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«I
Poeti che presentiamo in questa rubrica sono stati scelti con la
saggezza dell’imparzialità.
Adesso
sta a voi dirci, con il vostro voto (da 1 a 10), quanto conta «la
nostra saggezza»
e
chi merita la «Corona d’Alloro»
con
il vostro suffragio dato con la medesima saggezza critica, tenendo
presente l’opera, non il Poeta»
«POETA TOP DEL 2005» Per votare basterà inviare un e-mail, al seguente indirizzo: poeticamente@libero.it, scrivendo nell’oggetto il nome dell' Autore cui intendete dare il voto
Presenta: GIOACCHINO CHIPARO
IL POETA CHE DIALOGA CON LE STELLE Gioacchino
Chiaro
è nato il 26 gennaio 1939 a Milena (CL) ed è residente a Canelli (AT)
dove lavora. Ha pubblicato cinque libri di poesie: “Versi e non
parole”, “Dialogo con le stelle”, “Non
è più nessuno”, “Assurdo desideri” e
“Le solitudine”. Collabora
a giornali e riviste letterarie. E’ redattore della rivista “Il
sodalizio letterario” di Rimini, diretta da Egidio
Finamore. Alcune
sue poesie sono state tradotte e pubblicate in francese, inglese,
tedesco e spagnolo. «La
stampa»,
quotidiano di Torino, nella pagina della redazione d’Asti, del 20
gennaio 2000, nella rubrica «Freschi di stampa» scrive:
«Gioacchino Chiparo, poeta canellese d’origini siciliane, sta
conoscendo nuova fortuna grazie alla pubblicazione d’alcune sue
liriche e alla citazione in un saggio sulla letteratura italiana del
Novecento, Otto poesie di Chiparo appaiono nell’«Agenda 2000
Valnerina, Arte e pensiero» (edizioni Helicon, di Arezzo, 1999)» Giovanni
Vassallo,
nel bisettimanale «La nuova provincia» di Asti, del 23
marzo 2001, afferma: «...La sua poesia ha conquistato le fibre
ottiche, i versi viaggiano in «rete» in un tourbillon di «contatti»
e di «siti» di cui è
difficile disegnare i contorni...». Ermanno
Eandi
su «Tuttosport» del 28 marzo 2001, sottolinea: «I
versi di Gioacchino Chiparo, sono freschi, sinceri, introdotti da un
affresco calcistico, terminano nel tripudio d’affetto di un autentico
cuore bianconero...». Carlo
Francesco Conti,
su «La stampa» del
27 marzo 2001, «Gioacchino Chiparo, si presenta come “poeta
siculo canellese”, e che altri hanno soprannominato
“l’imbottigliatore di nuvole”, ha collezionato molte presenze nel
web. Ha due siti piuttosto articolati, con biografia, testi e interventi
critici...». All’opera
poetica di Chiparo è dedicato un saggio nel volume «Storia della
letteratura italiana del XX° secolo» di Giovanni Nocentini
(edizioni Helicon, Arezzo, 1999). Il saggio, spiega l’editore, è
dedicato «a quegli autori che sono stati ingenerosamente dimenticati
dalla critica e quindi, dai lettori, pur avendo lasciato con la loro
opera, un segno personale nei vari movimenti o scuole del modo
letterario contemporaneo». Nel capitolo a lui dedicato, Chiparo
è presentato «poeta d’istinto». «Da
quando conosco Gioacchino Chiparo, (scrive
Lino Puzzo) giorno per giorno, non ha mai finito di stupirmi.
