Dall’intranet all’extranet e oltre

di Pino Navato

Intranet: una piccola Internet ad uso privato

Un’impresa di successo ha grandi esigenze di comunicazione, sia verso l’esterno che verso l’interno, e la rete Internet, intesa come sistema aperto, come mezzo di comunicazione di massa, soddisfa solo in minima parte queste esigenze.  Tuttavia gli standard che hanno decretato il successo di Internet sono abbastanza versatili e abbastanza diffusi da rendere agevole un loro utilizzo anche per le comunicazioni interne dell’azienda. Sono nate così le intranet, reti aziendali basate sull’uso della tecnologia Internet, che si sono rivelate uno strumento efficace ed economico per distribuire informazioni ai propri dipendenti.  I vantaggi e il risparmio che derivano dal loro uso crescono con il numero dei dipendenti e con la loro dispersione sul territorio.

Newsletter, circolari, memorandum, regolamenti, elenchi dei telefoni interni sono i documenti che per primi si trasferiscono dalla carta al web server dell’intranet ma il passo successivo, e ben più importante, è l’accesso ai database dell’azienda.  La scelta di usare un web browser come client di un DBMS client/server limita l’attenzione dello sviluppatore al solo lato server semplificando sia lo sviluppo sia l’aggiornamento del sistema; inoltre, eliminando la necessità di installare un client specifico, si semplifica l’accesso al sistema da parte dell’utente il quale potrà utilizzare un computer qualsiasi, anche diverso da quello abituale, qualunque sia il suo sistema operativo.

Extranet: il compagno ideale di una intranet

Create le intranet, qualcuno ha incominciato a chiedersi se non fosse una buona idea consentire l’accesso anche alle aziende con cui si hanno rapporti d’affari.  La risposta, ovviamente, è stata sì.  Consentire l’accesso ai propri database, seppur in maniera parziale e controllata, da parte di fornitori e clienti può portare notevoli vantaggi perché la comunicazione tra organizzazioni diverse non è meno importante di quella tra i membri di una stessa organizzazione.  Ecco allora che il crescente interesse per le intranet e le loro applicazioni è seguito a ruota da un analogo interesse per le extranet.

Internet, intranet, extranet.  Questo fiorire di parole nuove non deve trarre in inganno: la tecnologia è sempre la stessa, cambia solo il suo utilizzo, o, se preferite, i suoi utenti.  Come spesso viene detto, una intranet non è altro che una piccola Internet confinata dietro un firewall, e se a questa aggiungiamo una porticina ben controllata attraverso la quale passano dati criptati da/per un utente accreditato, ecco che nasce una extranet.

Sebbene la tecnologia di base sia la stessa, la crescente diffusione di intranet ed extranet sta modificando la direzione in cui evolvono le applicazioni di uso comune.  Nei computer di un ufficio troviamo sempre, ad esempio, un word processor e uno spreadsheet.  Ebbene questi strumenti non sono stati pensati per condividere informazioni e solo ultimamente le tipiche suite da ufficio stanno acquistando funzioni di comunicazione.  Certo esistono già tool per il groupware come Lotus Notes ma sono nati attorno a una tecnologia proprietaria e adesso si stanno trasformando per operare efficacemente sul web.

Non è difficile immaginare un futuro in cui tutte le informazioni di un’azienda siano immagazzinate su un web server anziché su un semplice file server.  Un file server è un ottimo posto dove immagazzinare documenti ma non ne favorisce davvero la condivisione (e quindi non favorisce la comunicazione) perché non fa molto di più che mettere a disposizione il suo spazio su disco.  Il problema sorge quando si cercano documenti scritti da altri e dei quali non si conosce né l’autore né l’esatta collocazione né l’esatto contenuto; si tratta di un problema già efficacemente risolto su Internet dove la quantità d’informazioni e di documenti da gestire è ben maggiore che in una intranet o una extranet ed è quindi ovvio che si tenda a portare quella stessa soluzione in questi ambienti.

Investire in una extranet: vantaggi e svantaggi

I vantaggi di una extranet, come anche di una intranet, si possono riassumere in cinque punti essenziali:

1.   facilità d’accesso da qualunque luogo e con qualunque tipo di computer (ormai Internet è presente ovunque),

2.   facilità d’uso (sono sempre più numerose le persone che già sanno usare un browser e comunque imparare non è difficile),

3.   versatilità nella comunicazione (pagina web, e-mail, newsgroup, chat, net phone, videoconferenza: per ogni esigenza esiste già una soluzione),

4.   immediatezza della comunicazione (qualunque mezzo si scelga, il messaggio è disponibile in tempo reale),

5.   risparmio di tempo e denaro (si evita di stampare e distribuire materiale cartaceo).

