v

Ritorna all'Home Page di Poeticamente

 

        

Home Page Archivio Poetico La Poesia del Mese Poesie & Recensioni Il Poeta al Top

 

«I Poeti che presentiamo in questa rubrica sono stati scelti con la saggezza dell’imparzialità.

Adesso sta a voi dirci, con il vostro voto (da 1 a 10), quanto conta «la nostra saggezza»

e chi merita la «Corona d’Alloro»

con il vostro suffragio dato con la medesima saggezza critica, tenendo presente l’opera, non il Poeta»

«POETA TOP DEL 2004»

Per votare basterà inviare un e-mail, al seguente indirizzo: poeticamente@libero.it, scrivendo nell’oggetto il nome dell' Autore  cui intendete dare il voto

Presenta:

IL MONDO POETICO DI:

FRANCO SANTAMARIA

(VINCITORE DEL CONCORSO "POETA TOP 2004")

NELLA MIA VALLE 

GLI ECHI S'INCONTRANO CON LA STORIA 


Franco Santamaria è nato a Tursi, in provincia di Matera. Nonostante sia vissuto spesso lontano dal luogo di nascita, è rimasto indissolubilmente legato alla sua terra, ritenendola il simbolo dell’annoso e grave malessere di tutto il mondo contadino, privo della necessaria forza ideale per il proprio riscatto.

Da Taranto, nel 1965 si è trasferito prima a Napoli e poi, nel 1990, ad Afragola, ha insegnato Letteratura Italiana e Storia, per quindici anni, presso l’Istituto Professionale di Stato per i Servizi Commerciali e Turistici.

Laureato in Lettere e Filosofia, abilitato nell’insegnamento di Letteratura Greca, Letteratura Latina, Letteratura Italiana e Storia, ha dedicato il suo tempo, oltre alla famiglia, alla scuola, realizzando con studenti e colleghi un magnifico rapporto d’amicizia, collaborazione e tensione per una didattica moderna e più vicina ai bisogni dei giovani.

Collabora a riviste letterarie, tra cui «Gradiva» di New York.

Ha pubblicato «Primo lievito» per i tipi della Gastaldi, Milano e «Storie di echi» Edizione Ferraro, Napoli.

Sono inedite, soprattutto per avversione alla cosiddetta «Mafia letteraria», le raccolte di poesie «La mia valle»,«Echi ad incastro»,«A radici perdute» e «Pensieri nudi, o quasi». Inedita, per il medesimo motivo, è anche una raccolta di racconti, «Se la catena non si spezza».

In Internet, invece, è pubblicata «Parola e Immagine - Poesia e Pittura», opera unitaria, costituita da 39 dipinti e 12 poesie, dimostrativa di una sensibilità artistica nella quale convivono, afferma l’autore, in perfetta simbiosi, «espressioni solo apparentemente diverse di comunicazione» quali la poesia e la pittura. L’esigenza di esprimere il proprio mondo interiore e la visione della vita anche con la pittura risale agli inizi degli anni Ottanta, collezionando una serie di grandi consensi in Mostre Personali e/o Collettive sia in Italia che all'estero.

Ci siamo occupati più di una volta di quest’artista poliedrico e sensibilissimo, per il modo di raccontare sia in pittura sia in poesia le radici della realtà del nostro caotico tempo. La sua però non è denuncia, come si potrebbe immaginare, bensì è una lunga ruga dell’anima che si allunga attraverso il diametro terrestre.

Quando percorriamo le vie e le piazze di una grande città, circondate da grandiosi edifici di decine e decine di piani, immaginiamo l'aspetto di quel luogo come era centinaia o migliaia di anni or sono, quando nessuna costruzione era sorta. Probabilmente vi era una boscaglia o un terreno paludoso. Perciò tutto quanto c'è qui ora è dovuto al lavoro dell'uomo.

 

«Andiamo lungo un fiume

di acque lunari,

di ombre a specchio

senza dimensione e sangue,

senza spiagge e sentieri di terra promessa».

