Un uomo d'ordine (Home
Coming)
(racconto apparso per la
prima volta in inglese con il titolo Home Coming
su Southern Review n. 2, 1936-37, pp. 736-748, e successivamente
pubblicato in italiano sulla rivista Primato, n. 1, 1942,
pp. 7-9.
incipit
L'automobile che portava il fratello
di Clara verso il letto di lei moribonda, era un'automobile lussuosissima.
Alla posizione assai eminente che egli occupava ora alla capitale,
il fratello di Clara era giunto dopo molti anni, i primi dei quali
erano stati anni di stenti Ora egli era grasso e ben conservato.
Il colorito e la qualità della pelle, la consistenza e l'elasticità
della carne lasciavano prevedere che la sua distruzione fisica sarebbe
avvenuta solo nella tarda vecchiaia; il suo era un corpo esercitato
e tranquillo, come la macchina che lo portava: la quale non era
di recentissimo modello, ma d'un lusso consistente e non vistoso,
una cosa di gran marca; come i suoi abiti: che erano sobri, durevoli
e costosissimi. Aveva perso da molti anni l'abitudine alle privazioni;
da molti anni era un uomo apposto, un individuo eminente; molto
spesso gli venivano chiesti favori, gli venivano raccomandate persone
che gli rammentavano ciò ch'egli stesso era stato in giorni
lontani; e la visione dei loro sbagli, che le avrebbero condannate
alla mediocrità di oscure carriere, lo confermava nella fiduciosa
opinione di se medesimo.
Ora si attraversavano campagne estese e monotone, ed egli le guardava
con piacere perché indovinava trattarsi di coltivazioni molto
redditizie; si sentiva alleato a quella grande campagna monotona
e utile. Non era lontano ormai dalla località in cui la vecchia
casa di sua sorella Clara sorgeva, la casa che era stata, nei primi
anni, la sua, negli anni cioè di sua madre e so padre; e
fu a questo punto ch'egli sentì un vago impulso a tirare
le somme degli avvenimenti. Si trattava di sua sorella, la quale
stava per morire. L'espresso gli era giunto la sera prima. Un loro
parente medico, che aveva frequentato l'Università nei suoi
stessi anni, e al quale moltissimi ricordi familiari lo legavano,
gli aveva scritto in termini assai sobri e virili che la gravità
della situazione era enorme, perché era definitiva; essa
non si sarebbe mutata né in meglio né in peggio; dell'intervento
chirurgico non era neppur il caso di parlare perché esso
non avrebbe fatto che anticipare la catastrofe la quale, alla fine,
sarebbe stata dolorosa per la malata. Curvo in avanti, con gli occhi
fissi egli pensava adesso a queste cose. Il suo viso era tozzo e
puerile, quantunque grosso, le labbra erano piccole e piene, il
colorito scuro s'intonava bene con l'argento dei capelli e delle
abbondanti sopraciglia. La macchina correva molto; era silenziosa
ed estremamente soffice; e in questo agevole ambiente egli sentiva
delle lontane punte di disagio, non voleva respingerle, perché
intendeva guarirle, ma .non le afferrava. Gli parevano cose lontanissime,
ai bordi estremi, del suo mondo; ricordi d'infanzia, per esempio;
allora si prese il capo tra le mani e cercò delle immagini
del tempo in cui aveva attraversato questi luoghi nelle sue prime
gite in bicicletta; e avrebbe voluto singhiozzare, quantunque fosse
lontanissimo dal riuscirvi. Abbiamo bisogno, pensava, di ricordi
che ci stringano di commozione. Tutto era cambiato. Impegnato a
far parte di questi cambiamenti, egli era divenuto una potenza,
una personalità forte e ferrata, che calcolava il gesto,
misurava la parola e lo sguardo. Passava per intelligentissimo.
Le autorità superiori a lui se lo tenevano caro, ne seguivano
sempre i suggerimenti. La sua era stata una fortuna senza sorprese.
Paziente, e in fondo sereno, non aveva troppo sofferte le attese.
Aveva data a molti l'impressione di possedere un senso del dovere
alto e sicuro. Se incontrava delle avversità, erano presto
vinte. Aveva nemici, e presto parevano sparire. Strane accuse gli
venivano mosse, e parevano lasciarlo intatto. E adesso gli venivano
in mente anche le poche donne, due o tre donne affettuose e non
intelligenti, che l'avevano accompagnato per qualche tratto di vita.
Erano state tutte più anziane di lui. Sensuale, amante dei
divertimenti, egli aveva però cercate abbastanza tardi le
distrazioni mondane, quando era entrato coi massimi onori nei ritrovi.
Anche in questo era sobrio, quantunque concedendosi una certa larghezza
di margini, anche perché ormai era ricchissimo. Negli ultimi
tempi lo aveva occupato una vedova assai bella, e che i più
trovavano irritante per il suo orgoglio, A quel che si diceva, questa
donna, d'un genere nuovo per lui, gli s'era attaccata con lo scopo
di avere un amante eminente; ma in realtà lo aveva fatto
per una pigra ricerca di comodi, oltre che per una certa sbiadita
ammirazione per il fratello di Clara.
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