Gli inconvenienti che possono derivare dall’adozione di una extranet non sono altrettanto numerosi.  Il problema della sicurezza, il primo che viene in mente, è un falso problema perché non passa mai inosservato e può essere facilmente affrontato mediante firewall, password e crittografia.  Quelli che invece possono rivelarsi dei veri problemi sono i seguenti:

1.   errata valutazione di costi e benefici,

2.   imprevista evoluzione delle tecnologie,

3.   forte inerzia nell’adozione del nuovo strumento.

La valutazione di questo tipo di investimento non è affatto facile, se non altro per mancanza di esperienza. A parte il risparmio relativo alla stampa e alla distribuzione del materiale cartaceo, i benefici sono legati all’efficienza dell’azienda e alla sua immagine e quindi sono difficili da quantificare in maniera oggettiva.  Sul fronte dei costi si possono sottovalutare aspetti come il traffico della rete o le mille piccole incompatibilità tra i vari browser che possono allungare a dismisura i tempi per la messa a punto del sistema.

Per quanto riguarda le tecnologie utilizzate, queste sono soggette a una continua evoluzione e possono richiedere adeguamenti imprevisti.  In particolare la rivalità tra i giganti del settore, come Netscape e Microsoft, può portare alla nascita di standard incompatibili e alla necessità di supportarli entrambi.

Infine c’è il fattore umano.  Gli aspetti psicologici non devono essere mai trascurati quando si va a modificare il modo in cui si lavora in un’azienda.  L’uomo è un animale abitudinario: gli impiegati di un’azienda il cui business non è incentrato sulle moderne tecnologie possono essere refrattari all’idea di un uso maggiore e più vario del computer che si porta dietro la necessità di fare le cose in modo diverso da quello in cui sono sempre state fatte.  Alcune categorie di lavoratori potrebbero addirittura osteggiare questa innovazione vedendola come una minaccia.

Implementare una extranet: esempi dal web

Esistono essenzialmente due modi per implementare una extranet.  Il più semplice, ma anche il più delicato dal punto di vista della sicurezza, è quello che prevede un accesso diretto e completo all’intranet aziendale; in questo caso gli utenti sono, tipicamente, i dipendenti dell’azienda ed è necessario porre particolare attenzione alla loro autenticazione.  Per ottenere un ragionevole livello di sicurezza si può ricorrere all’uso di una doppia password, una fissa e l’altra variabile, da inviare di volta in volta via e-mail ad un indirizzo prestabilito (una sorta di call-back).  La seconda soluzione, rivolta ad un pubblico più vasto e meno fidato, è quella di consentire l’accesso ad una singola applicazione appositamente realizzata.

Un brillante esempio del secondo tipo di implementazione ci è fornito dal sito di Federal Express che consente ai suoi clienti di sapere come procede un recapito.  Il servizio, molto apprezzato dai clienti, è stato oggetto di una intensa campagna pubblicitaria internazionale che non solo lo ha portato a conoscenza del grande pubblico ma anche dato nuovo smalto all’immagine dell’azienda.

Altri esempi significativi sono i servizi di home banking che si stanno diffondendo anche in Italia.  Tra gli apripista c’è la Banca di Roma che ha predisposto un servizio strutturato su due livelli d’accesso: il primo consente solo la richiesta di informazioni riguardo i propri conti e il proprio portafoglio azionario, il secondo permette anche operazioni dispositive (bonifici, giroconti, ecc.).  Per accedere al primo livello è sufficiente una password mentre per il secondo livello è prevista una ulteriore procedura di autenticazione: l’utente accreditato possiede una tabellina di codici stampata su un cartoncino e il sistema, oltre alla password, richiede uno di questi codici di cui fornisce le coordinate. Il cliente, al momento dell’adesione al servizio, sceglie il livello d’accesso che il sistema gli deve consentire e riceve la sua password; chi sceglie il secondo livello riceve anche una tabellina di codici personalizzata.  Per entrambi i livelli d’accesso viene usata la crittografia SSL a 128 bit.  E’ disponibile una versione dimostrativa del servizio che opera su un conto immaginario.