Rimembra il Poeta. E se percorriamo una moderna autostrada, cercando «senza dimensioni di sangue, sentieri di terra promessa», di attraversare una zona montuosa, possiamo osservare un gran numero di gallerie, di ponti, di viadotti; immensi muraglioni che consolidano i fianchi dei monti, mentre i corsi d'acqua si intravedono a decine di metri sotto le immense arcate.

Dopo questa prima osservazione, è facile rilevare che città e vie di comunicazione terrestre sono alcune delle manifestazioni più evidenti della trasformazione compiuta dal lavoro umano.

Non solo è mutato profondamente l'aspetto delle località, ma si è ampiamente trasformata la vita stessa degli uomini.

«Andiamo lungo un fiume

di braccia affondate,

di ruderi smarriti

senza ricordi e misteri di ansie sopite».

Santamaria ci propone di provare e spinge ad immaginare come sarebbe diversa la nostra vita quotidiana se dovessero cessare di funzionare le centrali di produzione di energia elettrica come la nostra esistenza fosse «senza ricordi e misteri e ansie sopite».

Nei tempi della preistoria, l'uomo viveva in condizioni non molto dissimili da quelle degli altri animali. Il cibo, offerto spontaneamente dalla natura, era l'unico suo alimento. Sua dimora e difesa contro le intemperie era la grotta o un albero più robusto degli altri. Da quello stato primitivo, grazie alla intelligenza e al lavoro umano, sono avvenute le trasformazioni della nostra vita. Dapprima l'allevamento del bestiame, in seguito l'agricoltura, infine l'industria e il commercio hanno contribuito a modificare i nostri usi e costumi. Purtroppo, a fianco di molti aspetti positivi, se ne hanno altri negativi.

Il Poeta amando la natura, ha visto che questa ha sofferto notevoli peggioramenti, con l'abbattimento di boschi e di foreste, per lasciare il posto alle costruzioni e alle strade. La flora e la fauna hanno subito danni irreparabili, con pericolose conseguenze sulla stessa vita umana. L'atmosfera e le acque sono divenute tossiche da fumi e sostanze, emesse da ciminiere e scarichi, dovuti alle lavorazioni industriali. Per evitare questi non piccoli guai, l'opinione pubblica si è mossa e si stanno studiando soluzioni per evitare i danni dell'inquinamento.

Perciò il Poeta è vigile e canta la sua rabbia, la sua impotenza di fronte allo sfacelo di questo cambiamento repentino che l’uomo affronta, quasi rassegnato; e lui lo sprona all’azione:

«Andiamo lungo un fiume

in piena,

di argini tagliati,

di case sommerse,

di cadaveri naviganti su tronchi di mimose

alla deriva».

Nei prossimi anni si dovrebbero già avere i primi risultati positivi di questa lotta; e certamente non vedremo mai, «i cadaveri che navigano su tronchi di mimose, alla deriva». Altra meta da raggiungere, per far sì che il frutto del lavoro umano sia sempre più vantaggioso, consiste nel rendere meno carica di tensione l'attività degli uomini d'oggi. Devono essere studiate ed attuate al più presto forme di «relax» che permettano di trascorrere ore serene da dedicare al riposo e alla coltivazione delle energie intellettuali e spirituali. In questa visione, l’aspirazione del Poeta non solo avrà cambiato l'aspetto della mentalità dell’uomo ossessionato, ma la trasformerà, in modo ancor più, in positivo.

Il Poeta sa che ogni epoca ha i suoi problemi. Quali sono quelli che travagliano la società attuale e quale di essi suscita, in particolare, il suo interesse.

