta continua per assicurare e mantenere quel benessere raggiunto a
costo di innumerevoli sacrifici, non sono in grado di sentire quali siano
le esigenze dei figli al di là delle loro necessità materiali. Si
preoccupano sempre di più per non far mancare niente ai figli, che non
riescono a diventare adulti, proprio per quest’eccessiva preoccupazione
dei grandi, proprio perché ad essi è dato troppo. D'altra parte
l'eccessiva dinamicità dell'attuale società, il propagandarsi dei mezzi
di comunicazione, le modificazioni e le trasformazioni, che si sono
verificate all'interno della struttura della famiglia, hanno messo in
crisi il rapporto educativo, che ha ricevuto un duro colpo anche per
l'incapacità dei genitori a fronteggiare continue innovazioni. Si assiste
quindi ad un fenomeno, che potremmo dire di autonomia culturale dei figli
rispetto alla famiglia, che costituisce un motivo di distacco profondo
dalla famiglia stessa, con conseguente rifiuto dei modelli di vita da essa
proposti e con la contemporanea ricerca di altre norme di condotta. Da ciò
la difficoltà del dialogo e quindi la ribellione e l'isolamento dei
giovani. Inoltre la posizione dell'adolescente non è stata mai troppo
agevole. Il suo comportamento è condizionato non solo dai mutamenti, che
accadono nella sfera psicologica e a loro volta connessi allo sviluppo
fisico, ma anche dal trattamento che gli riserva la società, che spesso
non lo considera più bambino, ma non lo ritiene nemmeno adulto. Anzi lo
ritiene adulto quando esige da lui determinati comportamenti e lo
considera immaturo quando intende imporgli alcune limitazioni.
«Morì solo e sofferente,
senza amore
senza un fiore.
Morì mentre intonava,
una storia vera e santa,
recitando fino alla fine,
il Pierrot cadde in cenere!»
Da
ciò nasce uno stato di insicurezza, la convinzione dei giovani che
l'adulto voglia reprimere la loro volontà di autonomia ed allora
reagiscono con la passività, l'aggressività, la fuga dalla famiglia.
Il fenomeno della droga è sì importante, ma contro i gruppi di sbandati
che passano le giornate in inutili meditazioni sulle scarse e, molte
volte, balorde idee che hanno in testa, ci sono i giovani che lottano per
cambiare il mondo, che non assumono atteggiamenti critici, ma lavorano,
consapevoli che tutta l'umanità ha bisogno della loro opera. Sono essi
che devono far capire ai loro più sfortunati coetanei che rinnegare tutti
i valori che l'uomo ha conquistato nel corso dei secoli, rinnegare l'amore
della famiglia, la solidarietà per i simili, la volontà di costruire e
produrre per gli altri, è un atteggiamento che non si confà ad un essere
umano pienamente responsabile. Contro il male del mondo si reagisce
lottando, non fuggendo.
Tutte le droghe fanno scemare l'appetito per cui nel drogato, alla fine,
subentra uno stato di denutrizione e di spossatezza. Tutte le droghe fanno
scemare il discernimento, danno percezioni alterate e compromettono le
capacità di giudizio, per cui, l'individuo non è più in grado di
distinguere tra realtà e fantasia.