Ovviamente le extranet delle grandi aziende rivolte ad un gran numero di utenti accreditati sono gli esempi più appariscenti dell’uso di questa tecnologia ma una extranet è utile anche per le aziende più piccole e per quelle che hanno bisogno di comunicare con un numero molto più ristretto di grandi clienti o di fornitori.  In pratica chiunque abbia dei dati o dei documenti riservati che vuole condividere con degli utenti accreditati può giovarsi di una extranet, e non importa quanti siano i dati o quanti siano gli utenti: anche un semplice listino prezzi per rivenditori ha la sua collocazione ideale in una extranet.

Embedded extranet: l’unione fa la forza!

Una extranet da sola può essere molto utile ma due extranet che cooperano possono esserlo ancora di più.  L’idea è quella di consentire agli utenti della propria extranet un accesso trasparente ai dati provenienti dall’extranet di un proprio partner, tipicamente un fornitore.  Un’embedded extranet, questo è il suo nome, ha l’evidente vantaggio di fornire agli utenti un unico referente ed offre in più la possibilità di modificare i dati subito prima della presentazione, ad esempio aggiungendo un margine di profitto al prezzo di un prodotto.

Sono ancora in pochi ad avere un’embedded extranet ma dato che questa tecnologia costituisce un elemento chiave per un’impresa che fa e-commerce non è difficile pronosticarle un radioso futuro.  Un perfetto esempio di embedded extranet ci è fornito dal sito della Cisco che consente ai propri clienti di sapere a che punto è la spedizione dell’hardware che hanno ordinato: acquisiti i dati del cliente, il server Cisco accede all’extranet del corriere espresso (guarda caso si tratta di FedEx) in maniera del tutto trasparente, ne interroga il database e fornisce la risposta.  FedEx ha rilasciato l’API della sua applicazione per la gestione degli ordini ai suoi maggiori clienti e quindi dobbiamo aspettarci nuove implementazioni a breve.

Purtroppo la diffusione delle embedded extranet procede a rilento a causa della mancanza di un’API standard per le applicazioni basate su TCP/IP che gestiscono transazioni del tipo appena visto e di conseguenza bisogna ricominciare da zero ad ogni nuova implementazione; tuttavia le grosse software house come Microsoft stanno già lavorando in questa direzione e presto le embedded extranet rivoluzioneranno la gestione della supply-chain.

Uno sguardo al futuro

Mentre sistemisti e programmatori si affannano a costruire nuove intranet ed extranet c’è anche chi guarda un po’ più in là e già immagina cosa verrà dopo le extranet.  Miko Matsumura della Sun Microsystems ha già dato un nome a questa rete del prossimo futuro: ultranet, un nome che, con il suo essere più che superlativo, si propone di porre fine a questo continuo susseguirsi di neologismi che, in fondo, indicano sempre la stessa tecnologia.  Si tratta di una rete basata sull’uso intensivo dell’XML, dei DBMS object-oriented e di Java che consentirà di accedere a qualsiasi tipo di dato, ovunque si trovi, con la stessa facilità con cui oggi si accede ad una pagina HTML.  I mattoni costitutivi di questa nuova tecnologia esistono già.  Il futuro è appena dietro l’angolo.

 

 

Information overload e information framework

I moderni sistemi di comunicazione di massa sono fonte di numerosi vantaggi e benefici ma anche di alcuni problemi difficili da risolvere.  Uno di questi è l’information overload.  Molte delle informazioni che vengono recapitate ad un impiegato, su supporto cartaceo o elettronico, sono fornite soltanto perché si pensa che l’impiegato potrebbe averne bisogno, un’ipotesi che non sempre corrisponde alla realtà.  Anche quando le informazioni sono considerate effettivamente interessanti dal destinatario capita spesso che queste non siano usate immediatamente e che vengano quindi messe da parte.  Quando poi il lavoratore ha bisogno di una di quelle informazioni, si trova a dover dipanare una matassa di dati archiviati in formati e su supporti eterogenei.  Il problema è diventato particolarmente pressante con l’avvento della posta elettronica che permette la creazione di ampie mailing list e l’invio di innumerevoli messaggi a costo zero.  Anche volendo escludere da questa considerazione lo spam più becero (facilmente riconoscibile ed immediatamente eliminabile), rimane comunque una significativa quantità di informazioni che affollano la mailbox in attesa di essere esaminate ed eventualmente archiviate.  Spesso il mittente si rende conto dell’eccessiva genericità della sua mailing list ed antepone al comunicato una nota del tipo “Cancelli questo messaggio se non è interessato a…” ma si tratta di un ben modesto palliativo messo lì più per giustificare l’invadenza del mittente che per tornare utile al destinatario il quale spesso legge ugualmente il messaggio e lo archivia per un uso futuro.