Schiavitù, dittature, pestilenze, carestie, ingiustizia sociale e tante altre terribili calamità hanno colpito, in ogni tempo, specialmente in quest’ultimo periodo, popoli e paesi, coinvolgendo talvolta l'intera umanità. Si può affermare, senza timore di sbagliare, che tutte le epoche hanno avuto dei problemi che hanno travagliato la collettività umana. Anche la nostra società attuale ne ha alcuni, che o ha ereditato dal passato, per esempio, l'ingiustizia sociale esistente ancora in parecchi territori, o ha visto sorgere in questi ultimi anni, per esempio, l'inquinamento. Proprio quest'ultimo problema ha attirato l’interesse del Poeta e destato le più vive preoccupazioni.

L'aria che si respira, l'acqua che si beve, i cibi che si ingeriscono sono dei pericoli, anche se non sempre ce ne rendiamo conto. Essi possono avere terribili conseguenze sulla nostra salute. Incominciamo dall'aria, l'elemento indispensabile in qualsiasi momento della nostra vita. In ogni atto di respirazione immettiamo nei nostri polmoni una certa quantità di aria, di cui assorbiamo una parte d'ossigeno. Se l'aria che entra nei nostri polmoni, oltre a contenere ossigeno e azoto, comprende gas velenosi, tutto il nostro organismo può ricevere danni molto gravi. Più volte si è letto sui giornali dell'avvelenamento, quasi sempre seguito da morte, che colpisce chi rimane chiuso in un'autorimessa dove c'è un'automobile con il motore acceso. Nello spazio di poche decine di minuti l'aria diventa irrespirabile e chi non si rende conto del pericolo soccombe.

Il Poeta e Pittore Santamaria, ha sentito la necessità di parlare, di cantare, con parole e colori, per ricordare all’uomo che l’affermazione del valore della persona sia come la descriva già Emanuele Kant. È in lui infatti, afferma Laberthoinnière, che la filosofia diviene chiaramente poesia e ciò che essa può essere e ciò che deve essere: una dottrina del diritto e della giustizia e, quindi, un sistema di esseri e non di cose. E’ il Poeta colui che avverte gli avvenimenti, che l’uomo comune vede e si rende conto di non averlo ascoltato quando questi si sono verificati realmente.

L'uomo non è più un individuo, è una persona, e gli altri debbono rispettarlo, com'egli deve rispettare gli altri. Ciò significa guardare le cose «par le dedan et non par le dehors». Senonché al di sopra della vita di giustizia, della vita razionale e della vita umana, vi è la vita divina. Già Platone aveva affermato che l'ideale della vita umana è un’imitazione della vita di Dio; ma per Laberthonnière è qualcosa di più è: «la possession de Dieu par l’amour». Se la giustizia è l'inizio della carità, in altro senso può anche affermarsi che la carità è il compimento della giustizia. «Sulle rive del Giordano s'è compiuta la giustizia» affermerà Blondel.

«Andiamo lungo un fiume» di Franco Santamaria non è la sola lirica, che affronta lo sgretolarsi dei sentimenti e i precetti della storia; Santamaria non è la prima volta che grida il suo dolore contro uno stato di cose in cui primeggia la prepotenza dell’uno nei confronti di tutti.

Già parlando della sua Personale dove le immagini erano abbinate alle poesie scrissi: «La Poesia, il disegno, l’Arte in generale sul quale si medita è una specie di condensazione, una combinazione di molti simboli uniti in una forma generale. Nel corso della meditazione su queste parole, disegni, suoni, il significato dell'inerente simbolismo può divenire chiaro. Con la meditazione Mandala, il fine non è la produzione di vaste fantasie, ma piuttosto una meditazione vitale sul significato centrale del manufatto. Col tempo colui che medita è diretto a identificarsi psichicamente col simbolo e ad integrare il significato del simbolo con la sua vita psichica. Propriamente parlando, questi atti artistici non sono usati come una tecnica, ma mirano a promuovere il più alto sviluppo della personalità artistica e la sensazione che muoverà l’attenzione del lettore o visitatore. Un esempio di ciò che può essere esperimentato con la meditazione sull’Arte, si trova all'inizio del Faust di Goethe, dove Faust guarda il macrocosmo. Una forma di meditazione ancora più astratta è la «Meditazione sulla Parola» (quella che a noi interessa ora) diretta verso la scoperta dell’importanza umana. Santamaria si attiene al sano principio dell’uguaglianza dell'attività razionale e irrazionale durante il corso della meditazione. D'altro canto non si dovrebbe meditare su simboli, o parole che stimolano emozioni negative dannose».

