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Una carezza mancata

Di: Anna Petraroli

Anna Petraroli è nata a Frosinone, ma resiede a  Grottaglie in  provincia di Taranto. E’ sposata, ha due stupendi figli che riempiono la sua vita. Ha sempre amato scrivere poesie e non è stato facile decidere di farle leggere agli altri. Cerco solo di improntare sulla «pagina bianca» sensazioni che prova in  particolari momenti dell’esistenza, ma  non solo, cerca anche di interpretare emozioni e pensieri di persone a lei vicine.

Dal punto di vista della psicologia testimoniale si possono muovere delle obiezioni contro questo metodo di fare poesia, poiché gli inganni della memoria, ben noti alla psicologia, non mancano nemmeno negli artisti sia fanciulle sia maschietti, specialmente se sono ancora nell’età dell’adolescenza. Soprattutto nei Poeti è sempre possibile che le associazioni più comuni s’incrocino nella loro memoria. Se talvolta si indicano le associazioni più comuni come abituali, s’intende l'effetto deformante dell'abitudine sulle rappresentazioni della memoria.

Secondo Otto Liepmann l'effetto di questa abitudine è che le rappresentazioni della memoria perdono le loro caratteristiche peculiarità, per avvicinarsi sempre più alla forma schematica, che il Poeta cerca di accordare tra l’«Io creativo» e il «Sé razionale», per avere «l’opera maggiore». Secondo voi questo fenomeno, nuoce allo scopo cui mira l’aspirazione dell’artista ed il Poeta in particolare? A mio parere, no! Ammetto pure che l’analisi del singolo incontri qualche difficoltà, nonostante il fine, non è la diagnosi individuale, ma il comportamento psichico dell’autore della singola composizione o dell’intera opera e, a questo punto il risultato per un esame critico-psicologico deve penetrare nell’ego dell’autore dell’opera per analizzarne lo sviluppo.

«Un raggio di luna riflette i nostri corpi nudi

il tuo respiro sul mio viso

le tue mani sul mio corpo

il tuo impeto nell'abbracciarmi

la tua aggressività nel toccarmi».

Per quanto riguarda la reminiscenza di esperienze della coscienza, si nota come nel Poeta donna si senta l’intima spinta a rendersi conto dei motivi dell'azione.

Si può dunque supporre che si sottoponga ad un certo esercizio per la riproduzione delle esperienze della coscienza. Anche qui si deve tener presente che poteva scegliere ed esporre in piena libertà un'esperienza che si presentava con chiarezza allo spirito. Secondo le leggi della riproduzione è da presumere che questa esperienza, abbia avuto una particolare accentuazione affettiva e una simile esperienza aderisce di solito alla memoria con la più grande fedeltà.

«le tue mani sul mio corpo

il tuo impeto nell'abbracciarmi

la tua aggressività nel toccarmi». 

«La tue mani sul mio corpo»! Muller presenterebbe obiezioni perché queste parole presentano la rappresentazione di controprova stabilita da lui nel metodo delle reminiscenze presunte pure. Le obiezioni di Muller, a mio avviso, avrebbero un valido fondamento soltanto se la persona che si è interrogata ha esposto, basandosi sulla memoria, le sensazioni che l’«Io creativo» ha riportato «a galla» e in quel modo affinché l’immagine risorta (nella memoria) compia un determinato fenomeno o un determinato comportamento psichico.

«la tua aggressività nel toccarmi», ha dimostrato in modo convincente che non si deve far troppo conto dei «ricordi» perché alcuni potrebbero lacerare l’anima. E forse il Poeta inconsciamente li richiama per dar vigore alla sua creatività, sì, perché come afferma Vico: la poesia, l’opera d’arte in generale, nasce dal dolore.

«Non ti accorgi che oltre al mio corpo ci sono io

Non capisci che la dolcezza e la prima cosa che unisce due persone

Basterebbe una carezza

una frase d'amore

per sciogliermi insieme a te

e dare  via libera a questo sentimento chiamato Amore».

Una maggiore importanza acquista la seconda parte  della lirica nella forza impressionante del verso «Non capisci che la dolcezza e la prima cosa che unisce due persone».

Non posso negare che un soggetto sottoposto ad un tale esperimento creativo sia incline, quando una sua esperienza passata non è più attualmente presente con chiarezza al suo spirito, a ricorrere all'aiuto della riproduzione immaginativa per ricostruirla. E la prima parte della lirica è servita a questo: aprire le porte agli influssi incontestabili: «Basterebbe una carezza/una frase d'amore/per sciogliermi insieme a te».

Wunderle ha giustamente rilevato che la fonte per l'indagine dei fatti psichici più intrinsecamente connessi con la personalità, rappresentano i processi della coscienza, il cosiddetto «pudore psichico». «In ogni artista – afferma Stern - è connaturale una certa timidezza interiore a confessare a se stesso ciò che egli scopre a questo riguardo. Rispetto ai suoi errori gli manca addirittura il coraggio di dire a se stesso la verità; a poco a poco può divenire del tutto ottuso a una conoscenza precisa e alla fine perdere persino la capacità dell'esatta osservazione di sé», come abbiamo visto tutto ciò è rivelato dall’«Io creativo»».

Di fronte a tali casi non regge la supposizione del pudore psichico. Ma poiché non è stata esercitata nessuna coazione per costringere il «creativo» a manifestare i contenuti della sua coscienza, si devono cercare determinati motivi  che inducessero a redigere e a consegnare ad altri il suo scritto. A questo punto è da notare che è stato un puro interesse scientifìco-teoretico quello di cui mi sono voluto servire; sebbene anche questo punto di vista, credo sia stato  espresso, con chiarezza.

Reno Bromuro

 

 

 

 

 

 

 

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