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«I Poeti che presentiamo in questa rubrica sono stati scelti con la saggezza dell’imparzialità.

Adesso sta a voi dirci, con il vostro voto (da 1 a 10), quanto conta «la nostra saggezza»

e chi merita la «Corona d’Alloro»

con il vostro suffragio dato con la medesima saggezza critica, tenendo presente l’opera, non il Poeta»

«POETA TOP DEL 2005»

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Presenta:

 

MIRELLA FLORIS

sollecitazioni che la Poesia e la Narrativa contemporanea deve sentire per essere legato alla convinzione del suo tempo

 

Mirella Floris ha attraversato attivamente le dinamiche della società italiana partecipando, nel 1968, alle manifestazioni di piazza con i movimenti politico e femminista. S'è poi occupata di volontariato laico di vario genere ed ora di letteratura. È proiettata verso la cultura alternativa, perché considera lo «scrittore un testimone del proprio tempo». Scrive da sempre, esprimendosi in vari generi, dalla poesia al romanzo,all'articolo giornalistico. Si è cimentata anche nella scrittura sperimentale con racconti in ipertesto.

È presente in varie riviste sia cartacee sia on-line. Di recente ha pubblicato per i tipi della «Proposte Editoriali»: «Lampi del tempo» una raccolta di  poesie intense e musicali (che abbiamo avuto il piacere di recensire) e «Venuta dal mare» un romanzo per la «BESA Editrice», un giallo particolare, con un racconto nel racconto.

LA POESIA È UN BRIVIDO


la poesia è un brivido

che trascorre improvviso

l'ore stanche del vivere
Lascia cristalli di luce
sui bui sentieri del tempo,
sospiri di brezze lievi
nell'afa dell'insonnia.
La poesia è un brivido.

La poesia è un canto:
dall'onda assidua del mare,
da rami su cieli inquieti,
da filari di vigneti
dopo aridi pendii;
da seni larghi di madri,
dagli occhi chiari dei bimbi.
La poesia è un canto.

La poesia è musica:
nei petti della solitudine
nell'immensità del pensiero,
nell'impeto incoercibile
dell'odio e dell'amore;
nella gloria della vita
nell'abisso della morte,
La poesia è musica.

Il Poeta è un organo,
cristallino e terso,
su cui il canto lirico
allena la sua voce.
Pulsa armonie ineffabili
nel verso limpido e arcano,
da cui gli uomini suggono
echi di sogni e d'amori.


Ecco l’esempio di una delle sollecitazioni che la Poesia e la Narrativa contemporanea, in genere, devono sentire per essere legato alla convinzione del suo tempo, abbandonare e rivoluzionare forme già consolidate di comportamento per assumere forme o tecniche operazionali nuove che siano in contrasto con le precedenti. Lo scrittore e il Poeta innanzi tutto devono sentirsi anticonformista e diventare un segno tipico della società in evoluzione; e Mirella Floris si presenta come il distintivo di un comportamento umano che rifiuta il precedente nel modo più radicale.

Quest’euforia neoilluministica ha una delle sue ragioni nell'esigenza sentita dall'uomo di affermarsi nella propria individualità. L’uomo vive e opera in una società in cui sono all’apice i condizionamenti dell'agire che compromettono le dimensioni autonome della persona; l'insubordinazione a tali condizionamenti è il modo per garantire il valore umano nell'indipendenza della persona.

Il Poeta è un organo,

cristallino e terso,

su cui il canto lirico

allena la sua voce.

Pulsa armonie ineffabili

nel verso limpido e arcano,

da cui gli uomini suggono

echi di sogni e d'amori.

Tale indipendenza diventa attuabile, se il Poeta che precorre i tempi riesce nella sua sincerità lirica a convincere l’umanità ad essere una moltitudine di persone che vivono insieme. Questa la ricetta per sperare di camminare mano nella mano e vivere come fratelli «figli delle stesso Padre», solo se la società, oggi, rinuncia ai suoi aspetti visibili per trasformarsi in una rete di relazioni «visibili» per ritornare ad essere un aggregato umano. Ciò non è impossibile a pensarci, anche se può sembrare un parto dell'intelletto astratto, o un programma che debba in qualche modo essere manifestato e accettato.

Ombra lunga

mi ghermì un tempo.

La pietà umana

strapparono
la mia vita in bilico

al gelido ghigno.

Il valore, infatti, s’istituisce in due valenze: come struttura costitutiva e significativa del singolo preso in sé, e come capacità irradiante del singolo di assumere l'identità come proprio fine. Se nel primo caso il valore si pone come staticità, nel secondo si costituisce come un trascendersi. Il che finisce con l'aumentare il valore statico stesso.

In uno stallo senza fine

trascorre ormai

il raggio finale

d'una vita enigmatica.

La riflessione che si sviluppa è relativa al progresso come condizione di valore, e non inteso come competitività,come corsa verso la potenza e quindi come fatto  esterno; lo si integra con l'azione del trascendersi e si limita.

