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Coll'amore mio

Di: Salvatore Messina

 

Salvatore Messina, nasce nel 1939. A 18 anni raggiunge Roma dove frequenta

il corso Allievi Carabinieri e, promosso, è trasferito a Palermo, Corleone e

in altre località, spesso dove la lupara cantava alla grande ed era un

continuo servizio "la conta dei morti ammazzati". Dopo un anno frequenta il

corso di sciatore, a Vigo di Fassa, nel trentino, e viene trasferito in

Valgardena dove inizia il servizio di controllo delle piste da sci.

Nel 1964 è in Alto Adige; iniziano gli attentati dinamitardi contro

l'Italia. Sono uccisi, Carabinieri, Alpini, Finanzieri e tanti feriti gravi.

Pronto ad essere tra i primi frequenta il corso antiterroristico a Bolzano.

Promosso, è inviato ai reparti specifici e passa i giorni ai confini con l'

Austria. E' in questo periodo che è vittima di vari conflitti a fuoco.

Nelle ore libere dipinge e allestisce una trentina di «Personali» e

partecipa ad infinite collettive. Vince parecchi premi artistici e decide di

ideare e organizzare un Premio Internazionale di Pittura.

Avendo lasciato le ali sulle Alpi, le riconquista scrivendo poesie, perché

neanche la pittura è capace di ridargliele. E' accanito animalista.

Di Salvatore Messina abbiamo scelto «COLL'AMORE MIO».

«Svegliarsi in un momento

senza importanza

mentre la gente dorme

come dormono le stelle». »

Sente fortemente il desiderio di fuggire lontano e non ritrovarsi tra le

nevi ad inseguire contrabbandieri o presunti terroristi per raccogliere le

impazienze degli ignoti, per dare voce e materializzare la figura, viva

soltanto nel suo pensiero, per non dover inseguire un manipolo di oscuri,

individui affinché nel suo cuore rimanga viva l'immagine dell'amore; quell'

amore con cui svegliarsi col suo respiro nell'orecchio mentre gli occhi si

riempiono di luce immensa, che non sia quell'abbagliante dell'infinita

distesa di neve che percorre ogni giorno, pregustando il momento in cui

potranno:

«E addormentarsi sereni

senza rimorsi impuri»,

e quindi pensare e tenere in efficienza i muscoli per uscire da quella

prigione che deve essere disciolta, come il primo canto spiegato di una

bocca che dovette fino a oggi mormorare soltanto; questo è e doveva essere,

«COLL'AMORE» che vorrebbe e potrebbe essere la prima vendetta di tutte le

malinconie, lo sfogo invocato di tutti gli sdegni, l'arma di tutti i colpi

di mano, la tromba wagneriana di tutte le sfide, accettate da pochi, contro

il dilagare della pornografia ad ogni costo. Ovunque ti giri c'è sesso, come

sulle vette ci sono contrabbandieri e terroristi, forse perciò il cuore non

gli dà pace, il rimbombo è continuo come quello di una "slavina" o una

tormenta di neve che corre velocissimamente verso la valle ed ecco che la

realtà si dissolve come per incanto e i sogni si alternano per imitare il

rumore della natura, immaginando che tutto sarà:

«Più bello sarà l'oblio

se fuori piove».

La pioggia! Sì, è bello amarsi perdutamente, fino a sentirsi esausti, fino a

quando la pioggia diventa musica che giunge melodiosa dall'esterno, mentre

lo sguardo insegue, scruta la figura di donna che illanguidita gli accarezza

il petto e lo guarda «grata» per quelle ore di gioia.

Vi ho parlato di un Poeta (come pittore non o conosco), se qualcosa non vi

è chiaro ditemelo, impareremo a conoscerci, colloquiando insieme su cose che

rimangono, forse, senza volerlo ermetiche.

Reno Bromuro

 

 

 

 

 

 

 

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