«Allora passano di corsa
anche cavalli senza cavalieri e sterminati treni vuoti,
e vibrano  - come di giorno  -  certi suoni di organo,
atonali come bastone su maschera di alberi maceri».

E mentre inseguo i cavalli tenendo fissa l’immagine «di alberi maceri», una voce calda e sensuale rompe il silenzio. Di scatto, come un bambino colto a rubare la marmellata, mi volto e cancello con forza le immagini che inseguo e m’inseguono.

 

«Sulle opere, sia pittoriche sia poetiche, c’ è poco da dire perché parlano da sole. C’è da sottolineare un pensiero che Vittorio Mazzone ebbe modo di esprimere durante una personale dell’amico Franco Santamaria, di cui oggi ammiriamo le opere e festeggiamo per questa sua innovazione dell’arte: Arte di generi diversi che si completano in un amoroso connubio. Un pensiero di Mazzone, dicevo, che esprime e chiarifica la prima sensazione che ci afferra appena ci troviamo di fronte alle opere del Santamaria, «il profondo calore umano ti prende subito»; le immagini sono là, ferme, in un preciso momento della fantasia creativa, parlano da sole; da sole narrano il «Tormento lacerante» con una descrittività elementare e altamente sentita, artisticamente parlando. Del loro valore, se ne parlava poc’anzi, che non si discute, come non si discute il connubio complementare tra i due generi che vediamo per la prima volta credo, nella storia moderna delle personali. La tematica, pur essendo varia, non toglie niente alla suggestione che le immagini riescono a creare nella mente del visitatore, anche la stessa staticità delle immagini possiede un’attrazione palese: attrazione che fa sbocciare subito un feeling tra visitatore e autore sia con i versi viscerali e scevri da complicazioni intellettualistiche, sia con le immagini pur nella loro varietà, forse proprio per questo, ti rapiscono per ripassarti nella memoria i versi toccanti e realistici, in cui la metafora è puramente virtuale. Questo, volevo dire ve l’ho detto.   

«Ho tanto sognato di volare nei cieli dell'anima
a spiegarmi perché mondi irrequieti, disumani…»,
(Antico steccato)

*****

«La terra conosce le sue morti:
dall'impurità degli odori e dei voli, neri
sui fiumi neri di schiuma;
dalla neve che si strugge in valanghe
allineando lame di granito
su buie depressioni;
dai lunghi cortei

in nero delle formiche verso città in rovina» 

(Da corpo di sconfitto guerriero)

******

«Sulla cima
di un calanco era la mia terra,
cullata da un guscio di fossile millenario.
*****
Eden lontano - a cui la mia sofferenza tende
in rami di albero ferito, quando un uomo piange
in attesa di un messia».  

(In un guscio la mia terra)

*****

 

 

 

«Nel fossile è la certezza del tempo
di aver fissato la falsa
immutabilità di un ordine diseguale
a sola esperienza della terra».
  (Legato a un fossile)

*****

 

«Sì che s'aprono sentieri dove l'uomo coglie
da un fossile
un seme purificato e la luce
dolcemente carezza i morbidi seni di Gea».
  (Risveglio)

*****

«Ci sono vie e autostrade fra le nuvole non
a misura d'uomo, macabre
perché ad ogni fermata si levano e roteano
frammenti di pietre impazziti; perfino
i latrati sanno di terra,
quando la luna si dimezza
e scompare dietro corsie non più misteriose.

Qualcuno dirà che c'è dell'illogico
in tutto ciò e che i passi della grandine
non sono quelli dei guerrieri, anche se
affogano nidi o stracciano foglie condannate a finire».
 

