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«I
Poeti che presentiamo in questa rubrica sono stati scelti con la
saggezza dell’imparzialità.
Adesso
sta a voi dirci, con il vostro voto (da 1 a 10), quanto conta «la
nostra saggezza»
e
chi merita la «Corona d’Alloro»
con
il vostro suffragio dato con la medesima saggezza critica, tenendo
presente l’opera, non il Poeta»
«POETA TOP DEL 2005» Per votare basterà inviare un e-mail, al seguente indirizzo: poeticamente@libero.it, scrivendo nell’oggetto il nome dell' Autore cui intendete dare il voto
Presenta: MARISA CORDIOLI
La poesia di un paesaggionell'atmosfera di poesia Marisa Cordioli è laureata in Medicina ma non esercita la professione e si occupa prevalentemente della famiglia. Operatore di tecniche di rilassamento,s’interessa di psicologia e problemi riguardanti la coppia e la famiglia. Persona eclettica e con diversi interessi: viaggiare, dipingere, leggere, fotografare, ha frequentato un corso di grafologia e lezioni d’inglese,francese e arabo; ha da sempre scritto poesie, ma solo ora si è resa conto di quanto sia bello condividere quelli che chiama «giochi di parole» con le altre persone. Crede in Dio e nella buona volontà dell’uomo. Scrive in modo molto semplice e spontaneo ciò che le suggeriscono persone, emozioni, colori, suoni in alcuni momenti della sua vita. La
Poesia, l’ho già detto e ripetuto, in senso astratto e sostanziale, ha
la capacità di esprimere un contenuto d’idee e sentimenti in modo atto
a commuovere, a suscitare emozioni, ad eccitare la fantasia: «Tutti
gli uomini... hanno nel fondo dell'anima una tendenza alla poesia»,
afferma Berchet. In senso pratico e materiale, arte e tecnica di
esprimersi in versi, vale a dire in parole disposte secondo un ritmo
ottenuto seguendo determinate regole metriche: le forme tradizionali,
il linguaggio della poesia; poesia dialettale; poesia
visiva. La
poesia ha il carattere di tutto ciò che suscita emozioni e suggestioni di
natura estetica, che colpisce particolarmente l'immaginazione e il
sentimento: musica, pittura piena di poesia; la poesia di
un paesaggio. Per estensione, incanto, suggestione, anche scherzoso: un'atmosfera
di poesia; il lago al tramonto è incantevole, ma le zanzare fanno
perdere la poesia. In senso limitativo, dimensione astratta,
illusione, sogno: un ragazzo sentimentale che vive solo di poesia. Il
fascino che i versi della Cordioli emanano confermano la nostra
tesi, accendono l'interesse preponderante, con cui è rilanciata una forma
umanistica, secondo una linea di ricerca che costituisce il più
riconoscibile carattere della scrittura di quest’autrice. La
forma si contrappone all’onda del mare che bacia la battigia e ritorna
al largo, formando una costruzione ortogonale della poesia perché il
rilassamento dei rumori arcaici non culla solo il sonno, ma disegna un
campo ideale in cui la libertà compositiva, lontana dall'essere
mortificata, è esaltata, dai versi.