Questo personaggio, seppur all’apparenza molto semplice, viceversa
tuttaltro è che questa definizione: l’ho scoperto, oltre che un
erudito studioso di classica letteratura moderna, anche un autentico
filosofo. Studioso di storiografia post-romantica, l’ho sorpreso
avventurarsi proficuamente, nei meandri della teologia; quindi studioso
d’esegetica, semeiotica e sintassi: branca della letteratura, quest’ultima,
trascuratissima dai giovani studenti d’oggi. Come
poeta, lo definisco ineguagliabile, anche perché le sue risorse
ispirative, traggono origine da una vocazione viscerale, che lo insegue
sin dalla sua infanzia: come puntualizza il suo primo educatore in un
suo saggio «Gioacchino Chiparo, fulgida luce del nuovo romanticismo del
terzo millennio». Egli è sempre pensieroso, quando si sporge per
osservare sul futuro dei giovani d’oggi e dice; quasi con languido
atteggiamento: se continuerà, questa società, a bistrattare i valori
essenziali, finirà con l’autocastrarsi e poi, accenna alle
psico-patologie come la “depressione”, per citarne soltanto una. Il
resto, se lo immagini il lettore. Enunciare
tutte le sue opere, mi sembra davvero superfluo, tantomeno che eminenti
testate giornalistiche, ne hanno largamente menzionato i contenuti. Da
Gioacchino Chiparo, ho imparato molte cose, tra cui, l’assoluto
rispetto delle altrui idee; senza distinzione di sesso, età ed etnie
diverse. Come sociologo, debbo precisare che egli s’inserisce tra
coloro che affermano, che l’uomo debba lanciarsi verso l’universalità.
Egli, infatti, misura ogni uomo morale-civile e fisico, definendolo
essere, la risultante di varie componenti, che traggono origine da uno
spirito universale di, “secondo lui”, indubbia fattura divina. Ogni
uomo è, secondo quanto egli afferma, parte essenziale di un progetto
ideato da miriadi d’anni fa, e che dovrebbe proseguire fino alla
realizzazione dello stesso. Un disegno perfetto, per un’umanità, che
dovrebbe marciare verso la perfezione; trattandosi di prototipi simili
all’ideatore: Dio. Egli, umilmente, a questo spirito s’ispira,
quando compone le sue liriche che, sicuramente, per la loro folgorante
luce, sembrano abbagliarci, facendoci, inevitabilmente riflettere! In
sostanza Chiparo è, ciò che non appare: diciamo uno spirito guida, di
questi ultimi tempi». Il suo è il canto precipuo della natura; la morte di un cane o di un gatto con il quale si è vissuti per alcuni anni è accolta con grande tristezza o addirittura con cocente dolore. Gli animali sono pronti ad affezionarsi a chi dà loro protezione e affetto. Le stesse bestie feroci sono affiatate con i loro domatori e con i custodi del giardino zoologico. Gli animali, anche se non sono in contatto diretto con gli uomini, hanno un'importanza enorme sull'ambiente naturale. Una foresta senza animali in libertà, un cielo non solcato dai voli degli uccelli, una massa d'acqua priva di pesci diventano spazi senza vita. Purtroppo molti uomini, in tutti i tempi, non hanno percepito il contributo dato alla specie umana dagli altri esseri viventi. Bambini crudeli si divertono a far soffrire piccole bestiole, per trascorrere qualche ora di malvagio e sciocco divertimento. Non ci sono parole sufficienti per deprecare questo stupido ed incosciente modo di occupare il tempo. Molti adulti, per il solo gusto di manifestare le loro capacità venatorie, ammazzano uccelli ed animali che si muovono liberamente alla ricerca di cibo per sé e i loro piccoli. «Ascolto; il
cinguettio degli uccelli, il
trastullare dei bambini» Per
fortuna è sorta un'istituzione che, pur lavorando fra grandi difficoltà,
cerca di agire in favore degli animali. Questa società, riunendo
attorno a sé chi ama la natura, si propone di educare gli uomini a
capire e ad apprezzare l'aiuto offerto loro dagli animali. Nel
proteggerli l'uomo difende e protegge se stesso. In questi ultimi tempi,
si è posta l'attenzione sul pericolo costituito dalla distruzione di
molte specie di fauna. L'ambiente ecologico, dove flora e fauna hanno
tanta importanza, è turbato dalla distruzione voluta o anche solo
permessa da chi non sorveglia adeguatamente l'uso di sostanze
pericolose, come fumi velenosi e materiali corrosivi. La società per la
protezione degli animali si preoccupa molto di educare i bambini che, se
incrudeliscono su una bestiola innocente ed indifesa, hanno molte
probabilità di trasformarsi, da adulti, in esseri privi di umanità.
