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renobromuro3@tin.it 

FLASH

Di: Marisa Cordioli 

 

Ubriacarsi di ricchezze

per non sentire

il sapore amaro della solitudine

e rompersi la testa

di canzoni e rumori

o farsi scivolare

tra languide carezze

alla bianca donna

polverina insana

con qualche flash qua e là

per dormire poi

fino a mezzogiorno

quando il sole è alto

e siamo scampati al mondo.   

 

Marisa Cordioli

RECENSIONE DI RENO BROMURO

Marisa Cordioli è laureata in Medicina ma non esercita la professione e si occupa prevalentemente della famiglia.

Operatore di tecniche di rilassamento,s’interessa di psicologia e problemi  riguardanti la coppia e la famiglia.

Persona eclettica e con diversi interessi: viaggiare, dipingere, leggere, fotografare, ha frequentato un corso di grafologia e lezioni d’inglese,francese e arabo; ha da sempre scritto poesie, ma solo ora si è resa conto di quanto sia bello condividere quelli che chiama «giochi di parole» con le altre persone. Crede in Dio e nella buona volontà dell’uomo. Scrive in modo molto semplice e spontaneo ciò che le suggeriscono persone, emozioni, colori, suoni in alcuni momenti della sua vita.

La Poesia, l’ho già detto e ripetuto, in senso astratto e sostanziale, ha la capacità di esprimere un contenuto d’idee e sentimenti in modo atto a commuovere, a suscitare emozioni, ad eccitare la fantasia: «Tutti gli uomini... hanno nel fondo dell'anima una tendenza alla poesia», afferma Berchet. In senso pratico e materiale, arte e tecnica di esprimersi in versi, cioè in parole disposte secondo un ritmo ottenuto seguendo determinate regole metriche: le forme tradizionali, il linguaggio della poesia; poesia dialettale; poesia visiva.

La poesia ha il carattere di tutto ciò che suscita emozioni e suggestioni di natura estetica, che colpisce particolarmente l'immaginazione e il sentimento: musica, pittura piena di poesia; la poesia di un paesaggio. Per estensione, incanto, suggestione estatica, anche scherzoso: un'atmosfera di poesia; il lago al tramonto è incantevole, ma le zanzare fanno perdere la poesia. In senso limitativo, dimensione astratta, illusione, sogno: un ragazzo sentimentale che vive solo di poesia.

Quindi si può affermare che da sempre l'uomo, davanti alle innumerevoli difficoltà della vita, abbia sentito il bisogno di evadere e addirittura di estraniarsi in un mondo sereno, in cui potesse dimenticare gli affanni quotidiani e sfuggire alle paure, alle angosce che, in alcuni momenti difficili, lo assillano e lo perseguitano.

Sostanze stupefacenti ed eccitanti, cui si occupa la nostra poesia di Marzo, sono state conosciute fin dall'antichità, ma il fenomeno della droga, questo è certo, non ha mai assunto le dimensioni che sta assumendo in questi ultimi tempi, facendo sorgere tante legittime preoccupazioni nell'opinione pubblica.

Per il passato il vizio faceva le sue vittime tra alcuni disadattati sociali soltanto ed allignava in ambienti ben determinati e particolari di artisti o pseudo tali. Oggi purtroppo il fenomeno si estende sempre di più, tanto da far pensare alla droga come a una delle malattie di questo secolo. L'uso e, quel che è ancora più grave, l'abuso di sostanze stupefacenti, diventa sempre più comune e si diffonde soprattutto tra Ì giovani. Il fenomeno ha senz'altro aspetti più preoccupanti in altre nazioni, come per esempio gli Stati Uniti, ma anche in Italia sta diventando un problema, che ogni giorno angoscia tante famiglie. L'ufficio federale narcotici ha calcolato che 25 milioni di Americani farebbero uso di stupefacenti. come pure è stato accertato che la droga si diffonde tra i giovani tanto che quindici minori sono morti per droga nel 1960, 40 nel 1964, 80 nel 1967 e 225 nel 1969 e così via sempre più in aumento.

