Opachi
all’orizzonte Vestiti
uguali, stessi colori In
confusa festa Calano
logori I
sipari di cartapesta Con
finto fragore Sulle
nostre colpevoli parvenze Sulle
vetrate della notte Serpeggiano
residui di Confuse
e graffiate memorie Come
frecce di sangue nel grano. Lontano,
più tardi si
spegneranno le luci Nelle
città palcoscenico, Teatro
dell’umano.
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