La
regolamentazione del materiale poetico trae origine dall’amore per la
natura, per la pace e dall’esigenza d’appropriazione totale del
lirismo; non della sua superficie visibile, ma dei fattori genetici che ne
determinano la produzione. Marisa Cordioli evidenzia nella condotta
poetica una definitiva valorizzazione dell'opera costruita, finita e
conclusa. Può sembrare un paradosso ma non è altro che l'attività potenziale
della sua Arte. «Sembianze
di un'anima Come
trasfigurato senza
le rughe guardare Si
nota come in questa lirica un ordine che si fa esigenza d'inserire
nell'universo, che la sua fantasia fa in tanti piccole zone di simmetria,
le sue poesie: avere un suo, proprio suo, mondo poetico, dove festeggiare
un'epifania di natura polemizzando con se stessa. Non
esiste un solo mondo,si dice nei lunghi soliloqui che le materie
umanistiche le permettono, quello che lei vede o che crede di vedere o che
immagina di vedere o che vuole vedere, quel mondo di cose e di forze, di
solidità o d’illusioni: il mondo in cui viviamo, in mezzo al quale
siamo soliti addormentarci; più piacevolmente se il mare ci suona la sua
sinfonia in sordina per non distrarci. Per
quel che ne so, per ogni Poeta esiste un mondo proprio, o un altro a sua
somiglianza, o come lui lo vorrebbe: quello delle immagini poetiche, delle
identità e delle funzioni, delle operazioni e dei gruppi, degli insiemi e
degli spazi che la sua fantasia crea e che poi verga sulla carta. C'è
gente, che pretende si tratti solo d’astrazioni, costruzioni,
combinazioni. Vogliono far credere ad una specie d’architettura. Si
tratta, invece, di descrivere un mondo, di scoprirlo e non di costruirlo o
inventarlo, perché esiste al di fuori dello spirito umano e
indipendentemente da lui. «Sorriso: Ecco
dunque che la ragione ancora una volta è vinta; in tutti i campi e
l’inconscio vincerà. E'
al dominio parallelo della psicologia che Cordioli si riferirà
costantemente per esemplificare lo sviluppo dei suoi pensieri trasfigurati
in arte poetica. Questo suo mondo è sentito sempre nelle sue opere come specchio
in cui rifrangere gli umori di questo mondo, per avere «l’esplosione/di
un altro tuo/sorriso» e a connotare gli ambiti del poetico,
secondo un movimento già presente nel suo «Io creativo» «Che
altro ancora se
non un sorriso? Un'occhiata
veloce, che
dipinge il tuo viso, una
stretta di mani, e
si annulla l'ignoto. Un
respiro ci
vuole. Un
mollare la presa. Un
distendere infine la fronte rappresa». E'
ancora al mondo dominato dall’«io creativo» che ricorre per
un'intensificazione cosciente della tecnica narrativa, insieme
all'adozione di semplici e riconoscibili moduli testuali; anche l'adesione
al linguaggio è più esplicita e denunciata, quasi esteriore, al
contrario dei complessi meccanismi di rimando e d’occultazione. Le
due liriche inserite di proposito una dietro l’altra, esprimono uno
stesso tema, con lievi varianti e, conseguentemente, hanno tutte e due la
stessa struttura: circolare; sì circolare proprio come un punto
geometrico che camminando intorno ad una linea curva forma il cerchio. Nel
primo il cerchio si chiude e raggiunge esattamente il punto di partenza,
nel secondo, il movimento circolare non ritrova il punto di partenza, ma
un punto omologo, e forma un arco di spirale:non si pone sullo stesso
piano. Il
gioco dell'autoreferenza non è mai concepito da Cordioli in
termini di trasferimento diretto di dati autobiografici, ma di preferenza
avviene tramite un piano intermedio, non mirano ad introdurre nel testo la
soggettività dell'autore, bensì qualche esteriore dato sulla sua identità,
affascinata dal desiderio di pace e di serenità. Così il gioco
dell'elaborazione dei contenuti della sua ricerca diventa il proprio
pilastro del vivere quotidiano. «Com'è
dolce la sera con
le rondini che
navigano leggere in
un cielo quasi
acquerello rallegrato
dai richiami vicini
e lontani, preludio
di
una notte serena» Nelle
liriche successive, la chiave strutturale si flette sempre più alle
sollecitazioni che le costituiscono, slegandosi da ogni forma di
regolamentazione esterna; è da queste ultime che è fatta derivare, in
virtù di un principio l’astrazione del contenuto che esprima
valori strutturali isomorfi per assumere definitivamente come forma.