Gli adulti che senza giustificati motivi distruggono gli animali,
contribuiscono con la loro incoscienza a rendere sempre più drammatica
la loro vita e quella degli altri. Mi chiedo che cosa un ragazzo nella
nostra epoca è in grado di fare per proteggere gli animali: può essere
molto utile, sia subito sia in avvenire. Per prima cosa deve essere
pronto a capire gli animali, affezionarsi a loro, evitare nel modo più
assoluto di incrudelire, per gioco o per altri motivi, su nessun essere
vivente. Se un ragazzo sarà convinto della necessità di proteggere gli
animali, riuscirà ad impedire ai suoi amici e ai suoi compagni di gioco
ogni azione che sia loro di danno. Se vedrà qualche bestiola o volatile
muoversi con difficoltà perché ferito, sarà pronto a recargli aiuto
con pazienza e buon cuore. Nelle stagioni particolarmente rigide, si
preoccuperà di mettere a disposizione del cibo per permettere la
sopravvivenza degli animaletti più deboli. Da adulto, il ragazzo
sensibile oggi al problema, sarà il primo a non volere la caccia e ad
evitare che si incrudelisca, per un qualsiasi motivo, contro gli
animali. Cercherà di diffondere la sua sensibilità e il suo amore
verso gli animali in tutti coloro che vivono con lui e, in modo
particolare, nei più giovani. La sua azione, prolungandosi nel tempo e
diffondendosi nello spazio, darà un valido contributo alla difesa
dell'ambiente ecologico, riuscendo anche a rendere più serena e sana la
stessa vita degli uomini e degli altri esseri viventi. Allo
smarrimento radicato nel carattere — che è tipico dell'indeciso —
si uniscono poi, per creare questo stadio di indifferenza che trascina
verso il conformismo, altri motivi: mancanza di entusiasmo, di
interesse, di contatto vitale con i problemi della struttura societaria;
incapacità di smantellare certe situazioni nella convinzione che ogni
intervento sia inutile. E soprattutto mancanza di sensibilità sul piano
morale. È su questa insensibilità che tutte le dittature cercano di
far leva. Non è difficile, infatti, inserire gli indifferenti su di un
determinato piano politico: essi non hanno un'opinione personale da
difendere, né un’emotività che li avverta del pericolo di certi
reclutamenti. L'entusiasmo è stato sostituito, in questi individui,
dall'interesse; e poiché l'inserimento in taluni schemi politici può
offrire vantaggi immediati, così l'indifferente cede quasi sempre alla
lusinga di inquadramenti che lo soddisfino materialmente e che lo
esimano dalla fatica di pensare. L'indifferenza
è una fuga dal reale, avverte il Poeta; fuga verso elementi
quantitativi incasellati in una struttura uniforme, e quindi fuga dal
proprio io e dalle proprie responsabilità. L’apatico,
che e uno sradicato, non ha nulla da perdere, nulla da salvare, e può
quindi asservirsi alle forme imperiose della mentalità dominante senza
chiedersi dove essa conduca, quale sia la sua consistenza e la sua
giustificazione. Sente lo sforzo di scegliere e di decidere, e per
eludere tale sforzo accetta sottomissioni formali e incorporazioni
forzate che lo esimono da moleste perplessità. Preferisce immettersi
nella collettività come un semplice numero, perché è ricco di calcoli
ma povero di aspirazioni. Ha perduto di vista uno degli ideali più
fecondi che contrassegnano la storia e che illuminano la coscienza e la
vita dell'uomo: quello di poter costruire. Il