Piuttosto che fornire informazioni nel caso che servano (just in case) sarebbe molto meglio fornirle quando servono (just in time); in altre parole, il panorama ideale è quello dell’information on demand.  Il web ha un forte potenziale in questo senso ma molte aziende non si sono ancora attrezzate per trarne vantaggio.  La tecnologia del web consente una gestione distribuita delle informazioni: ogni autore può autonomamente creare e pubblicare l’informazione con semplicità e ogni utente può accedere a più fonti di informazione con altrettanta semplicità.  E’ una tecnologia che può modificare drasticamente il modo in cui un’azienda comunica con i dipendenti nonché il modo in cui i dipendenti e i gruppi di lavoro comunicano tra di loro.  La sua caratteristica fondamentale è quella di spostare il controllo del flusso dell’informazione dall’autore al fruitore: se quest’ultimo ha la possibilità di accedere all’informazione just in time non c’è più alcun bisogno di recapitargliela just in case.

Per realizzare tutto ciò occorre creare all’interno dell’azienda una nuova infrastruttura per la gestione delle informazioni: un information framework basato su una intranet.  L’adozione di una nuova tecnologia in un’azienda non è solo una questione tecnologica ma anche un problema culturale: nel caso in questione l’autore, il fruitore, il broker e l’editore  dell’informazione devono abituarsi a pensare in modo diverso.

L’autore deve abituarsi a pubblicare senza distribuire e soprattutto deve acquisire familiarità con l’ipertesto se vuole sfruttare appieno le potenzialità del nuovo mezzo.  Nei media tradizionali, l’autore decide non solo il contenuto ma anche il percorso di lettura, nell’ipertesto invece l’autore deve sì dare una struttura al contenuto ma questa struttura non deve imporre un percorso di lettura bensì deve evidenziare i principali percorsi a disposizione del lettore.  Nei media tradizionali, se si desidera ricombinare in maniera diversa delle informazioni già pubblicate bisogna costruire un nuovo documento e quindi duplicare le informazioni, sul web invece si può fare riferimento ai documenti già esistenti mediante collegamenti ipertestuali e quindi l’autore dovrà cercare di strutturare l’informazione in moduli riusabili.

Il fruitore deve abituarsi ad usare il nuovo mezzo per cercare ciò che gli serve e deve abituarsi a sfruttarne le caratteristiche ipertestuali.

Il broker è colui che ha il compito di raccogliere informazioni utili e renderle disponibili.  Nel campo dell’informazione tradizionale esempi di broker sono un bibliotecario o l’autore di un’antologia.  In un’azienda il broker può avere il compito di raccogliere informazioni sul mercato, la concorrenza o le tecnologie, informazioni che possono essere raccolte anche sul web e possono essere rese disponibili mediante semplici hyperlink piuttosto che grossi volumi cartacei.

L’editore è il manager che rende disponibile l’informazione e che è, in ultima analisi, il responsabile del suo contenuto.  Ha il compito di approvare i documenti per renderli “ufficiali”.  Per il suo lavoro deve disporre di mappe ipertestuali che gli consentano di raggiungere facilmente tutti i documenti.

Abbiamo secoli di esperienza nella creazione, distribuzione e commercializzazione di informazioni su supporto cartaceo; a ben guardare, l’intero apparato burocratico di uno stato può essere visto come una macchina per movimentare informazioni su carta. La tecnologia web sta cambiando tutto ciò e per il suo inserimento in un’azienda è necessario un effettivo coinvolgimento di tutte le quattro figure sopra viste.

Una volta che la tecnologia web si è realmente integrata nel modo di operare di tutto il personale risulta poi naturale usarla anche per le comunicazioni esterne ed allora il sito Internet aziendale diventa molto più di una semplice esposizione statica di prodotti e dichiarazioni d’intenti.  In effetti possiamo dire che ogni sito Internet è una spia del tipo di information framework esistente all’interno di un’azienda.