Molti chiedono la libertà di drogarsi mentre eminenti studiosi vedono una stretta connessione tra diffusione della droga e aumento della criminalità, specie minorile. Infatti, in primo luogo, molti eccitanti suscitano nel drogato un comportamento aggressivo; in secondo luogo il tossicomane per procurarsi i mezzi che gli permettono di assecondare il suo vizio, non può trovare di meglio, in genere, che dedicarsi al furto o ad altre attività delittuose, come lo sfruttamento della prostituzione.

«Ubriacarsi di ricchezze

per non sentire

il sapore amaro della solitudine»

Un tempo il fenomeno della droga non aveva le dimensioni odierne e non aveva assunto gli aspetti allarmanti di oggi, tanto che poteva dirsi ben controllato dagli organi preposti alla salute pubblica. Ora il flagello dilaga innanzitutto perché il vizio trova un terreno più fertile per allignare, data la crisi strutturale della società moderna e l'ancora più preoccupante crisi della gioventù, sempre più sola, in balìa dei propri istinti; poi in secondo luogo perché la produzione ed il commercio degli stupefacenti consentono guadagni favolosi a chi, senza scrupoli, si dedica a tali attività. D'altra parte si viene a generare un circolo vizioso che spinge a poco a poco il consumatore a diventare spacciatore, per procurarsi le somme che il soddisfacimento del suo vizio richiede; lo spacciatore poi ovviamente sarà il miglior propagandista, creando così nuovi consumatori. Prima di vedere più da vicino quali siano gli effetti e le conseguenze dell’uso della droga, cerchiamo di dire qualcosa sulle cause prime del fenomeno, tentiamo di analizzare le condizioni sociali che hanno determinato il dilagare di questo terribile vizio.

Il terribile dilagare del vizio! Mi ritorna alla mente un episodio vissuto trentadue anni or sono. Da parecchio mi frullava nella memoria un’idea che mi toglieva il sonno, parlare dei danni che procura la droga. Tutto era iniziato,durante uno dei primi ricoveri in ospedale. Dividevo la camera con un ragazzo ricoverato per disintossicarsi e un giorno… il fidanzato di un’altra ragazza ricoverata per lo stesso motivo, venne a fargli visita e portò rifornimenti, così asserì il mio compagno di stanza, mi assicurò che loro lo avvertono dall’odore, come i cani poliziotto addestrati per tale motivo. Il compagno di stanza ricattò la ragazza e riuscì ad averne una dose, quando ritornai dopo la prova da sforzo, lo trovai che giaceva nella vasca con acqua caldissima che cantava come un cardellino. Nei giorni a seguire non lo lasciai più un solo minuto, passando le notti al suo capezzale a confortarlo ad aiutarlo, per quanto potevo per la sofferenza che gli arrecava l’astinenza. Allora nacque l’idea, era il 1968. Me la portai a spasso per un paio di anni, quando la testa cominciò a dolermi senza sosta decisi di mettere sulla carta quanto avevo immagazzinatio nella memoria. Scrissi il dramma e quando decisi di metterla in scena mi trovai spiazzato, perché non sapevo niente né di droga, né di drogati. Andai al Pincio (abito a Roma), e cominciai a frequentare la Scalinata di Trinità de’ Monti, per imparare e poi a mia volta insegnare agli attori.

Durante quel periodo conobbi le miserie più nere; credevano in me, sapevo essere convincente che riuscii a convincere due ragazzi siciliani che drogarsi o non dipende dalla propria volntà di farlo o meno; e con un trucco infantile riuscii a convincerli e questa fu la prima vittoria contro la droga. I due ragazzi siciliani dormivano e mangiavano con me come persone della mia stessa famiglia, con i miei figli. Pagavo loro gli insegnamenti e i suggerimenti che mi davano, ma non comprarono più droga. Il ricordo di questa avventura è una cartolina postale «Grazie Reno, papà mi vuole ancora bene» 

Allora capii che la caduta principale era la curiosità, al secondo posto c’era la solitudine e la mancanza d’affetto. Quindi colpa primaria di questo flagello è la crisi della società e crisi della gioventù. Preciso che la crisi della gioventù è solo un riflesso ed una conseguenza della crisi sociale o meglio della crisi familiare.