Poeta si chiede atterrito che cosa hanno compiuto certi uomini. Eppure,
sebbene in forma non paragonabile alla loro, in forma velata dai nostri
istinti umanitari, anche noi accettiamo situazioni non sempre umane. La
rivista Life, dice il Kahier, lamenta la disgregazione
della vita familiare e l'aumento della delinquenza giovanile facendo
appello alla religione e al cristianesimo; ma senza rendersene conto
essa pone i semi di ciò che vuole condannare. Riporta, con precisione
fototecnica e con professionale compiacimento i particolari più
disgustosi di episodi, incidenti, suicidi e catastrofi raccapriccianti;
non soltanto giunge, con i suoi flashes spietati, a stanare la
gente nelle ore più tormentose della morte, del lutto, della
disperazione, ma frammischia accortamente, a queste immagini atroci,
illustrazioni di agi sontuosi e di allegre gozzoviglie. Immagini di
bimbi cinesi che muoiono di fame accanto alla pubblicità di famosi
abiti e di Brogan per bambini, a un prezzo che si aggira sui
centoventi dollari: ragazze greche della EAM in ginocchio con in mano
cartelli dove si chiede pane e libertà e, qualche pagina dopo, i
banchetti con i dirigenti della Standard OIL Queste le illustrazioni di Life
e anche di molti rotocalchi della nostra civile Europa. ASCOLTO
Ascolto; il
cinguettio degli uccelli, il
trastullare dei bambini, ascolto il
tic-tac dell’orologio, il
suono delle campane, il
canto dei grilli, il
lamento del cuore io,
ascolto. Ascolto, i
tuoi passi violenti quando
esci da casa, quando
vai dagli amici, quando
vai lontano, ascolto
i tuoi passi... Tu,
sei lontana da me! ANGELO BIONDO Se
una notte ti
svegliassi, e
avessi paura, ricordati che anche
nel buio, c’è
chi ti pensa, e,
come l’Angelo
Custode, veglia
sempre su
di te! Io
desidero solo che
sia un
Angelo Biondo, perché sarebbe
il solo che
potrebbe capirmi e
consolarmi. TUTTO Tutto
può farmi felice: un
fiore, un
cuore che
tutto vede e dice. Un
cuore che nasce, e
cresce sotto
lo sguardo dell’amore mio, e
tuo. Nell’aria
suona la
voce del destino che
chiama tuo figlio da
sotto le viscere della terra. Tutto, tutto
può farmi felice. LA
MIA SVENTURA Sarà
come un sogno nei sogni la
mia sventura? Uomo
senza ricordi chi,
mi conoscerà? Se
la mano nasconde la
linea della vita, chiamo
e non risponde: la
mia Margherita! Ascolto
il vento, odo
il suo sorriso e,
come un eco d’amore il
suo dolce viso... Sogni
e ricordi, i
miei pensieri. NATALE 2002 Scordandomi
le storture del passato penso
a questo nuovo Natale immerso
nei preziosi regali: tradizioni
di ieri, d’oggi, di sempre. Aspetto
la nascita di Gesù, presente
nel cuore d’ogni vivente. Sarà
questo il Natale del 2002? Finiranno
queste guerre crudeli? E...
la vita, tornerà a sorridere, per
coloro che han perso la speranza d’ogni
cosa che è loro dentro? Natale,
Natale, Natale! Nel
mio Dio universale credo e
credo anche, che ad ognuno di noi, Egli
ci regalerà tanta pace e
tanta gioia... Questo
è il mio augurio migliore. SOGNI E RICORDI Ricordo
le dolcezze d’un
cuore che tace, le
inestimabili carezze d’una
mano vivace. Nel
sogno ogni sera Bacio
un bianco viso: Profuma
di primavera il
suo sorriso. Che
giorni d’estate! Che
corpo di donna! (Bambini
che accarezzate i
colori della sua gonna…); potessi
ancor sognare o
vivere per amare!
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