Il messaggio poetico, infatti, altro non è che la manifestazione di una verità, un grido, una riflessione dell’anima intensamente turbata del Poeta. In questo modo si distingue la totalità dell'essere, la pienezza dell'essere avente la propria significanza.

Nel rarefatto silenzio

l'amore arde libero,

stenta il suo fuoco

nel rumore dei tempi.

L'ansia è qualcosa d’immediato, di totalmente aperto;amare è uno svelare per mezzo di segni, perciò ogni cosa è stata fatta, e se è il discorso che Mirella Floris, dà agli uomini, si può facilmente avvertire come l’Arte sua attui la  potenza e instauri una relazione con la storicità mutevole. In questo senso si può riconoscere un progresso dell’Arte: l'infinità della Poesia la cui comprensione o essenza è per tutti «perfezione dell’equilibrio raggiunto dopo il conflitto tra l’«Io» creativo» e il «Sé razionale», pur escludendo da sé ogni mutazione, si porta innanzi, si manifesta come parola che dice la totale pienezza dell'Arte.

Non è necessario avvertire che senza questa manifestazione l’Arte Poetica non ci sarebbe, quanto piuttosto che questa manifestazione, mentre istituisce un parametro di valutazione, aggiunge un orizzonte nuovo; orizzonte che, se già gli antichi avevano riconosciuto, con la Floris, si compie finitamente nel tempo, si prolunga oltre il suo tempo d’accadimento, come programma per l'uomo, il quale progettandosi, e quindi  essere potere di sé: crearsi la propria libertà.

L'urlo
Piega le madri,

aggrappate
a bare innocenti.

Folli
strappano
al nulla

creature atterrite.

L’urlo è il segno del pellegrinare nel tempo verso un fine che è fuori del tempo. La contraddizione dell'uomo è appunto qui:apparire limitato e circoscritto nel mondo e nel tendere a qualcosa che eccede le condizioni naturali. Da un punto di vista puramente razionale, Kant ha espresso questa condizione sottolineando la storia umana come passaggio dall'animalità alla razionalità. «Tutte le disposizioni naturali di una creatura sono destinate a raggiungere un giorno uno sviluppo completo e conforme al loro scopo... Nell'uomo (come l'unica creatura razionale della terra) quelle disposizioni naturali, che hanno per fine l'uso della ragione, debbono raggiungere un completo sviluppo nella specie soltanto e non nell'individuo» (Idea per una storia universale «Scritti politici» a cura di Lamanna – Lanciano 1917). In tal modo, per Kant, tende ad una cultura, che risulta nuova perché la sua immobilità non è compromessa dalla necessità e non si esaurisce nell'inerzia dell'autocoscienza.

Il problema del Poeta deve concludersi in canto elevato e universalmente comprensibile; perché egli non è meno uomo per il fatto di essere Poeta; ed il suo vivere è strutturato come proiezione, come progetto, prima che come effettivo progresso. Dare soddisfazione a questa realizzazione è veramente conquistare il futuro nel presente; è progredire verso il mondo dell'unità cui apparteniamo di diritto, rimanendo nel mondo cui apparteniamo di fatto.

Ecco alcune poesie per vivere meglio il mondo poetico di Mirella Floris:

OMBRA LUNGA

Ombra lunga
mi ghermì un tempo.
La pietà umana
e l'amore
strapparono
la mia vita in bilico
al gelido ghigno.

Ora
il tenero abbraccio d'un bimbo
legata stretta mi tiene
ai miei anni avvizziti:
vigoroso, ridente
è radice al mio cuore.

RIVELAZIONE

Nell'arco della vita
ho scritto sofferenze e illusioni
parole sommesse,
scene sonanti.
Nel segreto libro,
in me sepolto,
tutto è impresso:
inchiostri di lacrime,
matite di sangue
Improvvisa,
sulla cima innevata
del luminoso Adamello,
la vita s'è rivelata
in lettura circolare..
Ora parla con voce aperta
di semplici segreti
- essenziale senso
dell'esistenza intera -..
Nel rarefatto silenzio
l'amore arde libero,
stenta il suo fuoco
nel rumore dei tempi.

PAURE

Affacciata
al bordo dell'anima
scruto le mie paure
acquattate
nei più riposti angoli.
Sfuggono alla luce
che la ragione
prudente
inutilmente tenta

Paura del successo,
ove per caso volgesse
il volto scarno
al mio modesto vivere;
paura dell'insuccesso,
che ogni giorno frustra
il mio vano annaspane.

In uno stallo senza fine
trascorre ormai
il raggio finale
d'una vita enigmatica.

La morte occhieggia
dal cumulo degli anni:
contemplo il buio,
la calma mi seduce...

Trascinata all'urlo
del consueto affanno,
costretta, a capo chino,
il mio giogo riprendo.


 

 

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