Non
ci sono più regole dopo che sono sopravvissute al valore. Ci sono forme
della poesia che impongono alla materia trattata tutte le virtù: una
struttura che nasce dall'espressione stessa e dai diversi aspetti del
contenuto, inteso, voluto e legato all'idea direttrice, figlia e madre
di tutti gli elementi che polarizza, si sviluppa e trasmette alle opere
gli ultimi riflessi della Luce Universale e gli ultimi echi dell'Armonia
dei Mondi. Il
mondo poetico ideale che Marisa Cordioli si è costruita nel corso
del cammino verso la Poesia per creare un proprio «Mondo Poetico»
è stato una presentazione della poesia non come conoscenza ma come regola
e metodo. Prima di procedere nell'esame di quest’aspetto mi fermo su
questo punto: la scienza è una conoscenza, la poesia disincarna i valori
scientifici per ricrearli, ma che ci fa conoscere? Niente. E non c'è
niente da conoscere. Non è necessario conoscere il punto, il numero, il
gruppo, l'insieme, la funzione più di quanto si conosce la Realtà
Concreta Terrestre e Quotidiana. Tutto ciò che si conosce è un metodo
accettato come vero dalla comunità, metodo che ha anche il vantaggio di
connettersi alle regole della metrica del rimario, e della semantica per
avere la proprietà di linguaggio necessaria al Poeta per essere più
semplice e comprensibile possibile. Ma questo metodo è anche un gioco,
che chiamo «gioco d’esperimento». «Lì
si muore dove
si incendia il sole, sinistri
rumori penetranti
odori silenzi
assassini cancellano
bambini, sopprimono
speranze come
teste d'idra insistenti, come
il bisogno di vita nonostante
i perdenti desideri di
pace. Lì
si muore come
fosse nulla, arrivano
notizie ridondanti o
un silenzio complice, a
modellare le
nostre coscienze plagiate,
indifese, irrimediabilmente disattese. Silenzio, e
io prego, per
loro, per noi e
per il respiro del mondo. Rinasce
così ogni
giorno un
nuovo arcobaleno dopo
la tempesta: è
il vagíto di un bimbo appena
nato prepotente
richiamo alla
vita». Ho
già considerato le ragioni del gioco linguistico i cui fondamenti sono
per Marisa Cordioli comuni ad ogni attività letteraria; se tutta
la letteratura è combinatoria, la nostra è alla seconda potenza. In
altre parole, si costituisce come figura iperbolica della poeticità. «Il
procedimento della poesia e dell'arte
- afferma Gombrich - è analogo a quello del gioco di parole; è
il piacere infantile del gioco combinatorio che spinge il pittore a
sperimentare disposizioni di linee e colori e il poeta a sperimentare
accostamenti di parole; a un certo punto scatta il dispositivo per cui una
delle combinazioni ottenute seguendo il loro meccanismo autonomo,
indipendentemente da ogni ricerca di significato o effetto su un altro
piano, si carica di un significato inatteso o d'un effetto imprevisto, cui
la coscienza non sarebbe arrivata intenzionalmente» L’Arte
poetica è considerata da Cordioli «uno dei massimi impegno
della sua vita sociale, e non «gioco di parole» come lei afferma».
Non deve stupire, se si pensa da una parte all'ideale della letteratura
classica come coscienza delle regole da seguire e dall'altra alla modernità
tematica e linguistica, che la nostra affronta con eleganza di stile e
ricerca di espressione. Notate
e riflettete come i
rapporti tra la rima ed il senso oscillino disinvoltamente
nelle poesie di Cordioli tra la concezione classica e quella
sperimentale, in cui il senso è piegato alle esigenze della creatività. La
certezza sta nel conflitto tra l'io trascendentale naturale e astratto e
la creatività intransitabile che spinge il poeta all’azione, l’altro
essere che è nella testa del Poeta: un terzo essere umano che incarna
l'universale restando esemplare unico, quanto più povero e miserabile
nella sua condizione empirica per la quale comunica con gli altri. Afferma Shakespeare,
in un brano della dodicesima notte, che «il verso maschile è diverso
da quello femminile, conservando intatti, uomo e donna, le loro specificità
anche nell’espressione poetica; l’uomo investe totalmente col suo
desiderio l’oggetto amato, di sogno o sognato, usando parole e parole
(…più giuramenti, più parole usiamo noi uomini; ma invero i nostri
gesti son maggiori dei nostri sentimenti; ché molto noi, a parole,
professiamo, ma ben poco in amore…»,
e Tagore
in Donna,
afferma che gli uomini parlano «per
descrivere, incantare, sublimare, trasfigurare la donna amata, e la
paragonano ad un giglio o ad una rosa o ad un angelo, tanto che più che
donna forse è, come Perla, appunto, illusione, sogno (…i poeti ti
tessono una rete con fili di dorate fantasie»,
esaltando il sentimento a
dismisura e superando l’autentico sentire. «Le
donne,
invece, afferma la poetessa inglese Elizabeth
Barrett Browning, non
elaborano illusione, nelle loro composizioni riversano lo strazio reale
d’un amore vero e, pur se allineano tacite parole, quanto più
lacerante perché più autenticamente “sentito” è il loro canto
d’amore amando le donne solo per Amore, e non per altro». e
scrisse: E
se mi devi amare per null’altro sia che
per amore. Non dire “L’amo per il suo
sorriso, il suo sguardo, il modo gentile
di parlare, per le sue idee che
si accordano alle mie e che un giorno mi
resero sereno”. Queste cose possono, Amato,
in sé mutare o mutare per te. Così fatto un amore può disfarsi…»
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