Il problema della gioventù è sempre esistito da quando esiste il mondo, giacché ogni nuova generazione ha espresso nuove idee, che appunto perciò sono state in contrasto con il modo di pensare degli adulti, dei genitori. Oggi forse il contrasto si è acuito per vari motivi. I giovani di oggi sono più informati dei giovani di un tempo e spesso, o quasi sempre, sono più aggiornati degli stessi genitori che, presi dalla loro lotta continua per assicurare e mantenere quel benessere raggiunto a costo di innumerevoli sacrifici, non sono in grado di sentire quali siano le esigenze dei figli al di là delle loro necessità materiali.

«e rompersi la testa

di canzoni e rumori

o farsi scivolare

tra languide carezze

alla bianca donna

polverina insana»

Si assiste quindi ad un fenomeno, che potremmo dire di autonomia culturale dei figli rispetto alla famiglia, che costituisce un motivo di distacco profondo dalla famiglia stessa, con conseguente rifiuto dei modelli di vita da essa proposti e con la contemporanea ricerca di altre norme di condotta. Da ciò la difficoltà del dialogo e quindi la ribellione e l'isolamento dei giovani. Inoltre la posizione dell'adolescente non è stata mai troppo agevole. Il suo comportamento è condizionato non solo dai mutamenti, che si verificano nella sfera psicologica e a loro volta connessi allo sviluppo fisico, ma anche dal trattamento che gli riserva la società, che spesso non lo considera più bambino, ma non lo ritiene nemmeno adulto. Anzi lo ritiene adulto quando esige da lui determinati comportamenti e lo considera immaturo quando intende imporgli alcune limitazioni. Da ciò nasce uno stato di insicurezza, la convinzione dei giovani che l'adulto voglia reprimere la loro volontà di autonomia ed allora reagiscono con la passività, l'aggressività, la fuga dalla famiglia.

Il fenomeno della droga è sì importante, ma contro i gruppi di sbandati che passano le giornate in inutili meditazioni sulle scarse e, molte volte, balorde idee che hanno in testa, ci sono i giovani che lottano per cambiare il mondo, che non assumono atteggiamenti critici, ma lavorano, consapevoli che tutta l'umanità ha bisogno della loro opera. Sono essi che devono far capire ai loro più sfortunati coetanei che rinnegare tutti i valori che l'uomo ha conquistato nel corso dei secoli, rinnegare l'amore della famiglia, la solidarietà per i simili, la volontà di costruire e produrre per gli altri, è un atteggiamento che non si confà ad un essere umano pienamente responsabile. Contro il male del mondo si reagisce lottando, non fuggendo.

Le varie droghe che si consumano sono tutte gravemente dannose per l’organismo. In genere tutte le droghe fanno scemare l'appetito per cui nel drogato, a lungo andare, subentra uno stato di denutrizione e di spossatezza. Occorre ancora ricordare che tutte le droghe fanno scemare il discernimento, danno percezioni alterate e compromettono le capacità di giudizio, per cui, l'individuo non è più in grado di distinguere tra realtà e fantasia.

«con qualche flash qua e là

per dormire poi

fino a mezzogiorno

quando il sole è alto

e siamo scampati al mondo».   

La stupenda descrizione, colta con uno sguardo acutissimo, attento all'apparire preciso e concreto delle cose: il sapore amaro della solitudine, farsi scivolare tra languide carezze, rende il canto limpido, trasparente,ed è, tutto invaso da una speranza di non dormire fino a mezzogiorno; la bianca polverina che può dare solo flash d’illuminazioni vuote, si spiega dalle visioni a raffica di una «poesia visiva», che la Cordioli, forse inconsciamente ha creato con tutto il peso teso a reggerle e a svilupparle nella fantasia del lettore.

È una breve moralità, limpida e leggera, che ben testimonia la vena fra sottile malinconia e fervida vitalità. Sono parole che germinano immagini che nel crepuscolo della sera, gli scampati al mondo avvertono il senso dell'infinito che pare coprirsi d'ombra. La Cordioli oppone all'annullarsi dell'anima la concretezza del reale, il piacere vero e certo che costituisce la vera ragione di vivere.

Reno Bromuro

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