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Si dissolve la tristezza

Di: Nadine Spaggiari

...« lo mi son un che, quando

Amor mi spira, noto, ed a quel modo

Che ditta dentro, vo significando ».
(Dante Alighieri XXI canto Purgatorio)

 

Credete voi che questa affermazione di Dante possa essere considerata una definizione assoluta dell'essenza vera della poesia e dell'arte?

La domanda vuole che la discussione vada fatta soprattutto sull'affermazione pura e semplice del contenuta. Non è quindi il caso di parlare della di Dante ma è a quella della Spaggiari cui dobbiamo soffermarci per analizzarne il contenuto e vedere quanto ci sia di vero nelle sue affermazioni; poiché sappiamo che è vero poeta solo colui che esprime sinceramente quel che sente nel suo animo. Naturalmente ognuno può dire con piena libertà tutto quello che pensa intorno alle ragioni fondamentali della poesia.

II contenuto di questo breve componimento della Spaggiari deve essere spiegato con chiarezza, precisione e senza inutili amplificazioni. Esaminando poi le varie parti di esso, notiamo una fede religiosa profonda, il grido dell’anima alla ricerca di quel sentimento puro che non faccia sentire la vanità dell'amore e, contemporaneamente, lo svanire della stessa che ha avuto tanta parte nella vita della poetessa.

Indubbiamente parlando di bellezza e di arte, possiamo comprendere meglio l'intensità dei sentimenti espressi qui dalla Spaggiari. Intensità vuol dire sincerità. Sono versi che colpiscono, perché veramente esprimono un qualche cosa di intimo che Ella ha realmente vissuto. Questo stato d'animo, manifestato con tanta sincerità, è appunto quello che si vuol chiamare il mondo poetico dell'autore.

«Aspiro l'aroma di molto incenso
mentre seduta sulla madre terra
ad occhi chiusi - ascolto - il tuo pensiero».
Elemento fondamentale di questo mondo è evidentemente l’autrice stessa con la sua fede e il suo amore. I versi esprimono anzitutto la gioia che Ella prova aspirando l’aroma dell’incenso e dall’aroma dell’incenso venir fuori per ascoltarlo il pensiero dell’amato.

Accanto al sentimento religioso un secondo riempie l'animo della Spaggiari e concorre a renderla poeta, ed è appunto questo forte amore, avvolto nella voluta che l’incenso forma.

Non è certamente l'amore inteso da Dante e dagli altri poeti del Dolce Stil Nuovo: è l'affetto umano, terreno, perché l’autrice vede, nell’alone che l’incenso forma, la bellezza fisica, della persona amata e sente il desiderio di essere corrisposta e si addolora che può ascoltare solo il pensiero.

«E tu m'appari in un volo purpureo
come un soldato - armato d'amore -»

Ed ecco quello che io credo l’elemento fondamentale del mondo poetico spaggiariano, quale è all’apparire della persona amata «in un volo purpureo/ come un soldato – armato d’amore»: bastano questi due versi per provarlo.

Questa breve introduzione è veramente interessante, e ciò significa che l'autrice è riuscita a fare qualche cosa di esteticamente bello. Questo è l'elemento capitale del mondo poetico, quello in cui si assommano tutti gli altri motivi, perché, in virtù di esso, la poetessa ha saputo coglierli e trasfigurarli in poesia.

Nadine Spaggiari (è anche pittrice) ama il bello stile e tale amore non gli viene mai meno. Perciò con lo stile e con l'arte, ossia con la sua fantasia e col suo studio, ella lavora sui sentimenti, sugli affetti, sulle situazioni psicologiche da lei attraversate e le trasforma in una favola poetica che è la storia del suo amore, di un bellissimo amore puro, pulito, celestiale, quale è vissuto dalla sua immaginazione.

«Si dissolve la tristezza e ti raggiungo
danzando nell'alto dei cieli
planando sui vortici dell'acqua - nostra sorella -»
Sono versi che esaltano la religiosità francescana (nostra sorella acqua), che ci danno la sensazione di trovarci fra Dante e Virgilio nel sesto balzo del Purgatorio dove il Vate incontra Bonagiunta Orbicciani da Lucca, che gli chiede se proprio lui abbia iniziato la nuova poesia e Dante non risponde direttamente; dice solo: Io son uno che, quando sento qualche cosa dentro di me, ascolto attentamente ed esprimo quello che sento, con tutta sincerità.

Il Sommo Vate dichiara il suo giudizio sulla sua poesia ed è un principio accettabile per definire il valore di un poeta? Io ritengo che si debba dire di si. I poeti artificiosi, retorici hanno sempre nelle loro opere qualche cosa che finisce col disturbare, con lo stancare. Come la sincerità è la prima e più pregevole dote dell'uomo, così dobbiamo dire che deve essere il fondamento di ogni poesia e di qualsiasi manifestazione artistica.

Dante è straordinariamente sincero. Nella Divina Commedia ha espresso sempre con grande forza e con meravigliosa immediatezza quel che sentiva dentro il suo animo. La stessa cosa io credo che si debba dire di tutti i veri grandi poeti che conosciamo.

Anche nell'Ariosto ciò che soprattutto piace è la chiarezza della sua espressione, l’evidenza delle descrizioni, l’immediatezza con cui esprime tutto quello che passa nel suo animo. La stessa dote riconosciamo alla Spaggiari che con questa poesia ci fa sentire, non solo il profumo dell’incenso, ma anche quello della sincerità, sia che ella esprima il sentimento che la lega alla persona di cui avverte «il pensiero», sia che ci faccia sentire i tumulti del suo spirito.

«- Aggrappati a me - mi sussurri:
cingendomi la vita con un cordone francescano
io t'afferro nel cerchio del destino

mi inebrio di tanto amore - il più alto - divino -
ed è l'Immenso che ci abbraccia
indicandoci - che la grazia - è là».
E' certo che la poetessa deve possedere una potente fantasia creatrice, un orecchio esercitato, il possesso della lingua, il gusto fine dell'eleganza e tutte quelle altre qualità che sono indispensabili per impadronirsi dell'arte e saperla attuare. Ma io ritengo che, prima di tutto, debba essere sincera: debba interrogare se stessa, ascoltare quello che il suo cuore e la sua mente le dicono ed esprimerlo con assoluta schiettezza. Quando il cuore è vuoto, è impossìbile che la sua parola possa avere quella forza, quella passione intima perciò solo può giungere all'anima del lettore. Per queste considerazioni ritengo che le parole con cui Dante, giudicando la sua poesia, giudica nello stesso tempo i poeti in generale, siano assolutamente vere.

Reno Bromuro

 

 

 

 

 

 

 

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