(Rituale)

*****

«Ma, resta il desiderio che non è più speranza
di scoprire i sentieri e le torri con le bandiere vittoriose;
il desiderio che non è più attesa
di osservare ad oriente il sole che sorge
dietro stilizzate ombre appena aleggianti per la brina
e di schiudere il mistero della sabbia che trattiene
il respiro del cielo fra le dune».
  (Sogni di farfalle)

Come pittore ci troviamo al cospetto di un’artista che fonda il proprio assunto poetico su una realtà trasfigurata dalla sua personale visione del mondo e della vita con le sue angosce e i suoi timori.

Come Poeta, il protagonista vero di questa dolorosa storia perché convinto di essere rimasto solo a ricordare e soffrire, essendo creatura viva, vive in quel suo rimpianto dei begli anni in cui la natura non aveva da lamentarsi perché tutto era sottomesso alla volontà della creazione: anni ormai tramontati senza speranza. Colpa del progresso? Ma senza progresso l’uomo diventerebbe una pianta sterile. La storia ha echi di una potenza, che va facendosi sempre più forte a mano a mano che si sgranano i versi, e si ha davanti l’intera opera staccata in episodi, possiede la vitalità di un momento di grazia che è un dono speciale di Dio. La musica che Santamaria ha sprigionato in questi versi creando momenti indimenticabili, vivrà finché palpiterà nell'animo umano la passione per il bello e la commozione che esercita sempre sugli animi aperti alla bontà e all'amore.

 

ANDIAMO LUNGO UN FIUME

 

Andiamo lungo un fiume

di acque lunari,

di ombre a specchio

senza dimensione e sangue,

senza spiagge e sentieri di terra promessa.

 

Andiamo lungo un fiume

di braccia affondate,

di ruderi smarriti

senza ricordi e misteri di ansie sopite.

 

Andiamo lungo un fiume

in piena,

di argini tagliati,

di case sommerse,

di cadaveri naviganti su tronchi di mimose

alla deriva.

 

Andiamo lungo un fiume

cercando voci e canti

di un’alba finalmente tenera per folletti atterriti

lungo il nostro fiume

di barche e reti

morte.

 

Andiamo lungo un fiume

dove vecchio cadenza in code di aquiloni

annegati vascelli

e trattiene un po’ di luce

tra fili di giunco

depressi - per finire, poi,

completamente

lungo il nostro fiume

dai pontili in attesa.  

«Echi ad incastro», poesie inedite

 

FERMIAMO QUELLA FALCE DI LUNA

 

Fermiamo quella falce di luna
prima che cada oltre le alte montagne
per sempre.
 
E' l'arma degli eroi
morti e non sepolti lungo i sentieri della luce
sconfitta e prigioniera.
 
Dov'è la nostra dimora;
dove il suono solo conosce gli spasmi del rantolo
che i laboratori dicono
di violenza, di lebbra, di fame.
 
Fermiamo quella falce di luna
prima che cada oltre le alte montagne.
Per sempre.

 «A radici perdute»

 

MILLENNIUM TERTIUM

 

Millennium tertium,
speranza di seme
che sbocci in un’alba felice
tra ali che si preparano al primo volo.

S’annulla il sonno della notte.
…tre, due, uno, evviva! Scoppia
in visioni di neonato amore,
in bollicine colorate di stelle
discese tra noi,
in giochi pirotecnici di luci
come onda di fuoco che scorre
dalle mani.

Ma, nella brina dell’ombra fumogena
di quest’alba
una croce di terra morta
sorvola
caverne ancestrali:
da alberi pendono – ancora
come ghiaccioli
spezzate
ali,
larve di uomini vanno a fiumi di nuda pietra
o a vulcani di zolfo,
occhi roventi di canne fumano
su prigioniere prede
o mirano a superstiti tra alti fili spinati.

                                 «Parola e Immagine: Poesia e Pittura»

 

 

Ritorna alla Home Page di Poeticamente Ritorna all'indice di "Il Poeta al Top" Ritorna all'indice di Poesie & Recensioni